Meglio prima o meglio dopo? Molti nuovi modelli 2021 hanno fatto discutere gli appassionati motociclisti: non tanto quelli più maniaci dei freddi numeri e delle prestazioni, per i quali non importa come sia la moto l'importante è avere cavalli sotto al sedere, quanto invece quelli più quelli attenti all'edonistico aspetto estetico. Perché si sa, le moto o piacciono a prima vista oppure il rapporto si fa difficile. Se non è amore a prima vista poi si fa fatica a farsela piacere. Dall'autunno scorso ad oggi, vista la mancanza dei tradizionali saloni internazionali di novembre come Eicma e Intermot a causa del coronavirus, sono arrivati molti modelli che hanno fatto discutere sotto il punto di vista estetico. Vediamo quali e quali sono le particolarità di ognuno.
KAWASAKI ZX-10R
Rinnovata per garantire a Jonathan Rea di tenersi lontani ancora una volta i rivali nel mondiale Superbike, la Kawasaki ZX-10R si è sottoposta a un lifting del viso molto evidente. La Verdona ha decisamente cambiato volto ed è stata tra le più discusse, per via del nuovo gruppo ottico anteriore: i fari infatti sono stati incassati nel cupolino, ai lati di una presa d'aria che sembra voler inghiottire i moscerini. La ZX-10R è una superbike in tutti i sensi, perché è una moto da corsa derivata dalla produzione di serie, ma che viene sviluppata tenendo in considerazione anche le opinioni dei piloti del Kawasaki Racing Team, per renderla la migliore del campionato del mondo, com'è da otto anni a questa parte e dei quali ben sei consecutivi.
Un lavoro di design che si è concentrato di più sui risultati sportivi che sull'aspetto commerciale del design per massimizzare la performance: i piccoli fari a LED incassati infatti hanno al loro fianco delle 17% rispetto alla versione 2020. Quindi, poco importa se il frontale della Kawasaki ZX-10R non ha un grande appeal, l'obiettivo deve fare contento Jonathan Rea e Alex Lowes, poi quando una moto vince alla fine piace. Leggi qui la video prova di GPOne.
APRILIA RSV4
Passando a un'altra superbike, la Aprilia RSV4 con l'aggiornamento del motore allo standard Euro 5, si è concessa un restyling atteso da qualche anno e, come per la rivale Kawasaki ZX-10R, anche per la RSV4 si è trattato di un progetto che mira a un obiettivo dichiarato: essere senza compromessi la superbike migliore e la più veloce, la più vicina per prestazioni ed efficacia alle moto confezionate da Aprilia Racing per le corse. Un prodotto premium, al top della categoria, dedicato a clienti estremamente esigenti che desiderano il massimo delle prestazioni e della raffinatezza tecnica.
Anche se il nuovo design di Aprilia RSV4 è il frutto del grande lavoro svolto a livello di aerodinamica, i puristi della superbike non hanno digerito le forme della nuova RSV4, ispirate a quelle rivoluzionarie della più piccola RS 660: una scelta che ha spiazzato perché in genere ci si aspetta piuttosto il contrario, anche se permette un coefficiente di resistenza aerodinamica molto ridotto, con un sensibile vantaggio nelle performance alle alte velocità; un aumento della protezione dall’aria offerta al pilota aumenta dell’11%, un aumento della pressione dell’aria nell’airbox del 7% con conseguenti benefici nelle prestazioni del motore.
Il caratteristico gruppo ottico anteriore triplo a LED è dotato di luci DRL perimetrali posizionate sul contorno dei due proiettori principali e rende la RSV4 immediatamente riconoscibile ed integra gli indicatori di direzione a spegnimento automatico, eliminando così altre sporgenze e rendono la sezione frontale ancora più compatta. Infine, grazie alla funzione “bending lights” la coppia di fari supplementari presenti nelle parabole illumina l’interno della curva, aumentando la visibilità in piega. Leggi qui la prova di GPOne.
BMW S 1000 RR e S 1000 R
Anche BMW, con la scusa del passaggio allo standard Euro 5, ha rinnovato la S 1000 RR e la S 1000 R. Entrambi i modelli sono stati oggetto di un completo rinnovo estetico, che le ha fatto perdere il caratteristico frontale asimmetrico. Per quanto riguarda la superbike, la sua metamorfosi è stata più diluita nel tempo: dopo la prima versione del 2008 caratterizzata da un faro tondo e uno più spigoloso, nel 2015 il gruppo ottico è diventato simmetrico.
