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MotoGP, Marquez: "ho imparato la lezione, ci sono tanti GP, ma abbiamo un solo corpo"

Sono nervoso, sento le farfalle nello stomaco è non è normale per me. Mentalmente devo tornare a sentirmi nuovamente un pilota di MotoGP. Se sono qui è perché sono in grado di guidare in tutte le condizioni"

MotoGP: Marquez:

“La lezione che ho imparato è facile: ci sono tante gare che si possono correre ma abbiamo un solo corpo”.

Chissà da quanto tempo Marc Marquez aspettava di potere pronunciare queste parole e finalmente il momento è arrivato. Di nuovo dall’altra parte dello schermo, quella giusta per un pilota, con le telecamere e i riflettori puntati addosso. A Portimao si è seduto in mezzo agli altri piloti, è ritornato nel suo habitat, per raccontare i suoi ultimi 9 mesi di inferno e le speranze per il futuro.

“Naturalmente è bello essere tornato, essere qui - sorride - Sono stati 9 mesi molto difficili per me e domani farà il passo più importante per il mio recupero: tornare in moto. Sono nervoso, sento le farfalle nello stomaco è non è normale per me (ride). So che dopo il primo turno di prove libere scompariranno, ora è il momento di tornare a divertirsi. Avevo già incontrato il mio team e oggi ho parlato con i tecnici giapponesi, sono tutti molto motivati, ma gli ho detto che non ho obiettivi per questo fine settimana. Non sarò lo stesso Marc di sempre dal primo turno di prove, avrò bisogno di tempo perché il recupero sarà sia dal punto fisico che mentale. Però è bello essere qui e potere guidare la mia moto”.

Marquez: "guardavo le gare in TV come un tifoso qualsiasi"

Come è stato guardare le gare in TV?
“Strano, soprattutto all’inizio, poi mi sono abituato ed è diventato normale, ero come un tifoso. È stato difficile per me non correre in Qatar, ero pronto ma non al 100%, i dottori hanno deciso di fermarmi e ho accettato il loro consiglio. Sono stati 9 mesi duri, con tanti dubbi: non solo non sapevo se sarei tornato a correre ma anche il mio braccio fosse tornato normale. Sono sempre stato ottimista e questa è stato il punto chiave, inoltre le persone intorno a me mi hanno aiutato dandomi motivazione”.

Marquez: "se dovesse piovere proverò: se sono qui è perché sono in grado di guidare in tutte le condizioni"

Cosa ti aspetti dal primo turno di prove, potrebbe anche piovere…
“Non mi piacerebbe molto se piovesse dopo 9 mesi senza guidare una MotoGP, ma sarà quello che sarà. Se sono qui è perché sono in grado di guidare in tutte le condizioni. L’ideale sarebbe fare un test privato domani mattina, ma non è possibile. Un mese fa, qui a Portimao, ho guidato per l’ultima volta una moto vera, a parte lunedì scorso quando mi sono allenato con quella da flat track. Tutti gli altri piloti hanno una grande fiducia, ma non è il mio caso. Devo solo fare le cose passo dopo passo, domani iniziano i miei test invernali”.

Marquez: "ho detto a Takeo che non ho nessun obiettivo, voglio solo guidare"

Non riesci nemmeno a immaginare cosa accadrà?
“Onestamente non posso rispondere a questa domanda. Il mio primo primo obiettivo è sentirmi bene in sella, è la regione per cui sono qua. Il punto interrogativo, mio e del team, è come reagirà il mio braccio nel corso del fine settimana. Ho preso la decisione di correre qui insieme ai dottori, c’erano delle possibilità anche per il Qatar, ma la scelta non era unanime. Oggi ho detto a Takeo che non ho nessun obiettivo, voglio solo guidare. Non è il momento di mettersi pressione. Mi aspetto di trovare una categoria dura, come ho visto in tv: tutte le moto sono ufficiali e ci sono i migliori piloti al mondo, mentre io arrivo da un grande infortunio. Non so quanto tempo ci metterò a recuperare. Negli ultimi mesi ho guidato una moto per 3 giorni, sarà difficile, ma questo è un passo che andava fatto nel mio percorso di recupero”.

Però in tanti pensano che non ti acconteterai.
"So che mediaticamente le aspettative sono grandi, ma io devo isolarmi. Di solito sono il primo a mettermi pressione per i risultati, ma non è questo il momento di farlo".

E se ci fosse la possibilità di puntare in alto?
"Io ho detto che non obiettivi, ma non scarto nulla prima di partire: tanto migliori saranno le mie sensazioni in sella quanto migliori i miei risultati. Però so che sentirò la fatica, succede sempre anche nei test invernali anche quando sei allenato. Ho cercato di prepararmi al meglio in palesta, ma anche questo fa parte del mio processo di recupero".

"Il campionato non è un'ossessione, ci sarà tempo per pensarci"

Al campionato non ci pensi proprio?
"Logicamente guardo i punti che hanno in classifica gli altri piloi, ma non è un'ossessione. In questo momento ho altri obiettivi, più importanti. Quando tornerò a essere competitivo, allora penserò al titolo, se ci sarà ancora tempo".

