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SBK, Rea: “Sui social la gente si aspetta che io finisca a terra"

“Dopo la decisione sulla Superpole Race in Francia i social si sono rivelati orribili con me, sembra che le persone aspettino una tua caduta. Ho visto la stessa cosa con Gerloff, non è il pilota di inizio anno. Davies? Mi spiace per lui e devo ringraziarlo”.

SBK: Rea: “Sui social la gente si aspetta che io finisca a terra"

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Jonathan Rea è partito all’attacco a Jerez e nella prima giornata di prove per il round spagnolo del Mondiale Superbike ha messo subito in chiaro le cose con il suo 1.39.671 ottenuto nel finale del turno pomeridiano che gli permette di essere l’unico pilota ad essere sceso sotto l’1.40. Incoraggiante, per Rea, è il fatto di aver fatto il tempo nel pomeriggio, con condizioni simili a quelle previste in gara, ma è positivo anche il fatto di aver dato 4 decimi al suo rivale per il titolo Toprak Razgatlioglu sebbene ci sia ancora lavoro da fare come ha ammesso lo stesso Jonathan.

“Mi sono divertito in moto. Questa mattina abbiamo iniziato con un nuovo setup, con delle idee di setup che abbiamo usato nelle ultime gare con temperature più calde, con l’obiettivo di togliere un pochino di grip dal posteriore e di creare un po’ di bilanciamento in più. Con le gomme più morbide c’è troppo grip al posteriore che spinge troppo sull’anteriore e lo mette in crisi. L’idea era questa, ci abbiamo lavorato ma alla fine del primo turno siamo tornati con quello che avevamo, abbiamo fatto un confronto con la nuova idea per capire se funzionasse. Nel pomeriggio ho provato a fare dei run più lunghi per capire a che livello era il mio ritmo e il calo della gomma che in realtà è costante, ad essere sincero – ha raccontato Rea dopo le libere – Nell’ultimo settore, con le curve veloci a destra, si avverte un grosso calo. Il settore dove faccio maggior fatica è il primo, dobbiamo migliorare il modo in cui la moto tocca terra. In quel settore c’è un grosso dosso sul lato sinistro e molte moto impennano, noi dobbiamo migliorare nella messa a terra della moto perché la moto poi si scompone. Sto lottando anche con il motore, con il freno motore, non è semplice andare al punto di corda senza problemi. Vedendo altri piloti in quel punto, le loro moto sono più affidabili e girano più facilmente quindi quello è il punto principale sul quale dovremo lavorare. Nella penultima uscita abbiamo provato qualcosa che mi ha fatto sentire un po’ meglio, ma domani dovremo fare delle modifiche. Se non fai la curva correttamente non puoi uscire bene perché c’è troppo angolo. A volte per andare più forte dobbiamo essere capaci di fermare la moto meglio, quello che abbiamo fatto non è rivoluzionario ma è uno step, lo abbiamo già provato, in alcune piste va bene e in altre no. Quest’anno il bilanciamento è stato rivolto più verso il posteriore, ma è una cosa che ci dà problemi con l’anteriore nella seconda parte di gara e facendo questo cambio qui dovremmo essere più competitivi verso la fine della gara”.

Quella di ieri è stata una giornata speciale per via dell’annuncio del ritiro di Chaz alla fine dell’anno. Non siamo a conoscenza del ritiro di altri piloti come Sykes e Haslam, che tu conosci bene. Cosa ne pensi di questo momento di cambiamento della Superbike?
“Ad essere sincero, l’annuncio dello stop di Chaz mi ha messo un po’ di tristezza. Senza dubbio, lui è stato il rivale principale della mia carriera e quando l’ha annunciato è stato un po’ una sorpresa sinceramente. Pensi sempre che i piloti vadano avanti all’infinito, voi (riferendosi ai giornalisti, ndr) avete visto tanti piloti passare ma nella mia carriera Chaz c’è sempre stato. Abbiamo lottato tanto dentro e fuori la pista, è stata una rivalità intensa, ma ieri ero felice per lui e per la sua decisione di fermarsi, non so cosa farà in futuro. Non sembrava un ritiro definitivo, ma devo ringraziarlo perché a un certo punto della mia carriera mi ha fatto crescere, è stato una motivazione per me in molti inverni in cui mi sono allenato. È triste, ma è la vita. Non puoi fare una cosa per sempre, in particolare uno sport difficile come questo. Mi dispiace per lui, l’annuncio arriva dopo l’infortunio subito a Barcellona ma lui ha detto che ci stava già pensando. Mi sono chiesto se è una sensazione, quella del ritiro, che arriva all’improvviso o se è una cosa che cresce lentamente: sto invecchiando ma l’idea del ritiro non ce l’ho”.

