Tu sei qui

Prova KTM RC 390 2022, piccole superbike crescono

VIDEOTEST - Nuova nel design e nella dotazione, la piccola sportiva austriaca strizza l’occhio anche ai motociclisti più esperti grazie ad un affinamento globale che ne eleva performance e piacere di guida

Iscriviti al nostro canale YouTube

Share


A cura di Leslie Scazzola

Il puntiglioso lavoro di affinamento svolto dai tecnici KTM per rilanciare le quotazioni (e le ambizioni) della RC390 m.y. 2022 traspare in tutta la sua evidenza non appena varcati i cancelli dell’Autodromo di Modena. Già terminato il primo giro è chiaro quanto maniacale sia stato il lavoro di alleggerimento della moto, col risultato di amplificare le già conosciute doti di maneggevolezza e rapidità della ciclistica spostando in avanti il limite della piccola sportiva fino a livelli mai conosciuti. Le modifiche apportate sono tali e tante che per conoscerle tutte vi rimandiamo all’articolo dedicato; quel che è certo è che alcuni interventi, più di altri, hanno davvero cambiato il carattere di questa moto, rilanciando la RC390 come una vera sportiva pronta ad appagare anche piloti di esperienza superiore. 3,4 kg in meno sui cerchi ruota si traducono in risposte della ciclistica ora davvero immediate, in ingressi in curva ancor più fulminei e una direzionalità di livello superiore.

La piccola RC, infatti, è ora tanto rapida quanto precisa, capace di digerire anche l’utilizzo più esasperato senza restituire reazioni imprevedibili o nervose. Si entra in curva a velocità supersoniche col freno anteriore ancora ben pinzato e lei, semplicemente, si lascia condurre in traiettoria senza batter ciglio, anzi, invitando ad insistere sempre di più. Merito solo dei cerchi ruote di nuova concezione? Assolutamente no, perché di pari passo le nuove sospensioni WP Apex mettono l’accento su di una sportività che ambisce a creare una vera Supersport. La forcella è a steli rovesciati del tipo a cartuccia aperta e con funzioni idrauliche separate, con ben 30 clic di regolazione in estensione e compressione, mentre il mono consente di regolare estensione (5 clic) e precarico. Non si tratta di componenti nati per le corse, e di certo avremmo preferito quantomeno di poter intervenire sul precarico dell’anteriore (non previsto) ma di certo forniscono la base grazie al quale il pilota potrà confezionarsi il set-up ideale. Nel nostro caso, abbiamo trovato una forcella dall’affondamento limitato e una certa tendenza al ritorno troppo rapido, condizione che faceva “galleggiare“ l’anteriore non garantendo il feeling perfetto nella fase in cui si rilascia il freno e si riprende il mano il gas. Parliamo comunque di tarature personali, situazioni soggettive a cui i nuovi componenti WP rispondono con la possibilità di trovare la migliore soluzione.

Le nuove sospensioni lavorano in simbiosi con un telaio in tubi di acciaio profondamente rivisto. Oltre ad un alleggerimento della struttura pari a 1,8 kg e all’introduzione di un nuovo telaietto posteriore imbullonato (prima era saldato ai travi principali) i tecnici sostengono che la nuova struttura sia anche più rigida, in funzione di un maggiore feeling nella guida sportiva. Non siamo in grado di dire se e quanto sia migliorata sotto questo aspetto, però di certo la precisione con cui la nuova RC390 si lascia condurre in traiettoria è indice di un lavoro azzeccato.

Elettronica da prima della Classe

Un’altra importantissima novità della RC390 è data dalla gestione elettronica, che porta al debutto nella categoria la piattaforma inerziale e con essa sistemi di assistenza alla guida di livello superiore. È il caso dell’ABS Bosch 9.1M di tipo cornering e del controllo della trazione che, unitamente alla possibilità di adottare il cambio elettro assistito quickshift up-down, colloca la RC390 in vetta alla sofisticazione del suo segmento.

Per quanto riguarda i freni, ci ha stupito l’utilizzo di un nuovo disco anteriore fisso (assemblato senza flangia, direttamente sul cerchio) in accoppiata con una pinza ByBre di tipo radiale a quattro pistoncini. Una soluzione inusuale e che certo non appaga l’estetica di una sportiva ma, anche qui, voluta per contenere le masse non sospese (- 960 gr). All’atto pratico l’impianto è parso efficiente anche sotto elevato stress, discretamente potente pur evidenziando solo un attacco della frenata che avremmo preferito più aggressivo nella primissima fase di decelerazione. Ottimo anche l’ABS, ora impostabile sulle tarature Street e Supermoto: se nella prima viene mantenuto l’intervento su entrambe le ruote, nella seconda l’antibloccaggio viene limitato all’anteriore, lasciando quindi la ruota motrice libera di “sbandierare” in staccata senza vincoli. Provvidenziale, in questo senso, l’adozione della frizione antisaltellamento, che mitiga bene l’alleggerimento del posteriore limitando – appunto – le perdite di aderenza dello pneumatico nelle staccate più violente.

