Daniele Romagnoli, detto ‘Radar’ è il wingman di Jorge Martin, l’uomo che nei box gli siede al fianco ed interpreta i dati e le sue parole per metterlo nelle migliori condizioni.
E’ un tecnico di grande esperienza, che da sempre è stato chiamato a gestire piloti veloci, e sull’ultimo che gli è stato affidato dal team Pramac da un giudizio particolare.
“Jorge secondo me è veramente espressione della giovane generazione, anche Melandri ai suoi tempi lo era, ma Martin non è l’evoluzione 2.0, ma addirittura la 3.0! Ha una rapidità incredibile nell’apprendere le cose. Gli spieghi la telemetria, un assetto e lui lo capisce e lo interpreta al volo…sono contentissimo di lui. E poi è stato sfortunato perché si è fatto male ed è stata fuori quattro gare: questa è stata la sua sesta. Che dire? Nella seconda, in Qatar ha fatto la pole ed ha chiuso il Gran Premio in terza posizione, qui è invece è partito dalla pole e la ha vinta”.
E’ entusiasta, Romagnoli, soprattutto della comunicazione che si è instaurata fra lui ed il 23enne spagnolo, già campione del mondo nella Moto3 nel 2018.
“Il bello di Jorge e che ti dice: in questo turno farò questo, in gara farò quest’altro ed il 90 per cento delle volte, ci riesce, lo fa”, prosegue il tecnico..
“Questa sua prima vittoria, che è anche la prima per il team Pramac è importante, perché Mir alle sue spalle non ha mollato un secondo fino all’ultimo giro. Avevamo paura, questa è una pista insidiosa, per questo negli ultimi passaggi gli abbiamo dato un po’ di margine in più nelle segnalazioni per tranquillizzarlo”.
Audio raccolto da Matteo Aglio