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MotoGP, Pitch black: tutto in una notte, chi vince e chi perde dal buio di Losail

La più veloce, la più agile, la più semplice, quella cresciuta di più, la più deludente. Ecco cosa Yamaha, Ducati, Suzuki, Honda, Aprilia, KTM ci hanno lasciato capire dopo la doppietta in Qatar

MotoGP: Pitch black: tutto in una notte, chi vince e chi perde dal buio di Losail

di Piersalvo Patané

 Il circuito di Losail in Qatar è stato finora l’unico tracciato dove la MotoGP ha girato in questo 2021, eccezion fatta per i test di Jerez, dove solo Aprilia ha potuto girare con i piloti ufficiali. Tra test “invernali” e gare, i piloti si sono ritrovati a girare per ben 12 giorni sul circuito Qatariota

La lunghissima trasferta mediorientale ci ha consegnato una Yamaha in grandissima forma, una Ducati dal potenziale motoristico strepitoso e in generale velocissima sul giro secco, una Suzuki ancora alle prese con i soliti problemi in qualifica, una Honda ancora indecifrabile senza il suo miglior pilota, una Aprilia in grande crescita ed una KTM in difficoltà. Eppure questo quadro rischia di non essere definitivo alla luce del fatto che nel 2020 non si è corso in Qatar e che il tracciato di Losail ha delle caratteristiche tali di layout e di variabilità delle condizioni dell’asfalto che è lecito aspettarsi valori in campo differenti quando si tornerà a girare in Europa, a partire già da Portimao. I 6 giorni di test (in realtà 5, visto che uno è andato perso causa sabbia in pista) e i 2 week end di gara hanno in qualche modo favorito l’appiattimento dei valori in campo. In realtà il confronto tra le due gare ci restituisce alcuni dati interessanti.

Tempi in Qualifica: dal missile Martin al gambero…Rossi

Il confronto in qualifica tra i due eventi ci mostra un generale peggioramento delle prestazioni tra la prima e la seconda gara. Ciò è dovuto alle condizioni non perfette che i piloti hanno trovato in pista nella giornata di sabato. Il forte vento, ha portato parecchia sabbia in pista ed in molti, per la verità quasi tutti, hanno fatto fatica a replicare o migliorare i tempi del sabato precedente.

Su tutti però, l’eccezione di Martin. Il giovane portacolori del team Ducati Pramac, complice una qualifica davvero storta durante il primo week end di gara, è autore di un incredibile miglioramento di oltre 7 decimi che lo ha addirittura portato in pole position. Dopo il fantastico 4.o posto artigliato in gara 1, Rossi è apparso molto più in difficoltà durante il secondo appuntamento, tanto da non riuscire ad andare oltre il 21.o posto in griglia, peggiorando di quasi 2 secondi il tempo che gli era riuscito 7 giorni prima. Va ricordato che quel tempo era stato fatto in scia a Bagnaia, fatto che comunque non giustifica una differenza così marcata. Altri piloti che deludono un po’ sono i Ducatisti Bagnaia e Bastianini ma per quest’ultimo pesano i problemi tecnici che hanno afflitto la sua GP19. A questi si aggiunge un Nakagami praticamente irriconoscibile rispetto soprattutto all’inizio della stagione scorsa. Rimanendo in casa Pramac, l’unico altro pilota che, nonostante le condizioni peggiori della pista, riesce a migliorare (seppur in modo marginale), è Zarco. Considerando invece la media tra i piloti per ogni casa, la Yamaha risente particolarmente della prestazione opaca di Rossi, mentre Suzuki, KTM e Ducati peggiorano di circa 2 decimi. Honda e Aprilia mostrano un peggioramento di circa mezzo secondo.

Velocità Massime in qualifica: una Ducati da 100m al secondo

Per quanto riguarda le velocità massime in qualifica, scontato dire che la Ducati la fa da padrone. Addirittura durante le qualifiche del GP del Qatar (gara 1), in media la velocità massima era prossima ai 360 km/h, ovvero…100 m in un secondo! Il forte vento del sabato di gara 2 ha non solo portato sabbia in pista, ma ha anche frenato le moto sul rettilineo principale. Come si vede dal grafico, tutte le moto perdevano una decina di km/h rispetto a 7 giorni prima. Sul dato Yamaha, pesa il fatto che Morbidelli durante la qualifica 2 non ha mai superato i 330 km/h, contro la media dei 336 km/h dei suoi compagni di marca, segno che, probabilmente, ha sempre girato da solo. Discorso simile per Aprilia. Il grafico mostra una velocità massima simile a Yamaha e Suzuki. In realtà Savadori risulta molto lento sulla speed (dai 5 ai 10 km/h in meno rispetto ad Espargaro) e ciò influenza la media. L’alta statura e magari la non perfetta esecuzione dell’ultima curva influenzano il dato di velocità massima.

