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SBK, Rea: "Bautista e la Ducati imbattibili, non so cosa sia successo nel 2019"

ESCLUSIVA - “Quando andai a correre in MotoGP, la sera prima Rossi disse che sarei arrivato 8° e ci prese. Il mio cervello quando penso al ritiro è come una mosca che vola in un barattolo”  

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Johnny Rea a 360°, proprio così! Alla vigilia del weekend di Misano, il Cannibale è stato il nostro ospite nella live trasmessa sui canali social di GPOne.com

15 minuti in compagnia del portacolori  Kawasaki, che ha parlato della sua carriera, le aspettative, così come alcuni dei suoi retroscena.

Che dire di fronte al Cannibale: un misto di velocità e simpatia, il quale non ha rinunciato a qualche battuta ironica. Di seguito ecco quanto ci ha detto.

Mi ricordi in qualche modo Doohan, perché entrambi state segnando un’era dominandola. C’è un segreto per essere sempre così veloce?
“No, non c’è nessun segreto, solo duro lavoro e motivazione. Per esempio, quando vinco un titolo sono felice, ma ho voglia di fare ancora meglio e nell’inverno mi alleno ancora di più, perché i piloti e le moto migliorano e diventa sempre più dura”.

È la Kawasaki che ha qualcosa in più degli altri o è merito del team o tuo?
"Nelle corse conta il pacchetto completo, moto, sospensioni, elettronica, motore, ma anche la squadra, perché nel nostro sport le persone fanno un’enorme differenza. Da questo punto di vista devono essere intelligenti, ma anche delle belle persone, ci deve essere infatti una bella atmosfera. Anche mia moglie e i miei figlia, a casa, creano un bell’ambiente in cui posso lavorare. Non puoi dire che sia solito merito mio o della moto, alla fine ogni cosa rappresenta una piccola percentuale e tutte insieme creano questo pacchetto che, sono sicuro, al momento è il migliore”.

Rea: "Kawasaki non è la migliore in tutte le aree, a nel box l'atmosfera è incredibile"

Anche Pere Riba ci aveva detto che proprio questo era il segreto.
“Penso che sia l’insieme di ogni cosa. La Kawasaki ha il suo punto di forza nella frenata, grazie alla stabilità del telaio e un’elettronica molto a punto, ma non è la migliore in tutte le aree. Però, quando metti tutto assieme, è il migliore pacchetto. Inoltre, dal punto di visto umano, l’atmosfera all’interno del box è incredibile, non riesco a spiegare come lavori la squadra, a mio parere è al livello del migliore team di MotoGP”.

Rea: "la combinazione Bautista-Ducati è stata la più tosta"

Di tutti i piloti che hai battuto, qual è stato quello più tosto?
“Non ci ho mai veramente pensato prima, tutti sono stati duri da battere ma forse l’avversario più tosto è stata la combinazione di Bautista e Ducati nel 2019. È stato molto difficili batterli, non ho capito bene cosa sia successo. Mi ricordo che eravamo qui, a Misano, e Alvaro fece una caduta del tutto evitabile e quel pilota, che fino ad allora mi sembrava imbattibile, non lo era più”.

Ora Bautista è alla Honda, dove un tempo sei stato anche tu. Come mai faticano così tanto?
“È difficile da dire, ora c’è uno nuova squadra, supportata direttamente da HRC, io ero in un team privato. Non posso commentare quello che sta succedendo, ma hanno il pieno supporto di Honda, molte risorse, dopo lo scorso anno mi aspettavo da loro una grande passo in avanti ma sono ancora un passo indietro rispetto a Kawasaki, Yamaha e Ducati. Comunque è bello vedere Honda, come anche BMW, investire nella SBK”.

Rea: "Nel 2019 è stato importante essere comunque sempre sul podio con Bautista"

Parlando del 2019, il segreto è stato la tua mentalità, non avere mai mollato?
“Per me è stato importante che quando lui era sul gradino più alto del podio io fossi vicino a lui, quando guardava in basso c’ero io, sempre. È stata dura anche per il 2° posto, mi ricordo infatti van der Mark molto forte nel weekend di Assen. Personalmente ho sempre creduto di potere vincere, anche se Alvaro all’inizio sembrava invincibile, ma siamo riusciti a dominare l’ultima parte della stagione. Uno dei fine settimana più incredibili che abbia mai vissuto era stato quello in Qatar, finire l’anno così è stato veramente incredibile”.

