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SBK, Bautista: "Siamo professionisti, ma è difficile restare concentrati"

"Stamattina mi sono impegnato con la squadra per non pensare ad altro. Felice per questo podio, sto lavorando con Honda esattamente come avrei fatto se fossi rimasto con loro anche in futuro"

SBK: Bautista:

Alvaro Bautista è riuscito a Jerez a ripetere l'impresa di Barcellona, quando con la sua Honda era salito per la prima volta sul podio in questa stagione. Il terzo posto in Gara 2 rappresenta da un certo punto di vista il risultato della maturità, il premio per l'impegno profuso da pilota e team nel far crescere il progetto CBR. Una sfida forse non completamente vinta da Bautista e HRC, destinati a separarsi a fine 2021, ma certamente in grado nel tempo di vivere una crescita arricchita da qualche risultato di prestigio. 

Ma i risultati sportivi in questo fine settimana segnato dalla scomparta di Dean Berta Vinales sono in secondo piano, con i piloti costretti in pista a fare i conti giro dopo giro con il fantasma della paura e la difficoltà a restare concentrati. Da questo punto di vista forse la grandissima esperienza di Bautista lo ha aiutato, vista la difficoltà di tutti nel riuscire a mettere da parte i cattivi pensieri per restare concentrati esclusivamente sulla pista. 

"Per prima cosa oggi è stato molto difficile restare concentrati per quello che è successo ieri - ha spiegato Bautista - Non è facile. Anche se siamo professionisti, non è affatto facile restare concentrati. Ho provato specialmente sul warm up alcune cose un po’ diverse sulla moto, ho parlato con la squadra per capire come gestire la gara ed ho trovato la concentrazione lavorando su queste cose, tenendo lontano altri pensieri".

Oggi avevi un passo da riferimento. 
"Ho fatto una bella partenza, ma come sempre i primi giri sono cruciali per me e la Honda perché sembra sempre che non siamo in grado di sfruttare le prestazioni delle gomme nuove, quindi ho perso un po’ di terreno all’inizio. Poi stamattina l’asfalto era un po’ più freddo e la nostra moto iniziava ad avere reazioni più aggressive con le gomme. Oggi invece mi sono sentito molto a mio agio con la moto, ho potuto guidare dolce. Fisicamente mi sentivo un po’ stanco stamattina, mi facevano male le braccia perché mi sembrava di lottare con la moto. Nel pomeriggio invece pensavo che sarebbe stato un disastro anche per il caldo, ma ho provato a mantenere tutta l’energia possibile e la moto era molto più dolce da guidare, forse perché c’era meno grip. I tempi sul giro erano peggiori, come per tutti, ma la moto era più facile da guidare".

Ma hai modificato l'assetto della Honda tra Gara 1 e Gara 2?
"Non abbiamo toccato la moto tra Gara 1 e la seconda. Anche questa volta all’inizio ho sudato e perso terreno all’inizio, poi però ho visto i piloti davanti che perdevano vantaggio. In alcuni giri ero talmente vicino che per poco non li tamponavo, sembrava quasi che i piloti venissero verso di me. Ho pensato di avere un passo migliore, quindi li ho passati. Ho solo mantenuto il mio ritmo, ma sono anche stato vicino alla caduta in un paio di momenti. Questa moto è molto forte in staccata".

Resta questo il punto forte della tua moto, la staccata?
"Io posso staccare fortissimo per avvicinarmi ai rivali davanti, ma in un paio di occasioni ho esagerato e per poco non siamo caduti. Alla fine questo podio mi rende felice, anche perché perché mi sono sentito molto meglio rispetto al mattino. Penso che ora siamo davvero al top del nostro potenziale con questa moto. Più di così è difficile fare. La cosa davvero importante è che a partire da qualche gara stiamo lavorando solo sui dettagli, non stravolgiamo la moto da pista a pista. Abbiamo la stessa base, quindi è più facile trovare i riferimenti. La moto è più costante nelle prestazioni, che sono anche migliorate. In questo campionato siamo tutti vicini e quando passi dal settimo al terzo posto sembra una distanza enorme, ma in realtà può anche essere un decimo al giro. Alla fine tutto quello che puoi guadagnare, devi ottenerlo". 

Venerdì avevi fatto una brutta caduta, ma sembra non ti abbia segnato. 
"Ho fatto una brutta caduta venerdì alla curva 11, ma so che queste cose sono parte del gioco. Per me fare un bel risultato non ha un significato particolare se prima sono caduto. E’ il mio lavoro, la cosa importante è capire perché sei caduto. Una volta che hai capito il motivo, è facile non ripetere quell’errore". 

Secondo te a questo punto nella separazione tra te e Honda chi perde e chi guadagna?
"Non saprei. Io mi sento forte, ma due anni fa sembravo più forte. Non voglio dire nulla. Noi stiamo lavorando come sempre, ho iniziato un progetto con Honda due anni fa e lo stiamo portando avanti, lavorando esattamente nello stesso modo che avrei utilizzato se avessi continuato con loro. Questa è la vita". 

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