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Nel Regno Unito da oggi i motociclisti viaggeranno più sicuri

Svolta epocale nel codice della strada britannico: i mezzi più pesanti avranno la responsabilità di badare agli utenti deboli, come i motociclisti

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Ogni tanto si sente anche qualche buona notizia per i motociclisti, e questa arriva dritta dal Regno Unito. Il parlamento britannico ha infatti approvato un aggiornamento al codice stradale che segna un nuovo capitolo della viabilità nazionale e soprattutto introduce il concetto di responsabilità differenziata tra gli utenti. Detta così non suona chiaro, ma per questo ci siamo noi.

Che significa?

Fino ad oggi in Inghilterra, così come in molte altre nazioni, ogni utente della strada, senza differenze basate sul mezzo condotto, aveva la piena responsabilità della propria sicurezza. Da oggi però, con entrata in vigore a settembre, il codice stradale inglese introdurrà una scala di responsabilità differenziata a seconda del mezzo guidato. In pratica chi guida un mezzo pesante avrà la responsabilità di vigilare su ogni sua manovra o condotta per non danneggiare automobilisti e motociclisti, le auto dovranno stare attente a cosa succede intorno a loro se ci sono moto o bici in prossimità, e gli stessi motociclisti saranno garanti della sicurezza di ciclisti e pedoni che incontrano sul loro cammino.

Cosa cambia?

Beh, in teoria tutto. Nelle nazioni dove questo tipo di responsabilità è già stato introdotto non solo il tasso di incidenti si è abbassato, ma in caso di sinistro e in mancanza di evidenti prove contrarie, la responsabilità viene assegnata al conducente del mezzo più pesante tra quelli coinvolti. Questo tipo di modifica è in realtà pensato per far convivere al meglio auto e mezzi pesanti con bici, monopattini e pedoni, ma a giovarne sono anche i motociclisti, utenti tra i più deboli della strada.

Una nazione a misura di motociclista

C’è da dire che l’Inghilterra si sta spendendo molto per tutelare i suoi motociclisti: se è vero che su alcuni aspetti i poliziotti inglesi sono intransigenti, come per le attività in off-road dove la legge lo vieta, dall’altro lato è ormai da mesi attivo il pattugliamento e la ricerca di moto rubate attraverso droni. Una tecnica innovativa che ha alzato non di poco la statistica sui furti sventati e quella delle moto riconsegnate ai legittimi proprietari.

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