Il MY 2019 invece riprende il design delle rivali, con i fari anteriore integrati nel cupolino, introdotti per la prima volta dalla Ducati Panigale V2 e ripresi dalla Kawasai ZX-10R. Stesso percorso seguito dalla roadster, derivata dalla superbike: anche la S 1000 R infatti è nata con uno sguardo truce sulla strada, per poi addolcirsi e diventare più mainstream con l'attuale modello, equipaggiata con un gruppo ottico a tecnologia LED con Headlight Pro opzionale e luce di curva adattiva.
YAMAHA MT-09 e MT-07
Le Yamaha MT hanno introdotto il lato oscuro del Giappone nel mercato motociclistico mondiale con quel design così estremo e vagamente riconducibile ai più moderni anime, i cartoni animati giapponesi. Entrambi i modelli hanno riscontrato un gran successo con oltre 170.000 unità vendute in Europa. Le due hypernaked sono state introdotte nel 2014 con un design simile e sono state distinte con il restyling del 2017: se la MT-07 manteneva il faro singolo, la MT-09 invece cambiava con un più aggressivo gruppo ottico moderno che le regala un muso ancor più dominante, sportivo e futuristico, ispirato in un certo modo al mondo della customizzazione e dell'after market.
Le MT-09 e MT-07 2021 invece hanno in comune questo elemento: sono entrambe caratterizzate da un gruppo ottico anteriore singolo, con luce a LED bifunzionale compatto che proietta un fascio a Y. Se la MT-09 prosegue nel suo linguaggio stilistico, la MT-07 invece lo cambia radicalmente riprendendo il family feeling della sorella maggiore.
Scelta di convenzienza economica per ricerca e sviluppo o di marketing fa lo stesso, i due modelli fanno parte della gamma hypernaked e come tali devono farsi riconoscersi dal mercato e dai motociclisti, come ormai è uso comune nell'automotive. Il gruppo ottico ha un look leggero ma l'aspetto è di quelli aggressivi, tanto da voler esprimere la propria leadership e l'animo sportivo dei motori CP2 e CP3.
HARLEY-DAVIDSON PAN AMERICA
La Harley-Davidson Pan America è la prima adventurebike di Milwaukee, nata dopo una lunga gestazione e arrivata come versione definitiva con un design fedele al prototipo, di rottura con gli schemi classici delle moto di questo segmento. Pneumatici tassellati a parte infatti, ha poco in comune con le rivali, quasi a voler dichiarare la sua origine biker che si esplicita nel faro anteriore: una bocca luminosa lunga e stretta integrata nel frontale, come un mini parabrezza tipico delle cruiser del bar and shield.
Una scelta questa dettata più a rivendicare la propria natura e, forse, per non allontanarsi eccessivamente dalla clientela, affascinata dal design Harley, mentre per colpire il motociclista appassionato del segmento, l'arma vincente è il motore Revolution Max 1250 da 150 CV e 127 Nm, che rappresenta una esplicita sfida alle concorrenti.
YAMAHA TRACER
Nel tourbillon di rinnovi tecnici ed estetici sono ricadute anche le tourer Yamaha Tracer 9 e Traer 7, che con i modelli 2021 sono stati ribattezzati, passando da Tracer 900 e Tracer 700 perdendo i due zeri finali, per richiamare le MT-09 e 07 dalle quali derivano. Completamente rivoluzionato il frontale di entrambe che segue la stessa filosofia delle hypernaked: stesso family feeling, gruppo ottico uguale per entrambe a richiamare la provenienza, con l'unica differenza che sono più grandi per la 900, ma questa volta l'ispirazione è davvero sorprendente.
Infatti la soluzione estetica scelta per l'impianto di illuminazione deriva dalla superbike R1, tecnologia full LED ma i due piccoli fari diurni sono integrati nella carena come nella sportiva, mentre sotto al parabrezza altri due più grandi. Yamaha identifica i due modelli come sport touring e, viste le scelte stilistiche, la casa giapponese si dimostra coerente. Vedremo quale sarà ora la risposta del mercato.
MOTO GUZZI V7 e V9
Moto Guzzi quest'anno celebra i 100 anni e per l'occasione, adeguando i bicilindrici delle sue modern classic alla normativa Euro 5, ne ha rivisto anche il look equipaggiandole con il nuovo proiettore anteriore full LED dotato di luce diurna DRL, che delinea la sagoma dell’Aquila Moto Guzzi. Una firma evidente che rende riconoscibili sia le V7 (ad eccezione della Special che resta classicissima) e le V9 nell'anno del centenario, richiamando così anche il family feeling della V85 TT. Una tecnologia come quella a LED così evidente su una modern classic può sollevare le critiche dei più radicali del design classico, mentre per i più progressisti è una bella mossa che combina design, innovazione e tradizione.