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MotoGP, GP Barcellona: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Quartararo in versione Easy Rider, piloti della Moto3 che inscenano una rissa, l'assenza di Direzione Gara e Stewards Panel: una domenica di ordinaria follia

MotoGP: GP Barcellona: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Piloti a petto nudo, scorrettezze assortite, più che un Gran Premio una rissa. Se i motociclisti vengono paragonati a moderni gladiatori, il motivo non deve essere questo. A Barcellona è andata in scena l’anarchia su due ruote e alla ribalta è salito chi non ha corso. Anche in questo caso, per le ragioni sbagliate.

Direzione Gara e Stewards Panel dovrebbero essere gli angeli custodi dei piloti, prima ancora dei loro giudici. Il loro disinteresse per la sicurezza di quelli su cui vegliano è imperdonabile e nemmeno comprensibile. Un fatto è scrivere che il motorsport è pericoloso, un altro permettere qualsiasi cosa in nome di uno spettacolo. Che c’è stato a Barcellona, quando i piloti hanno giocato seguendo le regole.

IL BELLO – Da pilota sull’orlo di una crisi di nervi a contendente per il titolo, la storia (recente) di Johann Zarco è tutta qui. Il pilota chansonnier canta e suona tutti i compagni di marca in pista. Chissa perché lo dipingono come una persona triste, ma in questo momento a ridere è lui.

IL BRUTTO – Più si cade dall’alto, più è forte l’impatto. Rossi e Marquez sono due piloti che viaggiavano nella stratosfera e il mal comune non riserva alcun gaudio. Né per loro, né per i tifosi, che ancora li amano e li aspettano. Per Marc servirà ancora tempo, Valentino invece ne ha sempre meno prima di decidere il suo futuro. Caratteristica dei campioni è quella di sorprendere: stiamo in attesa.

IL CATTIVO – Non imparare dal passato è una colpa. I piloti della Moto3 sono passati dall’essere esuberanti a essere pericolosi, ma nessuno sembra preoccuparsene. Steward e Direzione Gara sono come quelle particelle subatomiche che si ipotizzano esistano, anche se nessuno le ha mai viste. Fortunatamente non serve un premio Nobel per risolvere la situazione, solo un po’ di impegno e un pizzico di buon senso. Non si chiede troppo, ma fino a ora non si è ricevuto nulla.

LA DELUSIONE – Una gomma sbagliata, una gara apatica, un Pecco Bagnaia lontano dai suoi standard. Quando i tuoi compagni di marca sono sul podio non ci sono scuse e il piemontese non ne cerca. La bicicletta che voleva ce l’ha, deve rimettersi a pedalare come ha già dimostrato di sapere fare.

LA CONFERMA – L’odontotecnico più veloce del mondo ha estratto alla perfezione un’altra vittoria, senza anestesia per gli avversari. Miguel Oliveira è calmo e pacato nelle dichiarazioni, tanto sa che a parlare per lui sono i fatti. Ora che la KTM si è ritrovata, continuare a sottovalutarlo sarebbe un errore.

L’ERRORE – Nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Danilo Petrucci cerca la riconferma con KTM, ma non la troverà nella ghiaia di una via di fuga. Mentre Oliveira vinceva sulla sua (quasi) stessa moto, il ternano raccoglieva i cocci di un inizio di stagione in cui è irriconoscibile. Uno della sua tempra deve rialzarsi, in fretta, prima che sia troppo tardi.

LA SORPRESA – Ha cognome e look giusti, ma fino a quest’anno si era parlato di Remy solo per la discendenza. Nel deserto australiano è spuntato un fiore ed è così bello da avere già meritato la MotoGP. Non è un regalo, Gardner se l’è sudata. Il DNA (questa volta) non è un’opinione.

IL SORPASSO – Non sarà stato spettacolare, ma sicuramente è il segnale della maturità raggiunta. Gardner passa Raul Fernandez a 4 giri dalla fine, per poi lasciarlo sul posto e andarsene. Così si fa.

LA CURIOSITA’ – Quando non gioca a fare Easy Rider petto al vento, Quartararo è un missile sulla sua Yamaha. Quella a Barcellona è stata la sua 5ª pole position consecutiva, l’ultimo a riuscirci sulla M1 era stato Jorge Lorenzo nel 2010.

IO L’AVEVO DETTO –Da ora in poi non posso più perdere punti da Quartararo” la missione di Bagnaia, che si è scontrato con la matematica.

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