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MotoGP, Rossi: "Il mio ultimo Mugello? Io sento la stessa pressione del primo"

"Già dal lunedì avverti una sensazione strana, è una pista speciale. Continuare per salutare qui i miei tifosi? Non è una ragione sufficiente"

MotoGP: Rossi:

Fa uno strano effetto entrare al Mugello e vedere i prati verdi a circondarlo, senza neppure una bandiera o una tenda. Nonostante tutto, però il circucito toscano mantiene il suo fascino e anche un veterano come Valentino non riesce a resistergli.

Capita sempre così, il lunedì ti svegli e ti senti strano, poi ti ricordi che è iniziata la settimana del Mugello e capisci il perché - sorride Rossi - È una sensazione diversa, a volte è difficile da gestire, ma è bella. Quest’anno sarà un po’ più facile senza pubblico, sarà tutto un po’ più tranquillo. Però ieri sera, quando sono arrivato nel paddock la notte, ho visto il circuito, le colline, il paddock, ed era tutto incredibile. Questo è un posto speciale per tutti i tifosi del motociclismo, da 30 anni è il GP di Italia”.

In tanti si chiedono se sarà l’ultimo per il Dottore, che fra non molto dovrà decidere se continuare a correre un altro anno o meno.

Potrebbe essere la mia ultima gara al Mugello, ma non si può ragionare in questo modo - sottolinea - Per me è un’altra gara al Mugello, credo la mia 26ª, ed è bello sentire la stessa pressione della prima volta. Non ci sarà il pubblico, ma vedere i miei tifosi qui per l’ultima volta non può essere una ragione sufficiente per continuare, se proprio vorrò incontrarli potrà venire a guardare la gara il prossimo anno” scherza.

Quello che sarà veramente importante per la sua decisione, sarà il risultato di domenica. Per andare avanti, Valentino deve avere la conferma del cronometro, quella che fino a ora gli è mancata.

Sta iniziando una fase decisiva del campionato, con 4 GP in 5 settimane - conferma - Inoltre ci saranno piste molto importanti per me, come il Mugello, Barcellona e Assen. Poi avremo un mese di pausa e in quel periodo tutti inizieranno a pensare al 2022. Lo farò anch’io, ma non sarà solamente una mia decisione, dovrò parlare con Petronas e Yamaha per conoscere i loro piani”.

Quindi l’imperativo, ora, è concentrarsi sulla gara, su una pista che per qualcuno sta cominciando ad andare stretta alle MotoGP viste le loro prestazioni. Soprattutto lo scollinamento prima della staccata della San Donato è un punto critico.

La prima volta che corsi al Mugello fu con la 125 Sport Production, considerando che facevamo in pieno anche le due Arrabbiate, non era un gran problema - ricorda con un sorriso - È iniziato a diventarlo con la 500, anche perché non c’era l’anti-impennamento. Al Mugello le velocità sono sempre molto alte, non solo in rettilineo, e penso che quest’anno le Ducati possano battere il record, di solito qui si va più veloci che in Qatar. Quella frenata ora è molto impegnativa, anche perché è preceduta da un salto, penso sia il punto più spettacolare di tutto il campionato. Ogni giro, appena esci dall’ultima curva, inizi a pensare a quella frenata”.

Per quanto riguarda la sicurezza, invece, il Dottore non pensa che il Mugello sia una pista da bollino rosso.

Lavorare sulla sicurezza è sempre importante, specialmente sulle vie di fuga perché le nostre moto vanno molto veloce - osserva - A livello di sicurezza il Mugello è ai livelli di Jerez e di tante altre piste, ci sono tanti circuiti in cui possiamo migliorare”.

L’ultima considerazione è invece di natura tecnica, sul dispositivo per la partenza che ultimamente è diventato un argomento di discussione.

La partenza è diventata cruciale, molto più di quanto lo fosse 6 o 7 anni fa - spiega Valentino - Tutte le Case si concentrano su questo aspetto che prima era nelle mani del pilota. È stata intelligente Ducati a iniziare a lavorarci per prima e ora è 2 o 3 passi davanti a tutti. Però Yamaha ha reagito velocemente e devo dire che ti si apre un mondo quando inizi a usare questo sistema”.

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