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Recensione MotoGP 21: evoluzione (virtuale) su due ruote

Abbiamo messo alla prova l’ultimo capitolo Milestone sulla massima classe motociclistica. Abbiamo ritrovato quelle piacevoli sensazioni con il joypad tra le mani 

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Seconda, terza, quarta, quinta marcia. Lo sguardo che va oltre il cupolino e punta a vedere quel cartello dei 100 metri che si avvicina tanto, troppo presto. Uno, anzi no, due dita che si aggrappano per la staccata. Decise, ma con delicatezza, perchè quei freni in carbonio ti ribalterebbero in un nonnulla. La testa guarda la corda, il corpo e la gamba la seguono. Lei scalcia dietro, si muove. Resiste quasi con tutte quelle ali, poi però entra fulminea.  

"Molla quel tasto, sei alla corda. Rialzala e giù con il gas spalancato".  

Sì, tasto, perchè la prova stavolta è virtuale. Abbiamo guidato una MotoGP nell'ultimo capitolo Milestone: MotoGP 21. E ancora una volta, i ragazzi della software house italiana hanno fatto un passo in avanti ulteriore nel farci vivere le sensazioni di un pilota ufficiale

 SI VIVE DI SENSAZIONI 

La premessa, come avevamo già fatto in passato, è sempre la stessa, pur se d'obbligo: da tester moto, vogliamo soffermarci sulle sensazioni che offre un gioco del genere.  

Proprio su questo ambito, l'analisi iniziale non può non prescindere da un preambolo: a differenza di un simulatore su quattro ruote, una simulazione moto non sarà mai veritiera quanto una prova reale in pista. Un motociclista lo sa bene: chi guida una Superbike stradale tra i cordoli di un circuito mette in moto uno sforzo fisico e mentale unico. Per i non addetti ai lavori, significa spostare oltre 170 chilogrammi di massa con forze longitudinali, centrifughe, centripete a oltre 200 km/h per circa mezzora di seguito, con le pulsazioni che arrivano a 180 battiti, e l'adrenalina che pompa tanto da mantenere sgranati gli occhi. D'altronde, mentre corri - sia tu un pilota come un amatore - stai accarezzando dei limiti: i tuoi, quelli della moto, e quelli dei tuoi avversari in pista. 

Un videogioco di moto deve farti rivivere quelle sensazioni, ponendo sullo stesso livello quelle vibrazioni con l'estremizzazione di un mezzo come una MotoGP in un contesto - virtuale - in cui sei tu contro quelli che sono i venti piloti migliori al mondo. Se un gioco di moto ti fa entrare in quel tunnel, il successo è assicurato.  

 IN SELLA ALLA ROSSA 

Ed allora, guidare una Ducati Desmosedici tra i cordoli di Jerez de la Frontera diventa un'esperienza mistica, a tratti parallela con quel test che anni fa, realizzai con le Superbike.  

"Seconda, terza che tiene, poi si stacca perchè la curva due arriva tanto, troppo velocemente. Serve esser precisi. Dentro alla corda, perchè se arrivi lungo la perdi, davanti chiude e la frittata è fatta."  

La gestione del freno è l'ulteriore passo in avanti di questa versione 2021. Serve ancor più delicatezza nell'affondo come detto prima, ma al contempo è necessario mandare in temperatura i dischi. Chi ha avuto la "fortuna" di provare dei dischi in carbonio sa bene che se non si mandano in temperatura, puoi pinzare quanto vuoi, ma loro non rispondono. Già, facile a dirsi "esser delicati". Qua si corre, non c'è tempo per rimanere lì, titubanti. È una gara.  

 SENSAZIONI DA GARA 

Terza, quarta, quinta, poi scali. La lasci scorrere sulla sinistra, allunghi di nuovo, mentre instauri una bagarre con l'avversario di turno. Chi è? Rins, Miller, Quartararo? Poco importa. C'è la Pons, che dal vivo ti esalta perchè quello scollino ti fa vibrare. Sai che lei su muoverà e tu sei pronto a compensare. Qui, con una MotoGP è facile. Dentro sul cordolo, con il gas gestisci la derapata senza perdere tempo.  

"Ora hai qualche secondo per rifiatare prima della Dry Sac. Butta un occhio veloce alla mappatura per controllare il consumo della benzina. Le gomme? Ok, in temperatura anche se la spalla destra soffre. Gioca con l'antiwheeling ed il TC. Ora però stacca che sei lungo...." 

 RIALZA QUELLA MOTO!

Troppo tardi. Pazienza. D'altro canto, qui è stato teatro di tanti scontri, e qualche caduta. Ho l'occasione per vedere l'ulteriore novità di questo capitolo. Devo rialzarmi, correre e andare a prendere la mia moto. Si riparte, perchè gli avversari in questo nuovo capitolo sono ancora più veloci e intelligenti. A.N.N.A - l'intelligenza artificiale sviluppata da Milestone già oramai da due stagioni - ha raggiunto livelli sempre più elevati.  

 Si ricomincia. Giù in carena, anche se la moto ha qualche problema certo. Eppure puoi avvertire ancora la sensazione del tubo, del vortice quando esci dalle curve. Stai gestendo con un pad certo, ma si tratta sempre di danzare tra le curve. E le due destra da raccordare le fai con il fiato in gola. Dal vivo, vedevi lampeggiare il controllo di trazione con il posteriore che ti parlava attraverso il sedere. Qua devi sentirlo sull'indice certo. Ma la scintilla negli occhi rimane. Racing is racing.  

"Tieni poggiato il gas, falla scorrere e taglia al momento giusto. Davanti li vedi i tuoi avversari. Sei pronto a prenderli per un nuovo giro."

CONCLUSIONI 

MotoGp 2021 è un capitolo cross-generation. E' una porta che si apre verso una nuova generazione tecnica da poter sfruttare ancor di più in futuro, sopratutto quando si parla di Consolle. Risulterà familiare a chi ha già potuto apprezzare i capitoli precedenti certo, ma la bellezza di questo capitolo risiede in un affinamento della tecnica di guida.  

Chi va in moto, corre, sa bene che non potrà mai rivivere tecnicamente quelle determinate sensazioni, ma sa che non è importante. In fondo, quella tecnica, quei movimenti in sella, quella manopola spalancata sono un mezzo, un viatico per provare certe sensazioni. Si parla di un videogioco, e se questo è in grado di rappresentarne le conseguenze in termini di sensazioni, vuol dire che ha fatto centro. Ed ho apprezzato la conferma di un ritaglio tecnico, in fase di interventi dai box sulla dinamica del veicolo, capace di mantenere un giusto equilibrio tra tecnica e accessibilità. 

 Un capitolo ancora più maturo, con un'iniezione ulteriore di contenuti ed una carriera ancora più evoluta da un punto di vista manageriale.  

 "Seconda, terza, quarta, quinta. Ho passato la curva Jorge Lorenzo. Li ho ripresi, maledetti, i miei avversari. Ora mi infilo in staccata con uno - anzi - con due dita, come Morbidelli. In fondo, è un altro giro questo".   

 

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