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SBK, Rea: "Sono costantemente lento, essere l’unica Kawasaki al top è difficile”

"Stiamo facendo del nostro meglio con quello che abbiamo. Oggi mi sono sentito costantemente lento. Il round in Argentina? Non vorrei andarci, ma non farò commenti sulle conversazioni che ho avuto con Dorna”

SBK: Rea:

Dopo il primo posto in una FP1 condizionata dalla pista umida, Jonathan Rea ha dovuto accontentarsi del terzo posto finale nella combinata di una giornata nella quale si è sentito essere “costantemente lento”. Il suo 1.37.426, che gli permette di essere a 3 decimi da Toprak Razgatlioglu, gli lascia diversi pensieri in vista del resto del weekend. 

"Non mi sono sentito bene oggi, mi sono sentito costantemente lento”, ha raccontato Rea. “In particolare, mi sembra di perdere qualcosa nella parte finale della frenata e in ingresso curva. A parte questo, in alcuni punti dove eravamo forti in passato, nel primo settore, ho fatto davvero tanta fatica. In curva 1 ci sono tante buche e la moto ha fatto fatica ad attutirle, ho avuto molto chattering, la moto si muove tanto e non è stato facile tenere la giusta traiettoria. Come ho detto, mi sono sentito costantemente lento. Penso che vedremo quello che abbiamo imparato oggi pomeriggio e faremo un confronto con ciò che abbiamo fatto in passato, perché sappiamo che la moto qua funziona. Cercheremo di fare un passo avanti per domani”.

Che cambiamenti avete fatto oggi tra i due turni?
“Non tanti, in realtà. Abbiamo avuto solo 3-4 giri sull’asciutto. Sul posteriore, ho provato tutte le opzioni a disposizione. A essere onesto dalla SC0 alla SCX non sento grosse differenze, quantomeno a livello di tempo sul giro, quindi c’è qualcosa che non va. Dovremo rivedere tutto in serata e vedere come va domani”.

Ci saranno i soliti sospetti là davanti? Secondo te come mai le Ducati, come Chaz, sono lì davanti? Come le hai viste quando le hai seguite in pista?
“Ho girato molto con le Ducati, quando le ho seguite mi sono sembrate messe bene. Mi sembra una moto difficile da far entrare nella corretta finestra di lavoro, più di altre moto. Hanno molta potenza che però non funziona se la moto è difficile da gestire, rispetto a una moto convenzionale ha molte parti che sono diverse. Non ne ho mai guidata una, non saprei”.

Sembra che si correrà in Argentina, tu sei uno degli 80-100 britannici che dovranno fare la quarantena al rientro. Avete chiesto a Dorna chi pagherà per gli hotel dove farete la quarantena se sarete qui o se resterete bloccati in Argentina?
“Non voglio fare commenti su questa situazione. Non vorrei andare in Argentina, perché non ci sarebbero esenzioni. Dovrei andare in hotel per 10 giorni dopo la gara e preparare lì l’ultimo round dell’anno e tornare dall’Indonesia e rifare la quarantena in hotel. Non farò commenti sulle conversazioni che ho avuto con Dorna, ci sono tanti britannici nel paddock che hanno questa esenzione. Argentina e Indonesia non sono mai state fuori dalla ‘red list’ per noi, è una cosa che non è mai cambiata. Dovrei stare in hotel 20 giorni perché sono britannico? È il mio lavoro, se devo farlo lo faccio”.

Quanto è difficile essere l’unica Kawasaki al top e in lotta per il titolo? Toprak lotta con te ma ci sono altre due Yamaha come Gerloff e Locatelli, quanto è difficile avere tutti questi piloti vicino a te?
“È difficile, ma Alex Lowes è reduce da un infortunio avuto a inizio stagione e ne ha subito un altro nei test in Navarra. Questo weekend sta facendo bene, ma è complicato. I team supportati da Yamaha hanno materiale ufficiale, hanno capotecnici, elettronici e piloti che lavorano insieme, noi abbiamo due moto ufficiali, è difficile ma è così. Magari possiamo imparare qualcosa da loro, noi stiamo facendo del nostro meglio con quello che abbiamo a disposizione”.
 


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