Il motore: sfruttabile e grintoso, ma il quickshift è da rivedere

E il motore? Come detto per il telaio, non possiamo che fidarci delle dichiarazioni die tecnici per quel che riguarda i dati di cavalli e coppia, avendo avvertito solo una lieve differenza in termini di spinta e pastosità di erogazione ai medi regimi rispetto al passato. Nella sostanza il carattere non cambia (così come la potenza massima, pari a 44 cv a 9.000 giri) confermando una apprezzabile propensione a girare in alto ma anche la capacità di tirare fuori dagli impicci anche con un rapporto più lungo del dovuto. Piuttosto, dobbiamo dirlo, il cambio non ci ha convinto per la precisione degli innesti, tanto da esserci imbattuti in parecchie “sfollate“ nei passaggi tra terza, quarta e quinta marcia. La nostra RC390 era dotata del cambio quickshift (peraltro abbastanza rapido tanto in salita quanto in scalata) che però, in abbinata alle pedane rialzate facenti parte il kit special parts a disposizione dei clienti, ci è sembrato bisognoso di un migliore accoppiamento tra il meccanismo di rinvio della leva e il sensore elettronico. Sempre riguardo al monocilindrico, infine, interessante notare come non sia mai entrata in funzione la ventola di raffreddamento, cosa che ci ricordavamo abbastanza usuale sulla precedente versione RC. Il lavoro di affinamento dell’unità abbinato alla rinnovata carenatura ha di certo giovato anche alle temperature di esercizio.

Su strada: sportiva e comoda? Si può!

Su strada la moto si conferma estremamente maneggevole, rapida e intuitiva, l’ideale per chi è alle prime armi o comunque ricerca una moto poco impegnativa fisicamente. La moto scende in piega in maniera neutra, rapida ma con reazioni mai eccessive, garantendo una immediata sensazione di sicurezza. In tema di ciclistica ed ergonomia è rimarchevole il lavoro compiuto dai tecnici in tema di sospensioni e seduta: se da un lato la RC390 affronta senza batter ciglio ogni tipo di avvallamento, restituendo grande sicurezza nella marcia anche nei tracci più dissestati, di pari passo la nuova sella garantisce un comfort elevato in ogni condizione di utilizzo, lasciando al pilota anche una ampia possibilità di movimento alla ricerca della sistemazione più corretta. Con il contributo di semimanubri ampi e leggermente rialzati, il comfort di marcia è decisamente di buon livello per una sportiva. Abbiamo apprezzato molto anche il motore, che pur non mettendo in mostra performance da superbike appare lineare fin dai bassi regimi, dote decisamente apprezzabile nei tratti cittadini. Evidenzia qualche strappo solo sotto i 4.000 giri, per poi irrobustirsi sensibilmente nella coppia attorno ai 6.000 giri e allungando con discreta verve fino all’intervento del limitatore, fissato a quota 10.000. Le vibrazioni, invece, si fanno sentire, soprattutto sulle pedane, e pur arrivando a livelli fastidiosi solo oltre i 7.000 giri è innegabile che nei lunghi tratti veloci ad andatura costante ci si debba fare i conti. La protezione aerodinamica, per contro, è decisamente buona, e richiede la sola precauzione di abbassarsi appena con il casco per sfruttare al meglio una penetrazione dall’aria che garantisce di viaggiare comodi e senza fastidiosi carichi sul collo.

Verrebbe facile pensare che sia una moto nata esclusivamente per i giovanissimi, una moto “di passaggio“ per poi salire su cilindrate maggiori appena possibile, ma in realtà secondo noi sotto la nuova carenatura si cela molto di più. La piccola austriaca potrebbe essere la moto ideale per scendere in pista la domenica, sia che si tratti di gare – ovvero le categorie Supersport 300 – sia che si voglia semplicemente girare in circuito per divertimento. Una moto poco impegnativa, non solo fisicamente, estremamente facile e divertente. Nelle mani giuste, con pochi aggiustamenti e sui tracciati più guidati la RC390 può diventare davvero una cattiva cliente per moltissime moto, anche quelle capaci di potenze 4 o 5 volte superiori.

__

Articoli che potrebbero interessarti