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MotoGP, Quartararo e Ducati "campioni d'estate", Rossi e Honda maglie nere

IL CONFRONTO 2020/2021 - Dopo 9 GP Fabio, Zarco e Bagnaia mostrano netti miglioramenti rispetto a un anno fa, sprofonda Valentino con 41 punti in meno

MotoGP: Quartararo e Ducati

Tempo di vacanze per i piloti della MotoGP, ma anche di bilanci. Nello sport c’è un solo giudice e sono i risultati, così qualcuno ha potuto godersi il meritato riposo sicuro della promozione, mentre per altri luglio sarà un mese su cui riflettere sugli errori compiuti. Nove Gran Premi sono passati e non per tutti sono stati pieni di soddisfazioni.

Non vale certamente per Fabio Quartararo, che ha lasciato Assen in testa alla classifica, con buon margine su Zarco (34 punti) e Bagnaia (47). Anche l’anno scorso il francese dopo 9 gare era al comando, ma questa volta c’è molta più sostanza dietro al risultato. Rispetto al 2020 ha in più  41 punti, una vittoria e tanta costanza, soprattutto. I 6 podi la dicono lunga sul cambiamento del pilota Yamaha, che nella scorsa stagione o vinceva o spariva, mentre adesso è sempre tra i migliori e, senza il problema al braccio di Jerez e quello alla tuta di Le Mans, i suoi numeri potrebbero essere ancora migliori.

Se il francese è il ‘campione d’estate’ di diritto, anche Ducati può fregarsi le mani. Per il dopo-Dovizioso ha deciso di puntare sui giovani e per il momento ho avuto ragione. Soprattutto sono sorprendenti i passi in avanti fatti da Zarco e Bagnaia. Il francese di Pramac è meritatamente 2° in classifica con 4 podi e ben 75 punti più dello scorso anno, un risultato che lo fa essere il pilota con la crescita maggiore. Dopo avere rischiato di perdersi completamente in KTM, Johann si è ritrovato nel rosso di Pramac e ha già vinto la sua personale battaglia.

Anche puntare su Bagnaia non è stato sbagliato, se si vede il salto fatto rispetto al 2020 (anche se l’anno scorso aveva saltato 3 gare per un infortunio). Pecco è comunque stato più costante, brillano anche su piste non troppo congeniali a lui o alla sua moto. Con qualche neo, però, come la caduta al Mugello. Così il piemontese sta ancora inseguendo quella vittoria in MotoGP che sarebbe alla sua portata, se non capitasse sempre qualcosa. Obiettivo raggiunto invece già 2 volte quest’anno dal suo compagno di squadra Miller, anche lui nettamente migliore rispetto a un anno fa, ma ancora troppo incostante, anche al netto dei problemi di sindrome compartimentale che hanno condizionato i primi due GP del Qatar.

Fra i promossi prima dell’estate, ci sono di diritto anche Oliveira e Aleix Espargarò. Miguel aveva già fatto vedere nel 2020 di essere un pilota da tenere d’occhio e quest’anno, dopo le difficoltà i iniziali dovute alla KTM, è ripartito da dove aveva finito. I punti persi lo collocano lontano in classifica da Quartararo, ma che sarà un protagonista anche della seconda parte di stagione è scontato. Brava anche l’Aprilia, che si affida a un solo pilota ma che sta raccogliendo quando seminato. Aleix ha messo la testa a posto, ha 37 punti in più di un anno fa e può pensare che il podio non sia più una chimera.

Fra i rimandati (non a settembre ma ad agosto) c’è il campione in carica Joan Mir. I suoi risultati sono stati in linea con quelli del 2020, ma ora il livello è diverso, con meno incertezza e colpi di scena, e la costanza non basta più. Vinales, invece, meriterebbe un capitolo a sé. Il divorzio a fine anno con Yamaha è già stato annunciato e Maverick, come nelle ultime stagioni, ha alternato gare perfette ad altre disastrose. Nel suo caso bisognerà aspettare il 2022 per capire se il cambio d’aria risolverà tutti i suoi problemi.

Ora vengono le note dolenti, le delusioni di questa prima parte di campionato. Honda (vittoria di Marc Marquez a parte) lo è stata. Se Nakagami lo scorso anno aveva impressionato favorevolmente, in questo 2021 è stato poco più di una comparsa. Anche Alex Marquez, dopo un fine stagione in crescendo è sparito. Per quanto riguarda Pol Espargarò, il cambio da KTM a Honda ha portato solo dolori e tre podi in meno.

Cambiare non è stato semplice neppure per Petrucci, vincente sulla Ducati e ampiamente sotto i suoi standard sulla KTM. Il suo migliore risultato quest’anno è stato un 5° posto a Le Mans, pista in cui nel 2020 aveva trionfato e questo dice tutto. Bocciato anche Alex Rins, che ha talento e moto per brillare, ma fa troppi errori.

Franco Morbidelli invece non ha cambiato nulla ed è stato questo il suo maggior problema. Rimanere sulla M1 del 2019 è un limite enorme e il pilota di Petronas ha potuto consolarsi solamente con un podio, un per magro bottino per il vicecampione del mondo in carica. A dare poi la più classifica delle mazzate finali è stato l’infortunio al ginocchio, che probabilmente lo terrà lontano dal paddock anche in Austria.

La nostra carrellata si conclude con Valentino Rossi, maglia nera di questo confronto. Rispetto al 2020, il Dottore di trova con 41 punti in meno in classifica, la differenza peggiore di tutti. I 17 punti racimolati in 9 GP sono lo specchio di uno dei momenti peggiori (se non il peggiore) di tutta la sua carriera. In alcune occasione Valentino ha mostrato ancora un po’ dello smalto dei tempi andati, ma alla fine si è sempre risolto tutto con un nulla di fatto. Proprio nel momento in cui deve decidere del suo futuro.

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