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SBK, Chaz Davies: il suo tifoso diventa suo fotografo in pista!

LA STORIA – Luca Gorini, il più giovane fotografo della SBK: “Ho iniziato a otto anni, mio padre mise in vendita i gioielli di mia nonna per comprarmi la prima reflex. Un mese prima della maturità andai ad aprire la partita iva”  

SBK: Chaz Davies: il suo tifoso diventa suo fotografo in pista!

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I loro scatti li vediamo sui social, siti web, riviste, quotidiani e molto altro. Raccontano di vittorie, sorpassi, staccate al limite e controsorpassi, come se un’immagine dicesse più di tante parole scritte. C’è la passione a fare da dominatore comune, accompagnata però da una buona dose di genio, che rende ogni foto unica nel suo genere.

In questi 30 anni la Superbike si è fatta conoscere attraverso gli scatti di artisti come Kel Edge, Matteo Cavadini, Mirco Lazzari, Fabrizio Porrozzi, a cui si uniscono Gee Be e Vaclav Duska, giusto per fare qualche none.  Alla lista si è aggiunto anche Luca Gorini, il più giovane fotografo del paddock con soli 24 anni.

Quella di Luca è la storia di tanti ragazzi che crescono con la passione per le moto e la fotografia, sperando un giorno di ritrarre i propri beniamini in pista. Un’avventura iniziata a soli otto anni tra difficoltà, ostacoli, che l’hanno portato però a realizzare il proprio sogno.

“Avevo otto anni quando ho iniziato a scattare per la prima volta - ha esordito Luca – era il Campionato Italiano e avevo con me una macchina fotografica analogica. Al mio fianco c’era mio padre, una persona semplice, che non vantava alcun tipo di conoscenza nel paddock. L’analogico è stata la mia presa di contatto, in seguito siamo passati al digitale in occasione della mia comunione”.

Il salto è stato breve con la tecnologia in continua evoluzione.
“Nel 2013 ecco poi arrivare la Reflex. Mio padre decise di vendere i gioielli di mia nonna per questo regalo.  Siamo partiti da zero, un passo alla volta, senza mai montarsi la testa e lavorando con umiltà. Poi il mese prima della maturità ho aperto la partita IVA. È stato un percorso lungo, tra Coppa Italia, CIV, minimoto, iniziato un po’ per divertimento, ma sicuramente con tanta passione”

Oggi sei il fotografo di Chaz Davies.
“Ricordo Imola 2015, avevo 17 anni. In quell’occasione incontrai Chaz, ero un suo tifoso e gli chiesi la maglietta come ricordo di quella giornata. Lui per me era un mito, il problema è che in quell’occasione non aveva alcuna t-shirt da potermi regalare, di conseguenza rimasi con nulla. Davies è stato uno di quelli che mi è sempre piaciuto, siamo come pilota che persona, e oggi sono in pista a cercare di immortalarlo al meglio”.

Poi è arrivato il Mondiale SBK.
“Nel 2019 ho collaborato con il team Althea, poi lo scorso anno, attraverso GPAgency, c’è stata la possibilità di lavorare per GoEleven. Quest’anno mi sono ritrovato Davies ed è stato davvero incredibile. Se penso a Imola 2015, quando gli chiesi la maglia, sembra quasi sia un segno del destino. La fotografia mi ha consentito di conoscere il CIV e oggi la Superbike”.

Davies a parte, c’è un pilota che sogni di immortalare?
“Ogni pilota ha il proprio stile e da fotografo devi essere capace di esaltare il suo punto di forza in ogni curva. Credo che ognuno di loro abbia qualcosa da raccontare, a prescindere che corra nel CIV, in Superbike o in MotoGP”.

Ci sono tanti ragazzi che sognano di arrivare in Superbike. Che consiglio ti senti di dare?
“Provarci, fare un percorso e avere pazienza. Io non ho avuto nessuno che mi insegnasse come scattare. Ci ho messo otto anni per arrivare in Superbike. Sono partito senza pressione, evitando di avere particolari aspettative. A un giovane consiglierei quindi di darsi del tempo e non avere fretta. Penso non serva a nulla comprarsi una macchina da 50 mila euro, ma compiere un passo alla volta”.  

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