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MotoGP, Marc: “La chiave del GP? accettare i sorpassi, mi sentivo 'violentato' "

“Se fossi stato il Marc di sempre sarei durato tre giri.  È stato come quando ti ritrovi nel giardino della scuola a giocare a calcio con i più grandi. Gli ultimi sei giri nemmeno mettevo il gomito a terra”

MotoGP: Marc: “La chiave del GP? accettare i sorpassi, mi sentivo 'violentato'

Una volta rientrato al box, si è conquistato gli applausi e i gesti di stima da parte dei suoi uomini, in seguito quello dei suoi fan e degli appassionati sui social. Come se non bastasse, durante l’intervista post gara su zoom, anche i giornalisti presenti si sono stretti in un lungo applauso nei confronti di Marc Marquez.

Già, perché rientrare dopo nove mesi da  quel tremendo infortunio di Jerez e arrivare settimo a 13 secondi dal vincitore è un qualcosa di veramente eccezionale.

Non ho potuto controllare l’emozione che avevo dentro una volta rientrato ai box davanti a tutte le persone del team – ha esordito – sono stati nove mesi lunghi tra l’infortunio, il rientro alla corse e la gara di oggi. Quelle lacrime sono per tutto quello che ho affrontato in questo lungo periodo. Sono tornato in sella alla Honda e ho concluso la corsa, tutto ciò lo considero come il passo più grande nel momento in cui sono tornato a gareggiare. Per me è un grande sollievo, dato che correre il GP era l’incognita più grande e alla fine ci sono riuscito”.  

L’attenzione di Marc si sposta quindi sul GP.
“Il primo giro è stato il più complicato, perché non mi sentivo nella mia posizione di sempre, però partivo lì e non potevo fare nulla. Ho quindi iniziato la mia gara e la cosa più importante di tutta è averla conclusa. Dopo la prima tornata avevo subito capito di non avere ritmo”.

Marc entra quindi nel dettaglio.
“Era difficile capire dove staccare, ma anche seguire la giusta linea. Inoltre, negli ultimi sei giri, nemmeno toccavo più il gomito a terra, dato che mi sentivo rigido in sella alla Honda. Per me è stata una gara particolare, in cui ho dovuto accettare i sorpassi, così come il fatto di essere "violentato" dagli altri piloti”. È un po’ come quando sei a scuola e ti ritrovi a giocare a calcio con i più grandi e vieni maltrattato. Ma d’altronde questa è la mia situazione, dato che sto recuperando da un infortunio importante e devo fare un passo alla volta”

Marquez: "diminuirò gli allenamenti, non posso permettermi troppo stress sull'osso"

Vietato infatti bruciare i tempi.
“L’osso è ok, ma in questo momento non posso permettermi di stressarlo ogni giorno, così come ogni settimana. In accordo con i medici, con in quali sono sempre in stretto contatto, non mi allenerò con la moto durante la settimana. Mi è concesso farlo solo durante il weekend di gara e di conseguenza non è semplice. Al momento queste sono le regole da seguire. Poi, in futuro potrebbero cambiare, ma il prossimo controllo sarà dopo Jerez”.

A proposito di Jerez, la tappa andalusa è la prossima in calendario.
“Il mio percorso di recupero non termine a Jerez, andrà avanti. Di sicuro Jerez è una pista che conosco meglio di Portimao, dove abbiamo più riferimenti e dove in passato sono stato forte, di conseguenza vedremo quello che sarò in grado di fare. Portimao è stato un tracciato tosto, che mette il pilota a dura prova. Abbiamo visto quanto accaduto a Martin e mio fratello ieri, dopo le loro cadute ho evitato di rischiare”.

Marc si lascia quindi alle spalle Portimao, ovvero il primo banco di prova.
“Prima di questa gara avevo tanti dubbi e interrogativi, inoltre c’era molta curiosità da parte dei media. In molti si domandavano cosa sarei riuscito a fare. Alla fine essere arrivato al traguardo è la cosa che conta di più per me. Personalmente non mi sono divertito, all’inizio ho sofferto, ma poi ho trovato la mia strada e l’ho seguita. Come ho già detto in più occasioni durante il fine settimana, non mi interessava la posizione finale. Contava di più arrivare al traguardo e le sensazioni che ho provato una volta conclusa la gara sono state diverse da qualunque altro GP disputato o vittoria. Purtroppo ho dovuto guidare con uno stile diverso dal solito, dato che se fossi stato il Marc di sempre sarei durato tre giri”.  

Infine una battuta su Pedro Acosta, protagonista in Moto3.

“È un grande pilota, dotato di talento. Quando ha vinto in Qatar ho pure fatto un tweet a seguito della sua vittoria. Di sicuro ha tutto quello che serve per crescere e  fare una bella carriera, arrivando un giorno in MotoGP. Ma al momento lui deve solo pensare alla Moto3, rimanendo concentrato gara dopo gara e continuando a lavorare sodo”.

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