Valentino Rossi da qualche anno sta correndo correndo con piloti che, per età, potrebbero essere suoi figli. Ora però diventerà padre davvero e uno dei primi pensieri sapendo che la sua compagna Francesca sta aspettando una bambina è stato che non diventerà pilota. O almeno sarà più difficile, perché le donne che corrono in moto sono numericamente inferiori agli uomini, ma ci sono delle eclatanti eccezione, come Ana Carrasco che nel 2018 vinse la Coppa del Mondo della Supersport 300.
“Quando la Franci mi ha detto che avremmo avuto una figlia, le ho risposto che era una bella notizia perché non dovremo decidere se farla correre o meno - ha sorriso - Sicuramente non correrà in MotoGP e sono felice. Da giovane non mi ero mai immedesimato con i mie genitori, non avevo capito quanto sia difficile stare dall’altra parte. Me ne sono accorto con mio fratello e gli altri piloti dell’Academy, guardare le loro gare dall’esterno è tosta”.
Con tuo fratello però corri nella stessa classe.
“Quando sei anche tu in moto è diverso, sei in un’altra dimensione. Diventa un avversario, anche se non proprio come tutti gli altri. Alla fine a me dà gusto arrivargli davanti e viceversa”.
Alla fine di questa prima giornata ad Aragon è lui in vantaggio: 15° contro 18°.
“Oggi è stata difficile, anche se un po’ me l’aspettavo. Questa non è una pista fantastica per la Yamaha, ma specialmente per me. È una delle peggiori di tutta la mia carriera”.
Perché?
“Solitamente a un pilota non piacciono le piste in cui è lento, tanto dipende dai risultati. Non c’è però una ragione per cui sei veloce su un circuito e lento su un altro, è difficile di parlare di una motivazione tecnica”.
Cosa puoi fare in questo fine settimana?
“Non sono partito bene, perché questa mattina ho fatto un errore, sono caduto e ho perso l’ultima parte del turno. Nel pomeriggio è andata un po’ meglio, abbiamo lavorato per cercare di non consumare troppo la gomma posteriore che è la cosa è più importante. Ho provato un assetto un po’ diverso da quello che uso di solito. Alla fine sul giro secco non sono andato male, sono a un secondo dal più veloce, ma siamo tutti vicini e quindi sono 18°. Di solito ad Aragon il grip aumenta col passare dei giorni, dovremo seguire i cambiamenti della pista e migliorare con lei”.
Parliamo del tuo futuro da pilota di auto, sai già dove correrai?
“Non ho ancora deciso, ma ho avuto molti contatti in questi mesi e stiamo organizzando un bel programma per il prossimo anno. Non penso correrò nel DTM ma nell’Endurance, però non so ancora in quale campionato e neppure con quale macchina. Mattia Pasini sta andando forte con i prototipi, ma io ne avevo guidato uno solamente una volta più di 15 anni anni fa, era una Maserati. Penso più alle GT3, ma i risultati del Paso dicono che anche i motociclisti possono andare forte in auto (ride)”.