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MotoGP, Pol Espargaró: "Io mi metto pressione da solo, non serve Marquez"

"La pressione che ho addosso non cambia in base ai suoi risultati ma in base ai miei. Il pubblico in circuito? Sono favorevole, penso sia più una questione organizzativa che di sicurezza contro il Covid"

MotoGP: Pol Espargaró:

Con il giovedì dedicato ai media, inizia oggi il fine settimana del Gran Premio di Spagna. Pol Espargaró ha visto, nel precedente GP, Marc Marquez terminare settimo dopo 265 giorni di stop. Lo spagnolo invece,  protagonista di una caduta nei primi giri del Gran Premio del Portogallo, ha terminato con zero punti. Il pilota numero 44 si è però dichiarato indifferente nei confronti dei risultati di Marquez e tranquillo in sella alla sua RC213V in vista di un circuito amico quale è per lui Jerez.

Quando c’è un pilota molto veloce tutti sono sotto pressione - ha affermato Pol - Per quanto riguarda me, non cambia se Marc fa dei buoni risultati. L’unico che mi mette sotto pressione sono io. Mi spingo al limite in ogni sessione, lo so quando sono veloce e quando sono lento. Non ho bisogno di Marc per capirlo o per mostrarmi cosa faccio bene o male. La mia pressione non cambia in base ai suoi risultati ma in base ai miei”.

Due anni fa anche Pecco ha terminato dei buonissimi test prestagionali. Tu hai fatto lo stesso ma ora stai riscontrando diversi problemi.
“È vero che i test prestagionali sono andati molto bene. Il problema non è tanto la moto quanto il circuito. In Qatar, soprattutto la seconda sessione di test, è andata molto bene perché le condizioni erano sempre le stesse. Erano stabili, la pista era perfetta tutto il giorno e il giorno dopo c’era la stessa situazione. In gara in Qatar la pista cambiava molto sia a causa della Moto3 e Moto2 sia per l’umidità e le temperature. Tutti questi cambiamenti mi hanno fatto fare moltissimi errori. Poi in Portogallo le FP1 si sono svolte in condizioni miste, le FP2 sono state veloci ma non abbiamo mai trovato una sessione in condizioni normali. Ora quello di cui ho bisogno è un posto come Jerez con una situazione sempre uguale, durante tutti i giorni, ed è una pista che conosco molto bene. Ci sono state tre gare ma in due circuiti molto particolari sia per me che per Honda”.

Qui a Jerez sarà fondamentale la scelta della gomma anteriore. Alcune moto, come Honda e Ducati, utilizzano molto il davanti per frenare. Pensi che sarà difficile?
“La situazione è un po’ strana. Dietro abbiamo la gomma morbida utilizzata l’anno scorso però adesso ci sono ben 30° di meno in pista, che è molto meno. Oggi a mezzogiorno c’erano circa 20° mentre l’anno scorso erano 50°. Sul posteriore va bene per queste condizioni, ma davanti abbiamo una gomma dura! Bisogna capire il perché visto che l’asfalto avrà una temperatura molto bassa, è pericoloso. Non è una questione di squadra ma di sicurezza. È una situazione difficile e non capisco alcune scelte ma domani vedremo”

Sappiamo che la Michelin ha chiesto di non cambiare la scelta delle gomme durante questa stagione per motivi legati alla situazione. Loro portano ogni fine settimana delle gomme diverse, non per quanto riguarda la loro composizione, pensi che questo sia strano?
“Io lo so che loro lavorano per ottenere il massimo della prestazione ma la prima cosa è la sicurezza. Non vogliono portare delle nuove gomme ma qui hanno proposto le dure. La cosa più intelligente da fare potrebbe essere proporre quattro tipi di gomme all’inizio dell’anno, come fanno. Poi a seconda della condizione meteo si sceglie. Le gomme che non utilizzi le puoi portare per un’altra gara di sicuro. Si dovrebbe approcciare a questa situazione con una strategia diversa. Secondo me, anche se spero di no, qui a Jerez ci saranno molte cadute”.

Hai parlato con qualcuno delle tue sensazioni?
“Domani si terrà la Safety Commission e parleremo con i ragazzi della Michelin, penso che ci daranno le ragioni per le quali hanno proposto queste gomme rispetto a quelle dello scorso anno”.

Cosa ne pensi della questione del pubblico sugli spalti anche rispetto a quello che succede negli stadi?
“Allora, il calcio è lo sport numero uno nel mondo e di sicuro utilizzano un diverso metodo di sicurezza. Quello che è certo è che nel caso dei circuiti io sono a favore. Non sono un negazionista e sono a favore della vaccinazione, sono a favore di tutto il necessario utile a controllare la pandemia. Un circuito ha delle caratteristiche idonee, ci sono entrate diverse e questo potrebbe aiutare per far entrare la gente. Si potrebbero creare delle diverse fasce orarie, ci sono molti metodi per farlo. Ci sono molti spalti quindi si potrebbe far entrare una certa percentuale di pubblico, penso che sia più una questione organizzativa che di sicurezza per il Covid. Mi piacerebbe molto che nel mio Gran Premio di casa a Barcellona ci fosse il pubblico”.

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