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Video Prova Kawasaki Ninja ZX-10R 2021, il frutto dei desideri di Rea

Sul rinnovato tracciato del Cremona Circuit abbiamo messo alla frusta la versione 2021 della regina della SBK, nelle mani di Jonathan Rea. Tanti affinamenti e una mezza rivoluzione estetica saranno succifienti per restare al top?

Moto - Test: Video Prova Kawasaki ZX-10R ed RR 2021, il frutto dei desideri di Rea
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Tra le più attese del 2021 e frutto delle indicazioni del Campione del Mondo per contrastare i rivali, la nuova Kawsaki Ninja ZX-10R ve la abbiamo raccontata in tutti i suoi dettagli, ora è venuto il momento di salire in sella in pista!

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Quella sensazione di sonno “agitato” che anticipa una giornata in pista è qualcosa di emozionante, soprattutto se la passione per le due ruote scorre a fiumi nelle vene. Non importa se capita di rado o più spesso: quando la mente è “track-focused”, non ci sono sensazioni più belle! Suona la sveglia e ti accorgi che i meteorologi avevano ragione e che il cielo – di sorridere – non ne vuole sapere: poco importa, ci attende una delle mille più attese della stagione e non vediamo l’ora di provarla. La strada per il rinnovato Cremona Circuit sembra non finire mai, soprattutto sotto la pioggia battente che ci accompagna lungo quasi tutto il tragitto. Pioggia che arriva puntualissima sulla pista, inondandola di acqua e costringendo i ragazzi di Kawasaki ad installare le rain perché le previsioni non promettono nulla di buono durante tutto il corso della giornata.

Ma in quel momento la cosa più interessante è vedere dal vivo la tanto discussa Kawasaki ZX-10R 2021: di questa moto si è parlato troppo e, dopo averla vista, ci sentiamo di aggiungere anche “a sproposito”. Le foto circolate anzitempo - e forse anche quelle ufficiali di Kawasaki - non le rendono giustizia e quel “bisognerebbe vederla dal vivo” per lei, vale più di ogni altra volta che sia stato detto. Il design del nuovo muso è bello da far venire i brividi, soprattutto nella visuale laterale dove le alette integrate puntano l’asfalto con quell’arroganza che solo una moto verde può avere. Per non parlare poi del codino, munito ora di due ulteriori stabilizzatori neri che aumentano la deportanza anche al posteriore… e poi c’è la colorazione KRT che un pochino ti fa sentire il “Rea” della situazione, anche solo sulla carta! La pioggia non smette e quindi iniziamo a scendere in pista, consci del fatto che le sensazioni non potranno mai essere le stesse che avremmo percepito con asfalto asciutto e le slick Bridgestone previste per la giornata a Cremona. Poco male: Pirelli Diablo rain e si parte!

CONFIDENZA FIN DA SUBITO, ANCHE SOTTO LA PIOGGIA

In sella ci accorgiamo di quanto la moto sia europea nelle misure, adatta ad ospitare piloti anche molto alti, forte di dimensioni che la fanno sembrare più imponente delle altre. Le mani sono sui semimanubriora più aperti - e gli stivali poggiano sulle pedane 5 mm più alte di prima: è comoda. Esatto: comoda! La sella ha un’imbottitura che sostiene il rider ma senza regalare l’effetto marmo di concorrenti più estreme. Scegliamo la mappa RAIN per il primo turno sotto la pioggia: controllo trazione sul 5 (il massimo concesso) e livello potenza del motore al 60% del totale. La confidenza arriva subito e senza bisogno di strafare, ci accorgiamo del salto epocale fatto da questa moto, semplicemente accorciando la rapportatura, soprattutto per quanto riguarda le prime tre marce. Adesso è possibile sfruttarle appieno e godere del fantastico tiro ai medi del 4 in linea di Akashi; in fondo al lungo rettilineo, pur non arrivando a velocità esorbitanti, ci attacchiamo alla leva del freno che risulta lievemente spugnoso ad inizio corsa, per poi sfoderare tutto il mordente delle M50 Brembo, abbinate alla pinza posteriore che guadagna pastiglie a maggior coefficiente di attrito.

La discesa in curva avviene in maniera lineare ma, anche in questo caso, alcuni ondeggiamenti sono – purtroppo – il risultato della morbidezza delle gomme rain che “sporcano” il feeling che si potrebbe percepire realmente. Proprio guidando sotto la pioggia, quando serve più rotondità possibile nella guida e meno “strattoni”, abbiamo notato la presenza di un on-off marcato quando si chiude e si riprende in mano l’acceleratore, probabilmente dovuto anche dalla condizione di utilizzo che era più “conservativa” del solito, portando a riaperture del gas che, in condizioni normali, forse non avremmo mai nemmeno affrontato. Fortunatamente nel primo pomeriggio la pioggia ha dato tregua ma l’asfalto è rimasto bagnato, ovviamente: siamo entrati in modalità ROAD con motore full power ma controllo di trazione sul 3: ora la spinta si fa nettamente rabbiosa e in uscita dalla curva che immette sul rettilineo da quasi 900 mt, la nuova Ninja si fionda in avanti con una cattivetia che però non intimorisce, cercando quel flusso d’aria che prema a terra il muso utilizzando le alette di nuova generazione.

“RIDER FIRST” E PROMOZIONE A PIENI VOTI!

Accucciati in carena, l’aria avvolge il pilota senza investirlo, merito di quel fantastico cupolino più alto di 40 mm che fa davvero la differenza; una protezione aerodinamica eccellente ed una stabilità da prima della classe. Ora, finalmente, possiamo attaccarci ai freni con più decisione apprezzandone la modularità che si trasforma in assoluta potenza frenante sempre gestibile, pur desiderando un pelo di supporto in più dalla forcella Showa BFF. Il controllo di trazione funziona in modo egregio e ci ha permesso di uscire da ogni curva sempre senza paura, aprendo il gas anche con decisione ma sempre al momento giusto. Tutto questo è possibile grazie al supporto del fantastico telaio che non ha avuto bisogno di modifiche sostanziali, eccezion fatta per il forcellone allungato che garantisce maggior trazione. Nei cambi di direzione non è un fulmine ma è comunque maneggevole e precisa. Il turno successivo è andato ancora meglio con i controlli ridotti a 1 e con l’esuberante Kawasaki che ha dato il meglio, lasciandoci però con il dubbio che con un paio di slick e la pista asciutta, sarebbe potuta risultare ancora più incisiva e veloce. La Ninja è una “facile” con un cambio elettronico che funziona in modo semplicemente spettacolare, uno dei migliori che ci siano in giro.  Il “River Mark”, ossia il marchio che Kawasaki appone sui modelli che ritiene di assoluto prestigio e che la nuova ZX-10 porta in bella vista sotto al cupolino,  se lo merita tutto.

ABBIGLIAMENTO UTILIZZATO:

Casco: X-Lite X 803 Ultra Carbon

Tuta: SPIDI SUPERSONIC PERF PRO

Stivali: XPD XP9-R

Guanti: SPIDI CARBO TRACK EVO

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