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SBK, Ana Carrasco: "L'incidente? Non ho mai pensato di smettere"

Dall'incubo di Estoril al ritorno alla vittoria a Misano: "Non sono ancora al massimo della forma, non è semplice lottare dopo alcuni mesi di assenza". Sulla caduta del 2020: "È stata sciocca, mi ha comportato molti problemi, ma può capitare. Il percorso di recupero richiede tempo"

SBK: Ana Carrasco: "L'incidente? Non ho mai pensato di smettere"

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Era lo scorso settembre quando Ana Carrasco rimase vittima di un bruttissimo incidente durante i test all’Autodromo do Estoril, rimediando un serio infortunio alla schiena con la frattura delle vertebre D4 e D6. Malgrado l’operazione chirurgica per il fissaggio delle placche e una volta iniziata la riabilitazione, la talentuosa baluarda di Murcia non si è persa d’animo, presentandosi al via della stagione corrente del World SuperSport 300 sulla Ninja 400 del Team Kawasaki Provec, a dimostrazione della forza e caparbietà che la contraddistinguono. Al Misano World Circuit Marco Simoncelli la ritroviamo nuovamente sul gradino più alto del podio, a lungo atteso. Una vittoria che la ripaga per tutto quello che ha dovuto soffrire in questi interminabili nove mesi, portandola fuori dal tunnel.

E allora ecco il suo sorriso con le lacrime a bagnare il viso:“Sono molto contenta dato che il percorso per arrivare fin qui è stato assai prolungato - ha riconosciuto la pilota di Akashi a festeggiamenti terminati - ho trascorso tanti mesi lontano dalle competizioni e senza dubbio il rientro è stato complicato. Non potrei quindi essere più contenta, sia per questo risultato che essere tornata ai livelli che mi competono e di aver vinto una gara. Senza dubbio trionfare a Misano è importante anche in ottica classifica ed è bello essere riusciti a farlo alla quarta gara del 2021”.

Dai trascorsi nel CEV 125cc e Mondiale Moto3, la promettente carriera della giovane ha avuto inizio alla tenera età di 3 anni in minimoto, frutto delle conoscenze del padre (meccanico, perennemente a stretto contatto con le motociclette). Fatto il proprio esordio sul tracciato di Alicante, in Spagna, la chiamata per partecipare al campionato spagnolo ha rappresentato la chiave di volta: in un batter d'occhio ha centrato la prima nonché memorabile top-15, cose che non erano mai state fatte in precedenza. Rimasta senza sponsor e compresi degli infortuni di troppo, passata al paddock della SBK nel tentativo di rilanciare le quotazioni personali, da alcuni anni a questa parte corre in pianta stabile nella SS300 e, nel week-end appena completato, a oltre 365 giorni di distanza dal Portogallo 2020, Ana ha saputo di nuovo imporsi in una categoria dove è stata e punta a tornare ad essere la "Regina".

“Il livello del campionato è veramente alto, per cui non è semplice battagliare dopo mesi di assenza. In ogni caso, di uscita in uscita ho sensazioni sempre più positive in sella alla moto. In questo avvio di 2021, anteriormente a ieri, avevo dimostrato di essere abbastanza veloce, infatti ho terminato in quinta posizione ad Aragon, mentre sabato ad un certo punto ho stampato il nuovo record di Misano. Se mi trovo da sola sono a mio agio, devo ancora riprendere gli automatismi nella lotta di gruppo in cui fatico più del previsto.

Le prestazioni della 24enne sono incoraggianti, tuttavia, la condizione fisica (ovviamente) non è la stessa che le ha permesso di conquistare ben sette vittorie (otto con quella di Misano), cinque podi e tre pole position nella classe leggera delle derivate di serie. Le cicatrici restano e sono evidenti, ma il recupero è avvenuto in tempi-record. Nel giro di un mese è passata dalla rimozione delle placche al "get back on track" nelle prove di Barcellona.

Non sono al massimo delle mie capacità, non sono forte come vorrei. L’incidente è stato serio, ci vuole del tempo per trovare la forma ideale. Stavo percorrendo la terza curva e spingendo forte - ha precisato - purtroppo, sono scivolata finendo contro le protezioni. Una caduta sciocca a posteriori, però che mi ha comportato numerosi problemi (ride). A causa del trauma cranico, mi ricordo soltanto quando mi hanno trasportato in ospedale. Inizialmente potevo effettuare semplicemente movimenti limitati, dopodiché ho potuto cominciare a camminare e, grazie all’aiuto del mio personal trainer, abbiamo ragionato ‘step by step’ sino al ritorno in moto avvenuto a febbraio scorso.

Ana Carrasco in azione al Circuit de Barcelona-Catalunya sulla Kawasaki Ninja 400 #11

Considerata a tutti gli effetti una dei “marpioni” della SS300, fin da subito si è concentrata sulla preparazione in ottica 2021. I rischi, dopotutto, fanno parte del mestiere del pilota e Ana lo sa bene, nella sua testa correre è assolutamente naturale.

Talvolta questi episodi lasciano degli strascichi, ma nel motociclismo può capitare. Per mia fortuna, tutto ciò è avvenuto nella parte conclusiva del 2020, di conseguenza ho avuto il tempo necessario per preparare la stagione corrente. In ogni caso, non ho mai pensato di smettere. Sono rimasta focalizzata sul mio obbiettivo tramite il supporto della famiglia e squadra. Adesso la mia intenzione è confermarmi competitiva e giocarmi il titolo sulla stessa falsariga del recente passato”.

Se nel 2017 si era messa in mostra con l'affermazione sui saliscendi di Portimao (seconda donna a vincere una gara mondiale, alle spalle soltanto di Kirsi Kainulainen), l'annata susseguente è entrata in modo definitivo nella storia con l'alloro conseguito in un rocambolesco atto finale a Magny Cours. Durante il tragitto ha dovuto vedersela in svariate occasioni contro i colleghi maschi, eppure lei non ne ha mai fatto una questione di sesso. Anzi, riprendendo direttamente sue dichiarazioni trascorse: "una volta allacciato il casco, non esistono nè donne nè uomini", come darle torto! Ultimamente si sta assistendo alla crescita esponenziale del cosiddetto “movimento rosa”. La nascita della Women’s European Cup ne è una conferma.

“Oggigiorno nel mondo delle ruote servono parecchi soldi, di conseguenza la considera una bellissima realtà che consente alle giovani ragazze di muovere i primi passi e seguire la propria passione in virtù del costo d’iscrizione abbastanza economico. Deve rappresentare un trampolino di lancio, ma la cosa più importante è supportare coloro che vi partecipano anche nel momento in cui si tenta il salto in palcoscenici internazionali, ha concluso.

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