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Assen 2007 SBK Amarcord: quando Bayliss fregò Toseland in volata

Nel 2007 Troy correva con una Ducati 999 ormai asfittica rispetto ai 4 cilindri della concorrenza, ma in Olanda riuscì a vincere una manche leggendaria battendo il rivale sulla Honda

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Due grandi campioni, due moto che più diverse non potrebbero essere ed un ultimo giro da infarto. Questi sono gli ingredienti della seconda manche SBK della tappa di Assen del mondiale 2007. Protagonisti sua Maestà Troy Bayliss e Mr James Toseland, due piloti in antitesi eppure legati da destini che spesso si sono incrociati. A fare da sfondo Assen, l’Università della moto, che è stata teatro di gare spettacolari nel corso della sua lunga storia. Quella seconda manche del 2007, rientra senza dubbio nel novero delle migliori in assoluto. 

Quando si parla di finale da photofinish, spesso si interpreta male il concetto. Capita che si definisca così un arrivo in F1 tra due piloti staccati tra loro da pochi decimi di secondo. In Nascar capita spesso che una volata tra due piloti Yankee si risolva con distacchi di pochi centesimi. Invece oggi raccontiamo un finale di gara che ha disseminato infarti in giro per il mondo tra tutti coloro che hanno avuto la fortuna di vivere in diretta un duello incredibile, risolto solo all’ultimo giro di una gara tiratissima e per appena 9 millesimi di secondo. Il tutto tra due piloti che in comune hanno solo di avere entrambi vinto dei titoli di campione SBK in sella a due Ducati e che in quel finale hanno racchiuso tutta la propria classe, la propria esperienza e anche quel sano pizzico di cattiveria che ci vorrebbe sempre in pista. E che sono stati separati da meno di un centesimo di secondo sul traguardo.

ASSEN 2007 - Tante stelle in pista, la SBK al top della sua storia

Il 2007 è un anno strano della storia della SBK, che vede uno scenario profondamente in divenire. Troy Bayliss è tornato nel 2006 nel campionato e ha vinto subito, chiarendo a chi avesse dubbi chi fosse il padrone della SBK. A fine anno si è anche regalato lo sfizio di zittire il mondo della MotoGP con una vittoria perentoria a Valencia che resterà nella storia. Ma in SBK nel 2007 la Ducati 999 inizia a sentire il peso degli anni, e soprattutto il motore bicilindrico da 1000 cc è al suo canto del cingo, prima dell’avvento del nuovo 1200 che i tifosi della Rossa attendono come il più agognato dei regali.

Sul pianeta SBK è sbarcato Max Biaggi, che ha vinto la prima manche del campionato in Qatar con la Suzuki gestita da Francis Batta e la sua Alstare e vuole dimostrare quanto sia grande il torto subito in MotoGP. C’è l’irriducibile Noriyuki Haga che in coppia con Troy Corser, forma uno dei team più forti del campionato su una versione vitaminizzata della R1. E poi c’è James Toseland, il campione della stagione 2004 in sella alla stessa Ducati 999 di Bayliss. Il pianista porta in pista una Honda CBR allestita dal team Ten Kate con un supermotore ed una ciclistica che sembra fatta apposta per la guida dell’inglese.

Quando questo matto circus della SBK arriva ad Assen, è il quinto round della stagione e delle 8 manche disputate Toseland ne ha vinte la metà, riuscendo anche ad aggiudicarsi la prima frazione del GP di Assen, portando il conto ad un totale di cinque vittorie su nove manches disputate. Toseland guida con autorità la classifica e sembra intenzionato a riprendersi quel numero uno perso un paio di anni prima, dando anche un discreto schiaffo a quella Ducati che l’aveva abbandonato forse un po’ troppo presto.

James Toseland e quella voglia di vendetta verso la Ducati

Ma sul cammino verso il trionfo, James deve necessariamente fare i conti con quel cavallo pazzo di Bayliss, che dal canto suo ha vinto solo la prima frazione nell’amatissima Phillip Island, ma è anche reduce da un brutto infortunio a Donington. Troy subisce una brutta frattura ad una falange in gara 1 sul circuito inglese, ed anche un violentissimo colpo ai gioielli di famiglia. Ma lui ha la testa dura almeno quanto i gioielli di cui sopra e chiede ai medici di amputare il dito per permettergli di correre la seconda manche di quella gara in terra di Albione. Ci vuole tutto il buon senso di Davide Tardozzi per allontanare questa folle idea e tentare di salvare il dito di Troy. Alla fine quel povero dito ha lasciato orfana la mano di Troy, ma almeno il buon Davide ha mantenuto la coscienza pulita.

