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MotoGP, Maverick Vinales e quel sorriso ritrovato: Aprilia è la famiglia che cercava

Il pilota sta facendo i primi passi a Misano sulla RS-GP e ciò che farà davvero la differenza sarà il clima attorno a lui nel box. Rivola lo sa ed Aprilia saprà dare al Top Gun quel clima che cerca da sempre nel box

MotoGP: Maverick Vinales e quel sorriso ritrovato: Aprilia è la famiglia che cercava

Sul fatto che Maverick Vinales sia uno dei piloti più talentuosi in MotoGP ci sono ben pochi dubbi. Ma altrettanto pochi sono i dubbi riguardo il fatto che Maverick, per esprimere il talento di cui sopra, abbia necessità non solo di una moto competitiva, quanto piuttosto di un clima sereno e di una squadra che creda ciecamente nel suo potenziale. Abbiamo intervistato tante volte lo spagnolo in questi anni, ma una frase in particolare resterà impressa nei nostri ricordi e descrive meglio di ogni altra il carattere dello spagnolo. La pronunciò a Termas de Rio Hondo, nel 2019 al termine di una gara non esaltante “A volte, hai solo bisogno di un abbraccio”.

Una immagine che sembra quasi stridere con un mondo che non guarda in faccia a nessuno e che è pronto a bocciare chiunque al minimo errore. Un mondo in cui i piloti rischiano la vita e devono letteralmente gettare il cuore oltre l’ostacolo per limare quell’ultimo deciso di secondo che in qualifica può fare la differenza tra l’accesso alla Q2 ed un weekend disastroso. Eppure una frase che riesce a tratteggiare con perizia degna del miglior Giotto i contorni del carattere di Vinales. L’aveva capito Davide Brivio, che quando portò la Suzuki al debutto in MotoGP puntò proprio sul suo talento, vincendo alla grande la scommessa e lanciandolo nel firmamento dei top rider della categoria. 

Vinales trovò nella Suzuki targata Brivio la famiglia perfetta

Vinales vinse a Silverstone la prima gara per Suzuki nel 2016, la prima dopo il rientro della Casa di Hamamatsu in top class e decidere di passare in Yamaha non fu una decisione affatto facile per lui. Sapeva di stare lasciando un box in cui l’armonia era perfetta, in cui si sentiva davvero al centro del progetto e si stava dirigendo nel box Yamaha dove l’ingombrante presenza di Valentino Rossi di certo non avrebbe aiutato. I primi test furono incredibili, con Vinales che sembrava aver in pugno la M1 meglio anche di Jorge Lorenzo. Sempre davanti a tutti e capace di battere tutti anche nelle prime due gare del mondiale 2017. L’inizio perfetto di una storia d’amore.

Poi sono iniziati i problemi, le vittorie non sono più arrivate con la stessa frequenza e spesso Maverick offriva prestazioni altalenanti. Un’attitudine che l’ha accompagnato per tutto il suo percorso in Yamaha, fino all’avvento di Fabio Quartararo. Con la stessa moto, il francese ha dimostrato di poter dominare, di essere la vera punta di diamante per la Yamaha. Così sono iniziate le critiche alla moto per Vinales a cui giustamente la Yamaha rispondeva mostrando proprio i risultato di Fabio. Per la serie, se questa moto vince con Fabio, non è lei il problema. Sarebbe stata proprio questa l’inizio della fine, perché Maverick sentiva di aver perso la fiducia della Casa di Iwata, sentiva sempre più distanti quegli abbraccio di cui aveva bisogno. Un rude pilota che sfida la morte ad oltre 350 km/h e che per andare più forte aveva bisogno semplicemente di questo, di un abbraccio in più.

La storia della burrascosa separazione con Iwata la conosciamo tutti, ma è interessante capire perché proprio in Aprilia Maverick possa trovare quel clima di cui ha sempre avuto bisogno per esprimere tutto il proprio cristallino talento. Aleix Espargarò l’ha detto a chiare lettere “Non so come si stia in Yamaha, ma posso dire che in Aprilia si sta benissimo, è la mia famiglia”. Parole pronunciate dallo spagnolo proprio all’indomani della separazione tra Vinales e Yamaha, parole che sono confermate ogni domenica dal clima nei box della Casa di Noale. 

Il progetto RS-GP sta finalmente sbocciando nel 2021, ma negli anni precedenti non era di certo una situazione simile a quella odierna. Sono stati anni duri, ma nessuno ha mai mollato ed ha continuato a lavorare fino ad incassare il premio rappresentato dal podio di Silverstone. I problemi sono stati tanti e tutti ricordiamo bene quanto accaduto ad Andrea Iannone. Uno scenario che Aprilia ha affrontato scegliendo di restare al fianco del proprio pilota fino all’ultimo secondo utile, dando il massimo supporto ad Andrea nel momento più difficile della sua vita e della sua carriera agonistica. Una scelta che a sua volta stride quasi con il mondo ipercompetitivo della MotoGP, ma che più di ogni altra cosa significa tantissimo anche per Vinales.

Aprilia e Iannone: l'uomo prima di ogni altra cosa

In Aprilia l’uomo viene prima di ogni altra cosa, il clima nei box è sereno ed il pilota è messo nelle condizioni di dare semplicemente il massimo. Un’equazione che sulla carta appare perfetta per Vinales, un ragazzo che ha bisogno proprio di questo per poter dare il massimo in sella. Deve sentirsi importante, deve provare quella rassicurante sensazione di essere al centro di un progetto. Massimo Rivola conosce molto bene la testa dei piloti, ha gestito i ragazzi del programma giovani Ferrari ed ha accompagnato un certo Charles Leclerc fino al giorno del debutto in F1, in cui si è mostrato subito come uno dei migliori in assoluto. Adesso deve fare la stessa cosa con Vinales ed abbiamo la certezza che possa riuscirci. Maverick dovrà capire come funziona la RS-GP, vorrà adattarsi al V4 e di certo non può aspettarsi di salire in sella e puntare subito al podio. Ma sa anche che quando scenderà da quella sella e magari non sarà in linea con i tempi di Aleix Espargarò, non ci sarà un clima ostile nel box e non pioveranno critiche. 

Sarà questo il segreto per consentire a Vinales di esprimersi al meglio sulla RS-GP, convincendolo in futuro magari a sposare la causa Aprilia a lungo termine. L’attuale contratto scadrà a fine 2022 ed è anche logico, visto che in questa stagione scadranno la maggior parte dei contratti dei top rider in MotoGP. Adesso lo spagnolo avrà tempo per conoscere la moto e poi portarla in gara, mentre l’Aprilia avrà a sua volta il tempo per vedere Vinales crescere sulla sua moto e magari convincerlo a restare anche altre il 2022. E’ decisamente prematuro parlare di questi argomenti, visto che solo stamattina c’è stata la prima presa di contatto tra pilota e moto. Eppure siamo convinti che questo matrimonio sia destinato a funzionare alla grande, ricreando attorno a Vinales quello stesso clima che tra il 2015 e 2016 gli aveva consentito di esplodere in MotoGP con la Suzuki targata Brivio. Una squadra quella quasi interamente composta da italiani, proprio come l’Aprilia. Se due indizi fanno una prova, a Noale ci sarà da divertirsi. 

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