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MotoGP, Martin: "Rossi è il mio idolo ma credo che non riuscirà più a vincere"

VIDEO - Jorge si racconta a Lorenzo: "forse Valentino potrà farcela sul bagnato. Dall'Igna mi ha detto che non è la Ducati a essere incredibile ma io"

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Jorge Lorenzo, per inaugurare il suo nuovo programma 99 Seconds su YouTube, aveva promesso un’intervista con un pilota sulla bocca di tutti in questi giorni. È stato di parola, regalando un lungo faccia a faccia (che potete vedere nei video qui sopra) con Jorge Martin, il debuttante di Ducati Pramac che ha stupito tutti in Qatar ottenendo la pole position e un podio in Qatar.

Ecco cosa si sono detti.

"Mi chiamano Martinator perché sono esplosivo, sfioro il limite a ogni curva"

Mi chiamano Rocketman? Preferisco Martinator, un soprannome che viene dalla mia storia. Ma alla fine se ti chiamano cosa vuol dire qualcosa. Io so di essere esplosivo sul giro singolo, è una mia caratteristica: Il mio cuore va a 200 battiti, do il massimo ad ogni curva, sento di sfiorare sempre il limite.

La prima volta sulla Desmosedici è stata incredibile. È stato difficile perché c’era un vento fortissimo a Losail. Il mio obiettivo per il primo giro era aprire il gas fino in fondo e sentire tutta la potenza: sul rettilineo ho toccato i 338 km/h ed appena ho frenato ho sentito il casco balzare in avanti. E’ stato faticoso, i freni in carbonio fanno impressione ed il cambio seamless è altrettanto impressionante. Senti sempre tutta la potenza. È stato curioso quando in FP4 non sentivo più la pressione del vento cosa forte ed è stata la prima volta che ho pensato: ‘ma questa moto non sta andando’ . In realtà avevo il vento che spingeva da dietro ed ho fatto 354 km/h!. Mi aveva comunque impressionato di più il passaggio da Moto2 a MotoGP, senza alcun dubbio. Tutti i cambiamenti sono incredibili, ma la MotoGP è un’altra storia. E’ una moto incredibile, la potenza è bestiale sia in accelerazione che in frenata. È molto faticosa dal punto di vista fisico”.

"Dall'Igna sotto il podio mi ha detto: non è la Ducati a essere incredibile ma tu"

Dall’Igna è rimasto più sorpreso di vedere me sul podio che  Zarco davanti a tutti nel mondiale, perché Johann è uno dei migliori piloti della MotoGP. Ricordo che ai piedi del podio gli ho detto ‘la moto è incredibile’ e lui mi ha risposto ‘no, tu sei incredibile’. Gigi era felicissimo, io penso che stiamo lavorando bene e loro sono molto contenti.

"La prima vittoria? Al Mugello e Barcellona potrei avere una possibilità"

La prima vittoria? Quanta pressione! Non ci ho pensato, magari arriverà un giorno. Devo lavorare tanto. Penso ci siano piste su cui potrei pensare di vincere, per esempio l’Austria è una pista dove so di andare bene e lo stesso la Ducati. Anche Mugello o Montmeló sono piste buone per la Ducati e per me. Sono sempre andato forte lì, ma mancano meno di due mesi a queste gare, quindi mi sto mettendo un po’ di pressione. Penso che quando correremo su piste su cui dovrò gestire meno le gomme rispetto al Qatar, potrei divertirmi di più. Questo è un po’ il ‘brutto’ di questa categoria: non devi pensare solo ad andare forte, ma anche a gestire la situazione. Adesso arriveranno piste difficili per un debuttante, come Portiamo e Jerez. Il mio obiettivo sarà di stare in top ten. Devo ancora imparare tanto, lo so bene”.

