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MotoGP, Rossi: "basta un brutto turno perché dicano, ritirati ma oggi mi sono divertito"

"Mi aspetto una gara sprint, perché nei primi 2 o 3 giri si deciderà l’85%. Vanno tutti forte, per questo più che le scie è importante farsi tirare. Puoi passare dalla terza fila alla prima"

MotoGP: Rossi:

Ieri sera Valentino sembrava essere condannato a un altro fine settimana di sofferenza, invece oggi è riuscito a rialzare la testa. Delle buone FP3 in cui ha guadagnato l’accesso diretto alla Q2, un 7° tempo in FP4 e poi una sbavatura in qualifica che gli è costata cara: una caduta e l’11ª posizione. Nonostante tutto l’umore di Rossi oggi è molto diverso da quello che aveva poche ore fa.

“Mi piace questa pista e abbiamo migliorato la moto - spiega la genesi della trasformazione - Ieri avevamo fatto un errore nel seguire la strada sbagliata, una cosa che accade a più o meno tutti i piloti in un fine settimana di gara. Il problema è che, quando succede a me, mi dicono che sono troppo vecchio e devo ritirarmi dopo un solo turno di prove andato male. Oggi mi sono divertito”.

Alla fine delle FP3 c’è stata un’ovazione nel tuo box, la pressione si fa sentire?

“Sono molto contento dell’atmosfera che c’è nella mia squadra, non credo che abbiamo pressione, semmai è un supporto genuino. Tutti i ragazzi capiscono che stiamo affrontando una sfida difficile e sono molto tristi quando le prestazioni non sono buone. Sappiamo tutti di avere bisogno di buoni risultati e anche che possiamo farli. Oggi è stata una scena divertente, entrare direttamente in Q2 per noi è un grande risultato. Per il resto, vogliamo solo stare davanti, come è normale che sia”.

Oggi hai fatto un passo in avanti in quella direzione?

“Per me è stata una giornata decisamente  positiva, fin dal mattino abbiamo modificato l’assetto della Yamaha e le sensazioni sono state migliori, come il mio passo. Anche in FP4 avevo fatto un altro passo in avanti e un buon tempo, ero 7°, sfortunatamente in qualifica sono caduto e poi sono dovuto correre a prendere l’altra moto. È stato difficile, partirò 11° ma penso di avere un migliore potenziale. Purtroppo è andata così. Ora bisogna aspettare domani, spero che il tempo tenga e sia asciutto. Inoltre la scelta fra gomma dura e media al posteriore è ancora aperta”.

Sarà una gara di attesa?

“È vero che tutti soffrono un degrado importante degli pneumatici, anche all’anteriore, ma penso che all’inizio sarà una gara sprint, perché nei primi 2 o 3 giri si deciderà l’85%. Poi inizierà un’altra fase, molto lunga, per il restante 15%. Sono sicuro che all’inizio tutti spingeranno molto”.

L’anno scorso ti giocasti la vittoria, cosa ti aspetti per domani?

“La scorsa stagione qui andavo molto forte, più o meno come adesso, ma il problema è che il livello si è alzato. Quando caddi ero 2° a 7 decimi da Quartararo, ma allora partivo in prima fila, mentre domani sarò 11° e sarà più complicato stare in quella posizione. Comunque, ho il potenziale per fare una bella gara, ho un buon passo e mi trovo bene sulla moto”.

In FP3 hai girato con il tempo della pole del 2019…

“È una bella bega, anzi una bella pugnetta, che è uno step in più (ride). È una situazione tosta e difficile, quello che impressiona è che vanno tutti forte. Per uno nelle mie condizioni è difficile, ma lo è per tutti”.

Per questo anche i piloti della MotoGP hanno preso il vizio di aspettare la scia buona?

“Quando i distacchi sono così risicati e tutti vanno fortissimo, la differenza fra partire dalla prima e la terza fila può essere di un decimo e mezzo. È normale che ognuno provi diversi trucchi per trovare  quel pelo in più, perché 2 decimi ti possono cambiare il fine settimana. In MotoGP la scia non è fondamentale come in Moto3, ma è molto importante, più che in Moto2, ad esempio. Magari da solo riesci a essere 7°, ma seguendo qualcuno sei in prima fila, quindi c’è molta strategia”.

Questo fine settimana in tv si vedono i battiti del tuo cuore, i 170 in FP4 ti sorprendono?

“In quel turno ho faticato abbastanza perché ho fatto 17 giri con solo uno stop. Mi aspettavo di essere fra i 145 e 170 battiti, che sono quelli con cui lavoro in allenamento, quindi non è male. Dipende poi molto da ognuno, non bisogna farsi ingannare da certi numeri. Mi ricordo che Dovizioso lo scorso anno era intorno ai 180 ed è molto allenato, avere battiti più alti non significa automaticamente essere meno in forma”.

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