Tempi in Gara: ancora Martin, sorpresa KTM

Rispetto alla giornata di sabato, diminuito il vento, i tempi in gara 2 sono tornati simili se non più veloci rispetto a gara 1. Lo dimostra il tempo totale del vincitore (Quartararo) che è stato 5 secondi più veloce del tempo fatto registrare 7 giorni prima da Vinales che, incredibilmente, aveva copiato esattamente lo stesso tempo totale di Jorge Lorenzo nel lontano 2016 in 42 minuti e 28 secondi. Tornando ai giorni nostri, come ci si poteva aspettare, il pilota che di gran lunga si è migliorato rispetto al primo GP è stato Jorge Martin.

Il pilota del team Pramac era stato autore di una partenza missilistica in gara 1, salvo poi venire risucchiato dal gruppo e “sprofondare” ai margini della zona punti. In gara 2 ha sfruttato l’esperienza maturata in gara 1 sulla gestione di moto e gomme ed è rimasto nel gruppo dei primi fino al traguardo, migliorando di ben 20 secondi (!) il tempo fatto in gara 1. Altra sorpresa, passata un po’ inosservata è la prestazione di Binder con la KTM. Della KTM ci ricordiamo innanzitutto la partenza simil-Martin fatta da Oliveira in gara 2. In realtà la prestazione più interessante viene proprio da Binder, il quale si migliora di quasi 14 secondi rispetto alla prima gara. Il sudafricano, partito dal 18.o posto in griglia, si è prodotto in una rimonta incredibile con un passo sicuramente da top5 ed ha chiuso a meno di 5 secondi dal vincitore. Passo in avanti anche per Savadori che si migliora di oltre 12 secondi.

Per il pilota di Cesena, pesa il fatto di non riuscire a seguire gli avversari e quindi imparare più velocemente i trucchi del mestiere in gara. Il suo passo gara è mediamente 1 secondo più lento del penultimo ma si è intravisto un miglioramento rispetto alla prima gara. Ricordiamo che Savadori è ancora alle prese con un infortunio alla spalla ed è del tutto auspicabile che già da Portimao le sue prestazioni si avvicineranno (come già visto nel 2020 in quella occasione) a quelle del resto del gruppo. Mentre per Mir, l’esiguo miglioramento deriva dalle scaramucce avute con Miller, per Rossi invece si tratta di una gara veramente negativa che lo vede migliorare di un solo secondo rispetto alla media generale di 7s.

Velocità Massime in gara: ancora dominio Ducati ma occhio alla Honda

Le velocità massime in gara 2 sono risultate leggermente più alte rispetto a gara 1, complice le differenti condizioni del vento. Nei grafici in basso sono riportate le medie delle prime 4 moto per ogni casa (2 nel caso di Suzuki e Aprilia). In termini assoluti è sempre Ducati a farla da padrone, come si vedeva chiaramente dalle immagini in TV. Così come si osservava nel 2020, è ancora la Honda ad essere la casa più vicina in termini velocistici. La Suzuki è apparentemente davanti alla KTM ma il dato di quest’ultima è un po’ “falsato” dai valori di Petrucci che risulta parecchio più lento rispetto ai suoi compagni di marca (soprattutto Binder). Inoltre, come abbiamo visto lo scorso anno, il punto forte di KTM è l’accelerazione in uscita da curve molto lente (ricordiamo curva 1 e curva 2 del RedBull Ring), caratteristica che non troviamo sul tracciato di Losail. La Yamaha si conferma ancora un po’ indietro anche a causa del fatto che Rossi e Morbidelli hanno spesso girato da soli in gara. Stesso discorso per Aprilia. Come spiegato in precedenza, Savadori anche in gara accusa dagli 8 ai 13 km/h rispetto ad Espargaro, poiché gira senza scia e comunque anche a parità di condizioni (si è visto in FP) la differenza non è mai sotto i 6 km/h tra i due.

Conclusioni

I due GP in Qatar ci restituiscono un quadro che rischia di non essere del tutto confermato sulle piste europee a causa delle condizioni particolari che si trovano solo a Losail. La mancanza di accelerazioni in uscita da curve lente potrebbe aver limitato un po’ i vantaggi che vedevamo nel 2020 sulla KTM che ci aspettiamo invece nuovamente davanti a partire dal prossimo GP di Portimao. Inoltre, la scelta obbligata della gomma morbida in gara (tranne le anteriori medie di KTM) potrebbe aver mascherato un po’ i valori di alcune moto/piloti che preferiscono utilizzare pneumatici più duri quando è possibile. Il confronto tra le due gare sulla stessa pista ha mostrato un leggero miglioramento in gara, dovuto a condizioni leggermente migliori ma anche all’esperienza maturata durante la gara precedente, soprattutto da parte di Martin. Globalmente, tra gara 1 e gara 2 è la KTM la moto che sembra aver migliorato maggiormente, come dimostra l’incredibile rimonta di Binder. Rientrando in Europa, si avrà un quadro sicuramente più chiaro.

 

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