Credi che i tuoi rivali sentano la pressione per il tuo ritorno?
"Sinceramente non penso a loro ma, nella loro situazione e con la giusta fiducia in se stessi, perché dovrebbero essere nervosi? È vero, in passato ho vinto tanto, ma ora torno da una situazione difficile e sono andato in moto solo 3 volte negli ultimi 9 mesi"

Marquez: "devo tornare a sentirmi un pilota di MotoGP"

Hai cercato di prepararti anche da un punto di vista mentale?
“Sì, ma è difficile. Mi piacerebbe sentirmi normale ma non è così. Fisicamente mi sento pronto, mentalmente devo tornare a sentirmi nuovamente un pilota di MotoGP”.

Cosa intendi?
Significherà tirnare ad andare ai 300 all'ora e anche cadere, perché prima o poi accadrà. Sono stato io a dirlo ai dottori: fatemi tornare in moto quando il mio braccio sopporterà un'altra caduta. Non è quello che mi preoccupa, io voglio solo tornare a guidare come voglio e scopriremo quanto tempo servirà".

"Mio fratello Alex mi ha permesso di restare connesso alla mentalità di gara"

Cosa si perde a stare fermi per così tanto tempo?
"La prima cosa che manca è l'abitudine alla velocità, come anche alla frenata, poi essere in pista con altri piloti, sorpassarsi. Invece penso non sarà un problema ritornare nella mentalità della gara, mio fratello Alex mi ha permesso di essere sempre connesso. Anche con Santi, il mio capotecnico, mi sentivo dopo ogni gara. L'ho fatto perché non volevo che al mio ritorno fosse tutto nuovo".

Ti sei fatto un’idea di come è cambiata la MotoGP in tua assenza?
“Capire la situazione dalla tv è impossibile, vedi tanti alti e bassi, anche da un giorno all’altro. È strano. Non vedo l’ora di correre, perché nel secondo GP in Qatar c’è stato un grande gruppo davanti, non sono ancora pronto a una lotta come quella, ma spero di unirmi in futuro”.

Che idea ti sei fatto degli altri piloti?
"Mir è cresciuto mlto e sa come vincere il titolo, Vinales e Quartararo sono pronti a fare il salto in avanti definitvo, mentre in Ducati bisognerà vedere chi sarà il leader. Per avere le idee chiare serviranno almeno 5 o 6 gare, in questo momento scommetterei su tutti e nessuno.".

Marquez: "inizierò con la moto di Bradl, non con la mia dello scorso anno"

Ti aspetti che la tua Honda sia cambiata molto in questi mesi?
“Non è nella migliore situazione. Ho parlato con i tecnici giapponesi e mi hanno detto che stanno lavorando per capire il problema, per riuscire a rendere la moto veloce con tutti. Io penso che i piloti competitivi ci siano, ma mi sembra che facciano fatica nelle stesse aree che erano problematiche quando ho lasciata la moto. Parlo di riuscire ad avere maggiore fiducia all’anteriore, riuscire a cadere meno, sentire il limite. Dal 2020 al 2021 non ci sono stati grossi cambiamenti sulla moto, ma degli aggiornamenti e ho già fatto una lunga riunione per capirlo. Domani inizierò con la moto di Stefan Bradl, non con la mia dello scorso anno, poi cercherò di trovare il mio compromesso”.

Qual è l'ultimo ricordo che hai della Honda?
"Non di certo la caduta, quella ce l'ho tatuata sul braccio. Mi ricordo invece le sensazioni in sella e la moto è sostenzialmente quella con cui ho fatto una bellissima rimonta a Jerez, prima di cadere. Lo so che la Honda è una moto difficile da capire, ma anche una moto con cui si possono fare grandi risultati. Affronterò questo fine settimana come se fosse normale".

Nel team non troverai più Gerold Bucher al tuo fianco come telemetrista.
“È un cambiamento piccolo ma allo stesso tempo grande. Era parte della mia famiglia, ma le cose cambiano e continuerà a lavorare per me, ma nel test team, che è sempre più importante. È arrivata Jenny Anderson, che ha molta esperienza in MotoGP”.

Fra due settimane ci sarà il GP a Jerez, la pista dell'incidente.
"Non vedo l'ora di ripassare in quella curva, la 3, ma ci penserò poi. Ora devo affrontare una pista che non conosco e sarà uno svantaggio, però questa volta non si tratta di togliere l'ultimo decimo ma di trovare le giuste sensazioni".

"Ci sono stati giorni in cui ho pensato di non riuscire guarire"

Guardandoti indietro, qual è stato il momento peggiore?
"Tra ottobre e novembre, c'erano giorni in cui non riuscivo a sollevare un bicchiere d'acqua. Sentivo che c'era qualcosa che non andava, poi è stata trovata l'infezione. Ero nervoso, non sapevo cosa mi sarebbe successo. Quando avevo sofferto di diplopia ero ottimista, anche se i medici mi dicevano avrei potuto non guarire io non ci credevo. Questa volta, invece, ho sofferto, avevo dolore e ho incominciato a pensare di non potere guarire".

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