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MotoGP, Quartararo, Bagnaia e Mir: sul podio a Portimao e al comando nel box

Dopo tre gare si stanno delineando le gerarchie in Yamaha, Ducati e Suzuki. Fabio, Pecco e Joan hanno vinto in pista la sfida contro i compagni di squadra

MotoGP: Quartararo, Bagnaia e Mir: sul podio a Portimao e al comando nel box

Recita una regola non scritta che il compagno di squadra sia il primo avversario di ogni pilota. Il motivo è semplice: quando si ha lo stesso mezzo e si è nella stessa struttura, non ci sono scuse quando si prende la paga. Nel caso di una squadra ufficiale, però, battere il pilota dall’altro lato del box significa essere il leader per l’azienda, il numero 1 nel team.

Dopo le prime 3 gare, i rapporti di forza nelle varie squadre iniziano a delinearsi e non sempre con risultati scontati.

In un certo senso, Suzuki, avendo il campione del mondo, poteva sembrare quella con le gerarchie più chiare. Ma era anche vero che Rins lo scorso anno aveva avuto un inizio stagione difficile per via di un infortunio e che in molti ritengono Alex un pilota più talentuoso di Mir. Visto che non esiste un test per misurare in maniera scientifica il talento, bisogna affidarsi ai risultati. Questi dicono che Joan ha già un podio e 38 punti in classifica, mentre Rins ne ha 23 e uno zero.

Alex è un pilota molto veloce, ma ancora troppo propenso all’errore e Portimao non ha fatto che confermarlo, con una caduta quando era al 2° posto. L’opposto di Joan, che fa della costanza uno dei suoi punti di forza, quello che gli ha permesso di vincere il titolo un anno fa. Il campione del mondo, non ha risparmiato domenica scorsa una frecciatina al suo compagno di squadra: “a volte devi fare quello che la moto ti permette, forse Alex è andato oltre il limite”. Così Mir lucida il suo numero 1, mentre a Rins tocca riflettere sugli errori commessi.

In casa Ducati, la situazione era più fluida. Anzi, secondo molti, sarebbe dovuta pendere dalla parte di Miller, che invece ha deluso. Del resto, era l’australiano il pilota con più esperienza in MotoGP, ma il passaggio nel team ufficiale sembra, almeno per il momento, avergli fatto più male che bene. Al contrario di Bagnaia, che sembra ancora più concentrato e responsabilizzato nel vestire il rosso della squadra interna.

Per Pecco, però, la sfida non è stata solo con il compagno di box, ma anche con Zarco, che con la Ducati Pramac aveva ottenuto due secondi posti in Qatar e la testa del Mondiale. Prima di Portimao, dove ha buttato tutto all’aria, o meglio nella ghiaia. Proprio nel momento in cui il piemontese ha fatto vedere di che pasta sia fatta: una pole da record (come a Losail) cancellata per una bandiera gialla, una rimonta da pilota tanto veloce quanto pensante, e il secondo posto in classifica. Con 6 punti in più di Johann.

E Miller? La classifica piange: 14 punti, che lo mettono alla spalle anche dei debuttanti Bastianini e Martin (quest’ultimo con una gara in meno). L’australiano ha qualche attenuante, considerata la sindrome compartimentale che lo ha limitato in Qatar, ma l’errore nel GP del Portogallo è stato semplicemente gratuito, come già era successo in passato.

Ultima ma non ultima, bisogna parlare di Yamaha. Il team ufficiale ha vinto le prime 3 gare, una volta con Vinales e due con Quartararo. Entrambi erano sotto esame per la loro costanza e se il francese lo ha superato a pieni voti, lo spagnolo è ripiombato nel solito baratro. Maverick è velocissimo, ma il problema è che non conosce le mezze misure: o vince o precipita. Nella prima gara di Losail è stato perfetto, poi è scomparso in un’altalena di risultati di cui è stato vittima nel recente passato.

Così Fabio ora è diventato il punto di riferimento nei box e soprattutto sembra avere imparato dai suoi errori. È stato lui stesso a rivelare di essersi rivolto a uno psicologo nell’inverno e di sentirsi ora più calmo di quanto non fosse un anno fa, quando dopo due gare si trovò al comando del Mondiale. Una lezione che dovrebbe fare sua anche Vinales, che ha passato l'inverno a decantare il clima all'interno del box, salvo poi inciampare alla prima difficoltà.

Del resto in archivio ci sono solo 3 gare, troppo poche per fare bilanci incontrovertibili, ma quei 3 sul podio hanno già le idee chiare su chi comanda nel box.

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