Rea: "La mia esperienza in MotoGP? Una pazzia, ma mi sono divertito"

Nel 2012 sostituisti per un paio di GP Casey Stoner in MotoGP, cosa ti ricordi di quelle due gare?
“Sono state molto stressanti, perché correvo una domenica in SBK e quella successiva in MotoGP, è stata un pazzia ma mi sono divertito veramente. Ricordo che ero a Mosca per la SBK quando mi era arrivata la telefonata e avevo preso un volo per Brno per un test nel pomeriggio ed ero 3 secondi più lento degli altri piloti. Poi avevo corso a Misano e Aragon, nella seconda gara partii in terza fila e finii 7°, davanti a Valentino, il mio eroe! Il telemetrista era Giulio Nava, l’attuale capotecnico di Bautista, e ricordo che mi disse la sera prima della gara che Valentino aveva dichiarato che io avrei lottato per il 7°, l’8° posto e per me era incredibile! Mi ricordo che era venuta mia moglie e tanti tifosi, sfortunatamente non c’è poi stata un’opportunità per correre in MotoGP e poi ho trovato una meravigliosa famiglia in Kawasaki”.

Rea: "mi sarebbe piaciuto capire quale sarebbe stato il mio livello in MotoGP"

Firmi sempre un solo anno di contratto, ci sarebbero dei posti liberi ora, magari in Aprilia. Non ti piacerebbe pensarci?
“La risposta è facile: in passato non ho avuto nessuna possibilità di andare in MotoGP, non so se perché avessero una certa opinione dei piloti di SBK. Ho avuto qualche contatto con qualche team, ma nessuna proposta, mi sarebbe piaciuto molto capire quale fosse il mio livello lì. In MotoGP ci sono i migliori piloti al mondo, le Case spendono un sacco di soldi, per fare un buon lavoro devi avere una buona opportunità. Dall’altra parte, ora ho la migliore moto, il migliore team e in Kawasaki ho capito quanto tutto questo sia importante. Non si può mai dire mai, ma a 34 non credo che avrò un’opportunità per la MotoGP, è così e io sono più contento di essere in SBK”.

Hai fatto la storia in SBK, quando è difficile essere Jonathan Rea?
“Non penso sia difficile, è abbastanza facile, mi sento un ragazzo normale. La mia ambizione era diventare campione del mondo, originariamente in motocross, e lo sono diventato in 2015. Tutto quello che è capitato dopo è stato un bonus, non ho avuto pressione, è stato tutto bello e divertente. Ci sono stati naturalmente momenti difficili, ma non ho mai sentito stress”.

Rea: "non è vero che non commetto errori: sentiamoci dopo la gara e te ne racconto una ventina"

Ricordi Eddie Lawson, come lui non commetti errori e prendi il massimo da ogni gara. Come riesci a non superare mai il limite?
“Non ci ho mai pensato, io cerco di gestire le situazioni e commetto errori. Se ci incontrassimo domani sera per rivedere la gara, te ne potrei mostrare almeno una ventina. Sono sempre critico nei confronti di me stesso, cerco sempre di migliorare, ma penso che ora in SBK le informazioni che ti arrivano dalla Pirelli siano molto buone, riesci a capire dov’è limite e poi spetta al pilota accettarlo o meno. Normalmente nei test invernali mi sento molto forte e faccio errori, perché vado oltre al limite, quando poi inizia la stagione cerco di essere più pulito, minimizzare gli errori”.

Intanto hai già 38 punti di vantaggio su Redding.
“Dimenticate i 35 punti su Toprak, che è uno dei più forti piloti nel campionato, come anche Scott. Ci sono sempre tante battaglie e questo fine settimana potrebbe essere il momento per un’altra, magari con Toprak, o il mio compagno di squadra, non puoi mai saperlo. Nello scorso anno hanno vinto 7 piloti diversi, ma il vantaggio che è buono e cercherò di aumentarlo. Siamo all’inizio, in questo momento i punti non sono rilevanti, ma non è il momento di pensare al campionato”.

Rea: "non sono qualificato per dare consigli a Rossi. Il mio futuro? Vi manderò il mio curriculum"

Sei andato a Tavullia in bicicletta, hai qualche consiglio per Rossi?
“Non sono qualificato per dare consigli a Valentino, posso solo dirgli di divertirsi, ogni giorno. È in un posto fantastico per guidare una moto, deve solo divertirsi e vedere cosa accadrà. Quello che ha fatto nel nostro sport è incredibile, per me è il più grande di tutti i tempi.

Tu pensi mai a cosa farai dopo il ritiro?
“A volte il mio cervello è come una mosca che vola in un barattolo, un giorno voglio aprire una caffetteria, quello dopo una scuola per piloti, poi voglio viaggiare, alla fine non lo so. Potrei mandarvi un curriculum e mi potrete dare un lavoro (ride)”.

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