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MotoGP, Rins: "Conoscevo Dean Berta, le SS300 dovrebbero essere più potenti”

"La SS300 è simile alla Moto3, si formano un sacco di grupponi. In MotoGP, Moto2 o altre classi 'pesanti' non funziona così. Emozione indescrivibile diventare padre, ma non voglio obbligarlo a seguire le mie orme"

MotoGP: Rins:

Il week-end al Circuit Of The Americas in quel di Austin rappresenta il definitivo "dentro o fuori" per Joan Mir, discorso analogo per quanto concerne il compagno di squadra, Alex Rins, reduce dalla caduta nel precedente Gran Premio di Misano. Se lo scorso anno aveva concluso al terzo posto, a coronamento della brillante campagna della Suzuki, adesso la situazione è radicalmente cambiata con 68 punti e un misero podio all'attivo. Nel ruolino di marcia pesano come un macigno i cinque zeri accumulati fino ad oggi, tre dei quali di fila. Pure per lo spagnolo la tre giorni a stelle e strisce diventa di vitale importanza per dare un senso alla stagione, sulla carta favorevole, vedi il trionfo (il primo in MotoGP) di due anni or sono.

"Bello tornare negli USA, il tracciato mi piace, ci sono un sacco di cambi di direzione e curve veloci. Rispetto al 2019 i distacchi sono maggiormente contenuti, quindi dovremo capire il livello degli avversari, specie Marc Marquez - ha precisato - mi sento motivato, i test si sono rivelati positivi. Ancora non ho potuto effettuare alcun giro di pista, tuttavia, nell'ultima safety commission ci hanno detto che sono stati fatti numerosi lavori per diminuire le buche dell'asfalto nel rettilineo che porta alla staccata di curva 12".

Al contempo, la scorsa settimana la cicogna ha fatto visita in casa Rins. Infatti, il 25enne è diventato padre del piccolo Lucas, anche se ha dovuto salutarlo prima del previsto complice la lunga trasferta dall'altra parte dell'Oceano.

"Mi sento la persone più felice del mondo. Prenderlo in braccio una volta nato è stata un'emozione indescrivibile. Ho lasciato lui e Alexandra ieri mattina, però mi sento rilassato in quanto lei è una brava madre, per cui Lucas si trova in buone mani. Mi piacerebbe se giocasse a calcio piuttosto che guidare le moto, ma sono convinto che, se vorrà, in futuro gliene regalerò almeno una elettrica oppure qualcosa di simile. Non voglio spingerlo, deve costruirsi un percorso in base alle proprie volontà. Avrò il tempo necessario per accudirlo, adesso sono focalizzato sul fine settimana".

Inutile sottolineare che il pilota di Barcellona faccia indirettamente riferimento a quanto accaduto al giovane Dean Berta Vinales, cugino di Maverick, scomparso nel corso della gara del World SuperSport 300 a Jerez.

"Ho parlato con Maverick poco fa, capisco la sua decisione, mi dispiace perché avevo conosciuto Dean Berta di persona. Sono eventi tragici che toccano nel profondo del cuore ognuno di noi e fanno parte del nostro sport. La sicurezza dei piloti nonché degli impianti aumenta di anno in anno, ma, al contempo, anche la velocità sul giro. La SS300 è assai simile alla Moto3, i grupponi sono all'ordine del giorno, mentre in MotoGP, Moto2 o altre classi 'pesanti' non funziona così. Sembra strano, ma bisognerebbe rendere più potenti quelle moto", ha puntualizzato.


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