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MotoGP, Marquez: "Le critiche di Fabrizio? Non perdo tempo con lui"

"Capisco Maverick, anch'io non avrei corso. Ci sono tante gare e classi, i rischi aumentano". Bagnaia: "con 40 piloti tutti vicini in pista ci sono maggiori probabilità che accadono certe cose"

MotoGP: Marquez:

La tragedia di Dean Berta Vinales ha colpito tutto il motociclismo, già provato dalle recenti scomparse di Dupasquier al Mugello e Millan ad Aragon. “È una stagione triste e dura per il motociclismo, prima di tutto voglio dare il mio supporto a Maverick e alla sua famiglia” ha detto Marquez, nella conferenza stampa inaugurale del GP di Austin.

Proprio Marc era stato tirato in ballo da Michelin Fabrizio (QUI trovate la nostra diretta dove spiega le sue parole) come ‘cattivo esempio’ per i giovani piloti. Una posizione che il campione spagnolo non ha voluto nemmeno commentare: “quando l’ho letto non ho capito come un pilota possa usare certe parole, non voglio perdere altro tempo, la cosa migliore è usarlo per capire come evitare che queste tragedie si ripetano in futuro”.

Marquez ha avuto anche la solidarietà di Quartararo (“c’è gente a cui piace solo parlare - ha commentato - È chiaro che tutti vogliano essere come Marc, è il migliore”) e Bagnaia (“in certi momenti si dovrebbe avere solamente rispetto e non dire nulla” le parole del piemontese).

I piloti della MotoGP hanno sostenuto anche Vinales nella sua decisione di non correre in Texas. “Questo è un anno difficile, abbiamo perso tre piloti molto giovani - ha sottolineato Pecco - Per Maverick è ancora peggio, Dean era suo cugino, ha preso la decisione corretta”. Anche Marc è stato d’accordo: “è una scelta normale, io avrei fatto lo stesso e lo rispetto pienamente”. Più cauto, invece, Fabio: “è una situazione difficile per tutti, ancora più per Maverick che ha perso una parte della sua famiglia. Però preferisco non parlarne troppo, schierarmi da una parte o dall’altra”.

Quello su cui tutti e tre sono stati in pieno accordo è il miglioramento della sicurezza dei piloti negli ultimi anni. “Circuiti e abbigliamento sono al top, difficile fare di più” hanno detto all’unisono, consapevoli che nelle corse i rischi non si possono mai eliminare del tutto ma forse c’è qualche punto su cui lavorare.

In certe categorie, dove ci sono 40 piloti in pista e sono tutti vicini, non voglio dire che sia più facile che certe cose capitino, ma sicuramente possono succedere con maggiore frequenza” ha osservato Bagnaia.

Per Marquez il punto è che ci sono tante categorie e questo aumenta i rischi.

Fra GP, SBK, CEV e campionati europei, praticamente si corre ogni domenica - il suo ragionamento - Vent’anni fa c’erano solamente 4 o 5 categorie, se andavi forte correvi, altrimenti restavi a casa, mentre ora se non sei competitivo in una classe passi a un altra. Questa crescita da una parte è positiva per il motociclismo, ma dall’altra, con il doppio delle gare e il doppio dei piloti, i rischi aumentano. È una situazione difficile da gestire”.

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