Oggi però hai dimostrato di sentirti giovane con lo stoppie alla fine della sessione.
“Oggi mi sono divertito con la mia moto, specialmente al pomeriggio. Al mattino è stata più dura, abbiamo girato tutta la sessione con la stessa gomma all’anteriore, abbiamo fatto un cambio solo alla fine al posteriore ed è stata una sessione un po’ confusionaria. Al pomeriggio è andata meglio sin dal primo giro, i ragazzi hanno lavorato bene e mi hanno dato fiducia, per lottare per questo Mondiale ho bisogno di queste sensazioni extra, di dare gas e di avere il cuore per lottare. Devo ringraziare la squadra che mi hanno permesso di avere tutto questo oggi pomeriggio e mi sono di nuovo sentito bene”.

Sembra che Gerloff possa lottare per la vittoria qui. Quanto successo ad Assen ha cambiato un po’ il suo modo di approcciarsi alle gare: puoi spiegarci o aiutarci a capire cosa possa essere successo nella sua testa dopo l’Olanda?
“Sinceramente posso e posso parlare in base all’esperienza che ho avuto: due settimane fa ho avuto dei problemi sui social dopo Magny-Cours, quando la FIM ha cambiato il risultato della Superpole Race. I social sono stati orribili e parlo dei miei profili. Due-tre giorni dopo, ho pubblicato un post dove ero con la moto da cross e ho ricevuto tantissimi commenti negativi. Servono spalle grosse, sembra che le persone aspettino una tua caduta… sono cose brutte. Ho visto gli stessi commenti anche con Garrett, mi dispiace per lui, non è stupido, ha fatto degli errori, l’errore più grosso è stato che ad Assen ha tirato giù uno dei piloti più forti. Recuperare dal punto di vista mentale è difficile, penso che chi sta sui social o chi è dietro una tastiera abbia una grossa responsabilità su tutto ciò, perché alla fine si pensa che mettendoci tuta e casco noi piloti siamo protetti da tutto e siamo invincibili, ma sotto ci sono delle persone con dei sentimenti e mi dispiace per lui, non è più il pilota che vedevamo a inizio anno. Nel mio box, a inizio anno lo ritenevamo uno dei candidati al titolo, ma sono sicuro che in questo periodo tranquillo possa recuperare mentalmente, è un pilota molto forte e talentuoso”.

Hai mai pensato di dare la gestione dei tuoi profili a qualcun altro?
“Sinceramente, a Magny-Cours, e dico la verità, ho scoperto tardi la notizia del cambio di posizione, il team manager è venuto da me nel camion e mi ha informato prima che me ne andassi verso Parigi. Quando mi sono fermato ad un benzinaio, ho controllato Instagram e mi sembrava fosse scoppiata una bomba. Non è bello a volte, ma è così. Non è facile, nel giornalismo, ad esempio, devi riportare i fatti e lasciare fuori le emozioni, ma è importante essere gentili, specialmente in questo periodo in cui si sottolinea l’importanza della salute mentale. Quando dai alle persone una piattaforma dove possono essere maleducate, non è bello. L’ultima volta che ho fatto parte di un grosso caos è stata nel 2009 con Haga al Nurburgring, ci siamo toccati in curva 1 e lui è caduto. C’erano i fans italiani che mi dicevano che mi aspettavano con le pistole alla Tosa a Imola, cose stupide. Mi immagino delle persone con la loro bottiglia da 3 litri di energy drink scrivendo al computer… in questo periodo credo sia importante essere gentili”.

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