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MotoGP, Jerez: Valentino Rossi e Marc Marquez, ritorno sul "luogo del delitto"

Lo scorso luglio sul circuito spagnolo il Dottore aveva conquistato il suo ultimo podio, il campione della Honda si era invece gravemente infortunato

MotoGP: Jerez: Valentino Rossi e Marc Marquez, ritorno sul "luogo del delitto"

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Era il 19 luglio dello scorso anno quando Marc Marquez cadde a Jerez fratturandosi l’omero del braccio destro, un incidente che avrebbe significato per lui rimanere lontano dalle piste per 9 mesi. La domenica dopo, sullo stesso circuito, Valentino Rossi saliva per la 235ª volta sul podio nella sua carriera, l’ultima ad oggi. Il tracciato intitolato ad Angel Nieto ha visto incrociarsi in modo molto differente i destini dei due campioni e, la prossima domenica, sarà un banco di prova importante per entrambi.

Marquez ha terminato la sua astinenza dalle corse a Portimao, con un fine settimana da par suo, culminato in un pianto di liberazione dopo una gara sofferta e fantastica. “Mi sono nuovamente sentito un pilota di MotoGP” ha riassunto le sue emozioni. Il GP del Portogallo è stato solo il primo passo verso il ritorno alla normalità, che sarà ancora lungo, ma probabilmente meno del previsto.

Dopo Portimao, i dottori hanno comunque costretto Marc al riposo forzato, il che significa niente allenamenti in moto e sono qualche giorno di palestra, senza forzare. Il programma è quello di un recupero passo dopo passo, con l’idea di non stressare troppo il braccio.

Necessarie precauzioni a parte, il fine settimana di Jerez sarà molto importante per lo spagnolo della Honda. Ci sarà sicuramente una componente emozionale quando ripasserà sul ‘luogo del delitto’, ma come accade per ogni pilota quel pensiero attraverserà la mente per un solo attimo, poi il cervello si metterà in modalità GP. Portimao non è stato solo il ritorno dopo un lunghissimo periodo di inattività, ma anche una pista in cui Marc non aveva riferimenti in MotoGP, tanto da usare praticamente l’assetto di Bradl per tutto il fine settimana.

Jerez sarà un’altra storia. Marquez aveva vinto il GP di Spagna nel 2018 e nel 2019 e anche l’anno scorso aveva messo in campo una velocità irraggiungibile per tutti gli altri. Quindi, anche se non ancora al 100%, potrà capire veramente quale sia il suo livello e anche chiarirsi le idee sulla RC213V, una moto che ha continuato a evolversi in sua assenza. Se il GP del Portogallo era stato dominato dalle emozioni, in quello spagnolo sarà la testa a farla da padrona. Forse Marc non è ancora nello stato di forma giusto per vincere, ma se in un Gran Premio ‘al buio’ è riuscito ad arrivare a soli 13 secondi dal vincitore, in uno bene conosciuto potrà avvicinarsi ancora.

E Valentino? Per lui il discorso è diverso. Jerez rappresenta l’ultimo bel ricordo in MotoGP, le emozioni del podio che sta cercando invano da mesi. Nel luglio scorso aveva chiuso una tripletta Yamaha, a cui erano seguite delle gare convincenti a Brno, Austria e Misano, prima di sprofondare in un vortice di cadute e poi fermarsi dopo avere contratto il Covid. Da lì in poi, ci sono stati pochi momenti dolci. Compreso questo inizio di stagione, con l’unico lampo in qualifica nella prima gara in Qatar.

Recentemente il Dottore ha dichiarato di lottare contro il tempo, nel senso dell’età, ed è una battaglia che si vince di fronte al cronometro. Qualche spiraglio si era aperto a Portimao, ma tutto era finito con una caduta. A Jerez Valentino è sempre andato forte (7 le vittorie in carriera) quindi deve dimostrare che a 42 anni suonati è ancora in grado di dire la sua. Anche perché Vinales e (soprattutto) Quartararo con la sua stessa moto stanno facendo faville e il confronto per il momento è impietoso.

Valentino sembra essersi ambientato velocemente nel box di Petronas, il clima è buono, ma mancano ancora i risultati. Dopo Jerez è la prima di una serie di piste particolarmente favorevole per Rossi e l'estate si avvicina. Se vorrà continuare a essere un pilota in MotoGP anche il prossimo anno, potrà solo convincere se stesso e la Yamaha con i risultati.

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