"Ho iniziato aa andare in moto in un parcheggio, la mia famiglia ha fatto tanti sacrifici"

Mio padre mi regalò una minimoto di quelle cinesi ed ho iniziato a girarci in un parcheggio. Indossavo le ginocchiere, una specie di paraschiena ed un casco leggero. Ho iniziato a girare con mio padre ogni settimana, poi ci siamo iscritti a qualche gara. Ho partecipato al campionato di Madrid ed avevo una minimoto italiana. Sono salito mano a mano di livello, poi ci fu una gara a Valencia ed era fondamentale vincere lì perché voleva dire avere le spese pagate per fare la stagione successiva. Questo sport è difficile dal punto di vista economico, lo sappiamo. Mio padre era diventato disoccupato in quel periodo, non avevamo niente. Ci aiutavano un po’ tutti, i nonni, gli zii. Ci davano circa 500 euro al mese per aiutarci, ricordo che in quel periodo non abbiamo mai fatto vacanze. Non spendevano soldi per altrto che per aiutarmi. Devo solo ringraziare la mia famiglia per tutto questo. Se avessi vinto la Rookies cup, avrei potuto entrare nel Mondiale, altrimenti non avremmo avuto i soldi per farlo. Per fortuna ho vinto e così sono arrivato nel mondiale”.

"Mio padre, il mio manager Valera e Fausto Gresini: ecco le persone più importanti per me"

La mia decisione più importante è stata quella di firmare con il team Gresini in Moto3, avevo molte opzioni, alcuni mi avrebbero pagato di più, ma ho pensato che quella sarebbe stata la migliore per vincere un Mondiale. La seconda è stata scegliere Ducati, non penso che con un’altra moto sarei riuscito a fare subito le stesse cose. È una moto che mi ha permesso di non cambiare troppo il mio stile di guida. In Moto2 invece mi sbagliai, pensavo che un’azienda come KTM aveva il potenziale per fare una gran moto, ma fu un anno pazzo: provai 8 telai diversi in 6 gare, da debuttante. Mi ricordo che a Barcellona ne provai addirittura 4, uno per turno. Fu veramente difficile. Mio padre è stata la persona più importante nella mia carriera, poi metto Albert Valera, che arrivò in un momento complicato, e Fausto Gresini, che mi diede una grande opportunità”.

"Avrei voluto lottare contro Valentino nel momento migliore della sua carriera"

Marquez è stato il riferimento negli ultimi anni, quando lo vedrò per la prima volta in pista mi impressionerà, ma solo un momento. Mi è già capitato con Valentino, presto diventa solo un altro pilota da battere e sarà lo stesso con Marc, è il mio obiettivo riuscirci, anche se non quest’anno. Sicuramente potrò imparare tanto da lui. Solo Marquez sa quale sono le sue condizioni, ma se si sentirà bene sarà veloce. Il mio idolo da bambino è stato Valentino Rossi ed è bello correre contro di lui, anche se sarebbe stato bello affrontarlo nei suoi anni migliori. Non credo potrà ancora vincere una gara, magari sul bagnato, sull’asciutto sarà più difficile”.

"Chi vincerà il titolo? Dico Quartararo, ma spero Vinales"

Chi vincerà il Mondiale? Diri Quartararo perché la sua velocità in Qatar mi ha impressionato, ma bisognerà vedere tante cose. Chi mi piacerebbe vincesse? Vinales, perché è molto competitivo.  A chi assomiglio io come pilota? Come Stoner, quando freno metto il corpo all’interno perché ho bisogno di sentire il contatto con la ruota anteriore. Capirossi è come me basso e massiccio, come Lorenzo ho le mie traiettorie e mi piace lavorare da solo”.

"Quella volta in un motel di Austin quando mi spaventai!"

Un aneddoto? Primo anno ad Austin, con il team Aspar: eravamo in motel non molto bello, sembrava uno di quelli in cui c’è un omicidio nei film americani. Salimmo al secondo piano, c’erano un uomo di colore enorme, pieno di tatuaggi, e un messicano che tirò fuori una pistola, ero terrorizzato! Cambiammo hotel, ma quella notte passata lì fu terribile”.

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