Le qualifiche di Assen avevano sancito il dominio di Toseland, padrone del tracciato di casa per i fratelli Ten Kate, che avevano la sede della Factory a pochi Km dal circuito olandese. Dominio confermato con una vittoria in gara 1 ottenuta avendo la meglio sul coriaceo Noriyuki Haga, che resterà l’avversario n°1 per il titolo fino all’ultima manche del mondiale per il pilota inglese. Bayliss ha chiuso la prima frazione quarto e per lui non prendersi neanche il podio, battuto anche da Ruben Xaus terzo con una Ducati privata, è un affronto inaccettabile. Quando il semaforo scatta sulla seconda frazione del GP di Assen, Troy ha letteralmente gli occhi della tigre e vuole riprendersi la coppa della vittoria.

In pista sono in tre a dare spettacolo, con la partecipazione di Lorenzo Lanzi e Max Biaggi che fanno da contorno tricolore allo show offerto da Toseland, Haga e Bayliss. Sono infatti questi tre piloti ad infiammare lo spettacolo in pista giro dopo giro tra staccate al limite, sorpassi spettacolari e derapate da psicopatici. Al decimo giro un problema tecnico toglie la scheggia impazzita Haga dalla mischia, proprio dopo che il giapponese era riuscito a prendersi la testa della gara. Ad ereditare il posto sul podio è il sempre concreto Max Biaggi, che sta facendo la formichina nel mondiale mettendo assieme tantissimi punti importanti gara dopo gara, ma non è il più veloce del lotto. Almeno non lo è sempre.

E' sfida tra Haga, Bayliss e Toseland, ma il giapponese resta tradito dalla R1

I due reduci del trio di testa sono quindi Toseland e Bayliss, che danno vita ad una seconda parte di gara da cineteca. Troy recupera in staccata tutto quello che la sua 999 perde in accelerazione dalla potentissima CBR del rivale inglese, mettendoci gli interessi di tasca sua con una guida talmente spettacolare da far perdere tantissimi anni di vita al povero Tardozzi che guarda lo spettacolo in pista dal proprio box, assieme al popolo rosso. Dal dodicesimo giro è sempre Bayliss a passare primo sul traguardo ma le posizioni tra i due si invertono tantissime volte in pista, e tutti i sorpassi sono da manuale della guida. Quando inizia l’ultimo giro, Troy è ancora avanti Toseland, ma l’inglese aspetta il tratto veloce dello splendido tracciato per passare in tromba l’asfittico bicilindrico del pilota Ducati.

Chiunque conosca Assen, sa benissimo che l’ultima staccata prima del traguardo precede una variante che negli anni ha regalato spesso duelli incredibili, con manovre al limite e spesso oltre. Valentino Rossi ne sa qualcosa, Marc Marquez può confermare. All’ingresso Toseland precede Bayliss di oltre una misura e un attacco sembra fuori discussione persino per un vero mastino come Troy. Ma l’australiano decide di tentare una manovra incredibile. Bayliss sembra infatti arrivare lungo alla staccata, tanto da quasi affiancare Toseland all’esterno dell’ingresso della variante. In realtà Troy sta solo costruendo un incrocio di traiettoria da compiere nella variante, per poter spalancare prima il gas e sfruttare la trazione della sua 999.

La manovra è incredibile e sul traguardo i due passano praticamente all’unisono. E’ solo l’immagine del photofinish a consacrare Troy Bayliss vincitore di una gara spettacolare, con un finale da film. Il suo vantaggio su Toseland è di appena 9 millesimi di secondo e gli applausi sono tutti per l’australiano e per quella manovra incredibile che all’inizio sembrava quasi un errore. Quando si tratta di attaccare all’ultima curva, evidentemente Troy Bayliss di errori non ne commette. Mai.

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