Con 121 CV a disposizione è la custom con il logo Bar&Shield più potente del catalogo: Harley-Davidson Sportster S segna l'evoluzione di un nome che ha fatto la fortuna della Casa americana per oltre 64 anni, e che oggi si reinventa completamente. La proveremo tra poco in anteprima internazionale, e prima di dirvi come va non può mancare una panoramica sull'ultima creatura di Milwaukee.
Radical-Punk
Basta uno sguardo per capire che è una Harley-Davidson, ma allo stesso tempo ci vuole un attimo per accorgersi che un balzo così in avanti nelle linee e nell'aspetto forse la Casa americana non lo aveva mai compiuto. E' muscolare ma minimal allo stesso tempo: il serbatoio a goccia, diverso dal solito Peanut delle vecchie Sportster ma sempre inconfondibile, lo scarico alto e il codino da flat tracker ne delineano il look, che ben si sposa con la ciclistica. La possente ruota da 17" anteriore, calzata da pneumatico 160/70 le da un'aria vagamente bobber, ma la Sportster S è molto di più e a testimoniarlo ci sono il motore tutto nuovo e una componentistica di primo livello.
La Sportster Max!
Il trait d'union del presente ma soprattutto del futuro di Harley-Davidson è rappresentato dal nuovo motore Revolution Max: V-Twin (non potrebbe essere altrimenti visto il logo) inclinato di 60° che cambia completamente il paradigma rispetto ai suoi predecessori, soprattutto se si guarda alla storia recente e all'Evolution che ha equipaggiato le "vecchie" Sportster fino allo scorso anno. Raffreddamento a liquido, fasatura delle valvole, propulsore come elemento stressato del telaio e una serie di ritocchi per renderlo simile ma non uguale a quello della Pan America 1250 segnano il nuovo corso della Sportster S, che manda in pensione definitivamente anche la catalogazione storica di Harley-Davidson per i suoi modelli, che venivano denominati in base al telaio.
Alla prova dei fatti la Sportster S assicura 121 CV e 127 Nm di coppia massima: numeri importanti che vengono supportati da un reparto sospensioni che promette divertimento grazie alla forcella Showa a steli rovesciati da 43 mm e dal monoammortizzatore dello stesso marchio con serbatoio separato, entrambi regolabili. L'impianto frenante è invece marchiato Brembo, con pinza radiale monoblocco a mordere il disco singolo da 320 mm all'anteriore e una a 2 pistonici che lavora sul disco posteriore da 260. Scelta quantomeno curiosa quella di non dotarla di un doppio disco, e appena saliremo in sella cercheremo di capire se la ragione risiede dalle parti di Milwaukee. A completare il quadro ci pensano la seduta a 755 mm da terra, le pedane avanzate e il manubrio basso, che restituiscono una posizione aggressiva ma comunque "custom oriented". Tutti i dettagli li trovi nel nostro articolo di presentazione QUI.
L'elettronica che non ti aspetti
Abituati a quel fascino scanzonato e senza troppe prestese da Easyrider di cui le Sportster erano tra le ultime portatrici sane, leggere la scheda tecnica della nuova Sportster S lascia spiazzati: gruppi ottici Full-LED, 3 mappe motore standard più 2 personalizzibili, pacchetto di ausili alla guida da hyper-naked con ABS e controllo di trazione dinamici, ma anche cruise control con sistema di sicurezza e sensori di prossimità, tutti gestibili da uno schermo TFT da 4" che non snatura certo l'aria minimal della moto ma consente piena connettività, con tanto di navigazione in app, e il controllo della moto anche da remoto. Anche in questi dettagli si percepisce la rivoluzione Harley-Davidson.
Il prezzo? Not so Sporty
E naturalmente una moto così diametralmente opposta alle sue progenitrici non poteva mantenere troppo i contatti neanche nel listino: se infatti per una Iron 883 o una 1200 ci vogliono dagli 11 ai 12.000 euro, per la Sportster S servono 15.900 euro. Certo, la nuova arrivata non ha proprio l'aria della entry-level pronta a guidare giovani harleysti verso i bestioni da turismo, ma sembra più un punto esclamativo per chi vuole finalmente unire il look custom alle prestazioni che dalle parti di Milwaukee raramente si erano viste.