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MotoGP, GP di Stiria: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Martin fa il Terminator, ma alla Ducati non basta per sorridere e la festa è per Quartararo. Pedrosa ritorna e incanta, Rossi decide di lasciare e gli preparano uno sgabuzzino

MotoGP: GP di Stiria: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Martinator non va a caccia di Sarah Connor, ma di vittorie. Un compito che sta iniziando a riuscirgli bene anche in MotoGP. Sulla Ducati (di Pramac, naturalmente) non gli servono altre armi che il suo polso destro. Su 10 gare non ne ha corse 4 ne ha vinta una (più un altro podio). È stato l’ancora di salvezza per una Ducati naufragata in un GP senza pioggia.

Non può essere festa grande per gli uomini in rosso, ma invece la è per Fabio Quartararo. Altro che soffrire, il francese ha goduto e fatto un altro passo verso quel titolo che forse solo lui può più perdere.

IL BELLO – Da Terminator ha preso il suffisso del soprannome e forse anche il cervello elettronico per controllare una gara nei minimi particolari. Dopo i tanti punti di sutura delle tre operazioni dopo la terribile caduta a Portimao, Jorge Martin ha preso i 25 punti più importanti di tutta la sua vita. Se è nata una stella lo dirà il tempo, intanto Pramac si coccola il suo gioiello. Hasta la vista, baby.

IL BRUTTO – L’annuncio del proprio ritiro non è mai un bel momento per un pilota, se viene organizzato in uno sgabuzzino, mettendolo su uno sgabello come per un provino di un talent show di serie B la situazione può solo peggiorare. Pochi giornalisti, nessun collega ad applaudire e la tristezza è servita. Pensare che si trattata di Valentino Rossi, uno dei piloti che ha dato di più alla MotoGP. Non c’è limite al peggio.

IL CATTIVO – Ognuno è padrone a casa propria, ma nella pista di famiglia KTM è stata un’ospite terribile. Il licenziamento di Petrucci e Lecuona a pochi minuti dalle qualifiche è stato quanto meno inelegante, le parole di Fernandez dopo l’ingaggio imbarazzanti. Danilo e Lecuona piangevano per essere stati messi alla porta, Raul per essere stato fatto entrare. Se il buongiorno si vede dal mattino, meglio portare l’ombrello il prossimo anno.

LA DELUSIONE – Non capita a tutti di vincere e perdere nello stesso momento. Ci è riuscita Ducati. Fiumi di Prosecco sul podio, di lacrime nel box del team ufficiale. Miller casca, Bagnaia si perde dietro a una gomma, Zarco si fa di nebbia e Quartararo ringrazia per il regalo. Il Red Bull Ring avrebbe dovuto essere un incubo per lui, lo è stato per gli avversari.

LA CONFERMA – Un po’ tardiva, va detto, ma piacevole. Marco Bezzecchi è tornato a vincere, in una gara non scontata. L’unico dubbio è sul tempismo, perché Gardner ha ormai preso il largo e bisogna sbrigarsi per non per perderlo di vista. Un’altra gara al Red Bull Ring potrebbe aiutare.

L’ERRORE – Pedro Acosta sembrava avere trovato in Sergio Garcia pane per i suoi denti. Lo spagnolo di Aspar aveva fatto tutto bene, fino all’ultime due curve. Una scivolata che non gli ha tolto il 2° posto ma la possibilità di una volata.

LA SORPRESA – Dani Pedrosa aveva tutto da perdere nella sua comparsata al GP di Stiria, invece ha vinto su tutti i fronti. Ascoltarlo parlare è sempre un piacere, vederlo guidare ancora meglio. Con la sua classe ha dato una lezione fuori e dentro la pista che i giovani piloti dovrebbero imparare.

IL SORPASSO – Più che un sorpasso una sponda, quello di Marc Marquez su Aleix Espargarò. Le polemiche non sono mancate, gli Steward sono stati in silenzio.

LA CURIOSITA’ – Non è stata una gara da medaglie per l’Aprilia, ma in Austria ha voluto rendere omaggio alla fantastica Italia olimpica. Del resto sulle sue ali ci sarebbe spazio per scrivere un romanzo.

IO L’AVEVO DETTO – Questa volta c’è l’imbarazzo della scelta, perché a coltivare speranze per domenica erano in tanti, da Bagnaia a Miller, passando per Vinales. Come è andata finire lo sappiamo.

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