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MotoGP, Zarco: "la vittoria di Martin deve spingere tutti i piloti Ducati, non solo me"

"Il successo di Jorge, mi conferma che la Desmosedici è una delle migliori del lotto. Questo mi aiuta per trovare una spinta ulteriore. Dal Qatar 2 il potenziale di Jorge era chiaro. Il mio divorzio da KTM è stato diverso da quello di Vinales"

MotoGP: Zarco:

Johann Zarco è stato l’unico tra le tre punte della Ducati a non perdere eccessivo contatto da Quartararo in classifica generale. Era ben consapevole di avere una onesta chance in Austria per ricucire il gap con il rivale della Yamaha, e la vittoria cristallina del suo compagno Jorge Martìn non ha fatto altro che avvalorare quelle aspettative. Solo che mentre lo spagnolo ha vissuto una domenica da sogno, per il francese della Pramac lo scenario è stato diverso. 

Questo weekend Johann avrà l’occasione per rifarsi e magari conquistare quel primo successo in MotoGP che ancora gli manca e che ovviamente sarebbe chiamato a celebrare con un back-flip da manuale. Probabilmente Johann avrà già individuato il punto perfetto della pista in cui esibirsi nella manovra acrobatica, ora però tocca trovare il modo di arrivare al momento giusto in condizioni tali da poter dare vita allo spettacolo da stunt-man. 

C'è poi quanto accaduto a Maverick Vinales su cui ragionare con Johann, visto che in passato anche lui è stato gentilmente lasciato a casa da KTM dopo aver annunciato la separazione a metà 2019 dalla Casa austriaca. Per il francese però, le due situazioni non sono assimilabili. 

"Quando stavo male con KTM, avevo anche pensato di ritirarmi - ha detto Zarco -  ma credo che la situazione fosse molto diversa nel 2019, perché a quell’epoca la KTM non era allo stesso livello tecnico della Yamaha di oggi. Maverick voleva cambiare le cose e l’ha fatto, ma onestamente non so cosa abbia fatto per arrivare a costringere Yamaha a lasciarlo a casa".

Nel tuo caso cosa successe?
"Quando mi sono separato da KTM, ho corso altre tre gare e l’ho fatto non andando peggio di come stavo andando prima. Ma loro dopo Misano mi hanno chiesto di restare a casa, perché loro dovevano sviluppare cose nuove che non volevano farmi vedere. Così ho avuto la possibilità di andare prima in Honda con LCR e poi in Ducati, quindi penso sia una situazione molto diversa. E’ triste come cosa, triste arrivare a questo punto. Ma Yamaha probabilmente sa di avere una buona moto, ha un pilota che è leader del mondiale e fa podio anche su una pista come questa che è ostica per la M1. Conoscono il potenziale di Maverick, quindi forse capiscono che non c’è ragione per cui lui sia così indietro in classifica, quindi preferiscono lasciarlo a casa". 

Parlando di te invece, come hai preso il sesto posto di domenica?
"
Il quarto posto sarebbe stato meglio del sesto! Ero veloce, ma negli ultimi giri ho sofferto troppo con la gomma posteriore e Binder e Nakagami mi hanno preso troppo presto. Mi sono lamentato a fine gara, perché quando perdi due posizioni nell’ultimo giro della gara è frustrante. Ma non è stata una brutta gara e sono stato felice che la mia squadra abbia vinto. Questo è interessante perché conferma quello che io penso della moto, ovvero che è possibile vincere. Serve solo trovare un pelo di confidenza in più per lottare per podio e vittoria. Quando ho analizzato i miei dati dopo la gara, mi sono divertito con la mia squadra a commentare il successo di Jorge. E’ stata una buona domenica". 

Aver visto vincere Jorge Martìn ti ha dato una spinta in più?
"Mi da grandi motivazioni  il successo di Jorge, mi conferma che questa moto è una delle migliori del lotto. Questo mi aiuta per trovare una spinta ulteriore. Dal Qatar 2 il potenziale di Jorge era chiaro, ha fatto la pole ed ha condotto la gara quasi fino alla fine. Poi è successo il brutto incidente di Portimao, e dopo ci sono state gare difficili. Ma ha recuperato durante la pausa ed ora corre di nuovo come Martinator. Il fatto che lui sia così veloce con così poca esperienza deve spingere tutti piloti Ducati a fare un passo in avanti, non solo me". 

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