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MotoGP, Il violento highside di Marquez: "abbiamo un problema di traction control"

VIDEO “Nell’aria è stato tutto molto lento, l’attimo prima, invece, ho provato a non chiudere il gas di colpo quando ho sentito la gomma mollare, per non saltare in aria, mi aspettavo che entrasse il controllo di trazione, ma non è entrato”

MotoGP: Il violento highside di Marquez: "abbiamo un problema di traction control"

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Il sesto tempo ottenuto nel quarto giro del secondo turno di prove mette al riparo Marc Marquez da eventuali scherzi del meteo, tutt’altro che improbabili ad Assen, proiettandolo eventualmente in Q2. Le qualifiche però in questo momento sono l’ultimo dei pensieri del pluriiridato che, proprio in quella session,e è incappato in un violento highside che poteva avere gravi conseguenze.

Sbalzato in aria a metà del quinto giro dalla sua Honda imbizzarrita, Marc è atterrato pesantemente sull’asfalto, per poi rotolare nella ghiaia. Per lunghi secondi lo spagnolo è rimasto accovacciato su sei stesso, per riprendere fiato, poi è rientrato direttamente al box senza passare dal centro medico, ma la sessione, divenuta nel frattempo bagnata, non lo ha visto tornare in pista.

“Sono contento di esserne uscito bene - sono state le sue prime parole, poi ha aggiunto - Mi sentivo meglio di quanto mi aspettassi qui ad Assen. Nella FP2 in certe sezioni stavo spingendo, ma in quel punto ed in quel momento non ero oltre il limite, anche perché c’era Mir davanti a me”.

E davanti a Joan una KTM ed una Ducati. Però certo Marc non stava andando a spasso. Nel passaggio precedente si era lanciato, facendo il suo best al terzo e quarto settore e nel quinto giro aveva abbassato i suoi tempi nel primo e nel secondo. Poi l’highside, violento, improvviso, potenzialmente pericolosissimo, nel terzo.

Quel che è vero e che in quelle curve non dobbiamo cadere, c’è l’elettronica che dovrebbe evitarlo - spiega Marquez, che aggiunge - come la caduta nel 2020 a Jerez. Anche Pol è incappato in cadute simili e dobbiamo capire cosa è successo, se ho fatto io o meno qualcosa di sbagliato. Nel giro precedente avevo guidato nello stesso identico modo, ma dobbiamo capire cosa è andato storto per il futuro che non significa il 2022, bensì quest’anno. Il rischio è perdere la confidenza per andare veloci”.

Marc poi prosegue a spiegare, entrando più nel dettaglio.

“Quando io dico che dobbiamo fare ‘qualcosa’ significa che dobbiamo capire come lavorare sull’elettronica per evitare queste cadute. Se cadi perché hai piegato o aperto troppo, è colpa del pilota, ma quando invece accade un highside come questo è perché c’è qualcosa di sbagliato e dobbiamo capirlo non per il futuro, ma per la prossima gara. Se si vuole avere confidenza con la moto non si può avere questo tipo problemi. Ti tolgono la confidenza per girare al limite. Mentre parliamo il team è già al lavoro per controllare alcuni parametri. Stavo guidando bene nella FP2”.

Le immagini ci hanno ricordato gli anni delle moto violente, le 500 due tempi, i tanti highside di Kevin Schwantz.

“È chiaro: sono stato fortunato a rimanere illeso in una caduta come questa”, riprende a spiegare Marquez entrando maggiormente nel dettaglio. Riavvolge il nastro di ciò che è accaduto in una frazione di secondo facendocelo scorrere lentamente davanti agli occhi, tanto velocemente ragionano i piloti del suo livello.

“Stavo pilotando bene in generale fino al punto della caduta: stavo andando rapido, e non pensavo di cadere, è una di quelle curve dove non si cade, semplicemente non mi ha difeso l’elettronica. Sonlo noi piloti Honda abbiamo highside come questo e dobbiamo evitarli a tutti i costi perché ci si può fare male. Fornirò i miei commenti. Sarà un punto di partenza”.

Poi Marc, analizza uno per uno i fotogrammi del volo.

“Nell’aria è stato tutto molto lento, l’attimo prima, invece, ho provato a non chiudere il gas  di colpo quando ho sentito la gomma mollare, per non saltare in aria, mi aspettavo che entrasse il controllo di trazione, ma non è entrato”.

 E’ ovviamente un po’ acciaccato, Marc, ma sta bene.

“Sento ovviamente di aver preso una botta, ho un po’ di dolore al piede, al gomito ma riuscirò a guidare bene durante il fine settimana. La botta è stata assorbita da varie parti del corpo. Non sono incazzato bensì preoccupato ma per i piloti Honda dobbiamo migliorare ed avere più sicurezza, solo così potremo essere più rapidi:  ci sono cadute in cui è colpa del pilota, quando freni troppo sotto, ma questo tipo di cadute l’elettronica te le deve salvare. Qui non parliamo di rendimento della moto, ma di sicurezza: bisogna puntare direttamente al problema. Il rendimento è un altra cosa e tutti possono commettere errori”.

Nel box di Marquez c’è una nuova telemetrista, Jenny Anderson. Ha qualcosa a che fare con il problema?

“A Jerez nel 2020 non c’era Jenny a lavorare sull’elettronica. Sta nascendo un grande team fra lei e Carlo Luzzi, per migliorare queste cose. Io sono un pilota a cui piace avere il controllo nel gas”.

Vuol dire, Marc, che usa poca elettronica, esattamente come era nel caso di Stoner, per sfruttare tutta la potenza, ma proprio per questo motivo quando è necessario il ‘paracadute’ si deve aprire. Forse in questa nuova consapevolezza di Marquez c’è la paura di farsi male?

“No. Dal primo momento che sono salito sulla moto i dottori mi hanno detto il braccio destro aveva le stesse identiche possibilità di rompersi di quello sano. Poi certo, a Portimao avevo meno forza, ma questo è un altro discorso. La verità è che sarebbe meglio non metterlo alla prova. Sono illeso e questo è importante. Non ci voglio nemmeno pensare a queste cose”.

L’otto volte iridato ad Assen prima della caduta stava guidando con un nuovo telaio, che continuerà a provare nel fine settimana.

“Il telaio non è rimasto danneggiato dalla caduta, così continueremo a compararlo con il precedente. Sappiamo che dobbiamo provare, paragonare e migliorare. È il nostro lavoro, dobbiamo dimenticare le prestazioni o la migliore prestazione durante la gara con l’obiettivo di migliorare la moto. Sono contento del lavoro svolto dall’HRC: c’è del potenziale e la direzione è chiara. Ora vorrei provarlo anche in un’altra pista. Mi ha subito soddisfatto, è diverso, anche nel modo in cui va guidato. Mi piace”.

 


 

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