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Dovizioso: "In MotoGP troppa elettronica e le qualifiche fanno il 70%"

"Può essere un bene per lo spettacolo ma non è così dal punto di vista di un pilota. Martin è stato da pelle d'oca ma Zarco è il più completo. A Portimao potrebbe vincere ancora Oliveira"

MotoGP: Dovizioso:

Andrea Dovizioso, insieme a Marc Marquez, è stato il grande assente dei primi due GP della stagione. Dopo 19 anni di motomondiale il Dovi ha lasciato la MotoGP e quest’anno non sarà un pilota ufficiale. Il 12 aprile a Jerez, però, l’ex ducatista salirà in sella per tre giorni di test all’Aprilia che tanto ha ben figurato in Qatar con Aleix Espargarò.

“Sono stati molto competitivi e Aleix è andato molto forte – ha detto Andrea al podcast “Incarenati” della Gazzetta dello Sport con Paolo Ianieri e Zoran Filicic – Per lui ogni pezzo nuovo che arriva sulla moto è un bell’incentivo a continuare a spingere. Il risultato di Aprilia, come quello di tutti, è da prendere con le pinze, comunque, perché il Qatar è una pista molto particolare”. 

Dopo aver visto la velocità di Aprilia in queste due gare in Qatar, quanta voglia hai di provare la RS-GP? Che cosa potrai portare alla Casa di Noale?
“Non lo posso sapere, quando si sale su una moto diversa l’ergonomia comanda e condiziona tutto il resto soprattutto per un pilota basso come me. Ci saranno tre giorni ed il tempo per mettersi a posto spero ci sarà. Sono molti anni che guido una Ducati e ovviamente provare altre moto è una cosa che vorrebbero fare tutti i piloti”. 

Tornando a parlare dei primi due GP della stagione, come è stato vederli davanti alla TV dopo così tanti anni nel paddock? 
“È stato un po’ particolare, soprattutto se parliamo del Qatar che mi ha sempre portato bene. È una pista che interpreto bene e ho pensato a come avrei gestito io la corsa, anche se bisogna essere lì per capire tutti i dettagli”. 

A vincere a Doha sono state le due Yamaha ufficiali di Quartararo e Vinales, che ne pensi di questi successi contro una Ducati che, come ben sai, ha vinto a Losail le ultime due edizioni?
“Quartararo ha vinto una gara inaspettatamente e poi combattere con le Ducati in una pista del genere è complicato perché per tutte le altre moto è pressoché impossibile sorpassare le Rosse. Fabio e Maverick erano molto indietro e sono stati veramente bravi a risalire, si sono meritati le due vittorie. Domenica in gara 2 potevano vincere in molti, stavano spingendo forte ed è stata una questione di nervi e gestione. Zarco e Martin non avevano la velocità migliore del gruppo ma hanno portato a casa un podio”. 

"Martin da pelle d'oca, Zarco il più completo"

Proprio Zarco e Martin sono stati sorprendenti con il team Pramac. Come vedi questa vittoria della squadra satellite contro quella ufficiale?
“Quando le persone vedono colori diversi pensano che le moto siano diverse ma la MotoGP non è più così. Ogni team ed ogni casa gestisce le moto ed i piloti in modo diverso, in Pramac hanno la stessa moto del team ufficiale e lo dimostrano i risultati, anche quelli del passato. Zarco secondo me è stato il più completo, non aveva la velocità per vincere ma ha fatto due secondi posti. Altri, anche in Ducati, avevano la possibilità di arrivare primi ma hanno fatto degli errori e non ci sono riusciti. Johann ha gestito molto bene il weekend, l’approccio al mondiale è stato molto buono”. 

Martin invece?
“Per quanto riguarda Martin il suo talento si è visto dalla Moto2 e dalla Moto3, proprio come Rins e Mir. La sua prestazione mi ha stupito ma fino ad un certo punto. Il suo giro in qualifica è stato da pelle d’oca, aveva energia e convinzione in una condizione non facile come quella di sabato scorso. La sua bravura è stata la gara, è andato forte guidando per non consumare le gomme, in Ducati gli avranno spiegato esattamente cosa fare con l’acceleratore per gestire le gomme al meglio”.

"In MotoGP c'è troppa elettronica e le qualifiche fanno il 70% del risultato"

La gara di domenica è stata da record per i distacchi tra i primi piloti all’arrivo. Primato che certifica l’equilibrio e l’imprevedibilità della categoria con anche i debuttanti che sono stati subito forti e competitivi. Che ne pensi?

“Queste due gare ci hanno fatto vedere molte cose che vanno prese con le pinze perché il Qatar è particolare e poi perché ci hanno anche fatto i test. Il fatto che ci sia un gruppo molto compatto da molta importanza alla qualifica. Oggi non c’è molto spazio di manovra, qualifica e primo giro fanno troppo. Se le Yamaha fossero partite davanti sarebbero andate via, come anche le Suzuki. Non insinuo niente e dare la colpa a nessuno ma dico che da quando sono arrivate queste nuove gomme lo scorso anno da una gara con l’altra si fa fatica a dare delle spiegazioni ai problemi dei piloti ed è tutto sempre al limite e si può ribaltare tutto. Magari è meglio dal punto di vista dello spettacolo ma per me non è così, fino all’anno prima si delineava una situazione chiara e si poteva lavorare sui dettagli mentre ora a volte vanno bene e altre ti fanno arrivare 13°. Questo non è bello per un pilota perché una volta quando eri bravo in qualcosa potevi farlo vedere mentre adesso, l’ansia di entrare nei migliori 10 della classifica combinata delle prove libere, che ora ha Mir ma che negli ultimi anni ho avuto anche io, è davvero brutta. Oggi le qualifiche in MotoGP valgono il 70% della gara”.  ”. 

Oltre alle gomme non può anche essere la troppa elettronica a livellare? Vediamo debuttanti davvero molto competitivi già dalle prime uscite.
“Assolutamente si, di elettronica in MotoGP non ce n’è tanta, di più. Quando si passa dalla Moto2 alla top class c’è uno shock iniziale ma dopo qualche giorno di test ci si adatta ed è finita. C’è troppa elettronica, anche se non significa che tutti possono andare forte ma se sei già uno dei migliori della Moto2 non è complicato adattarsi alla MotoGP, anche perché tutte le moto sono competitive ed in qualifica per qualche decimo si fatica a stare tra i primi. Oltretutto, a quanto ho sentito dire, le gomme Dunlop della classe intermedia hanno poca aderenza e quando si passa in MotoGP, dove c’è molto grip, ci si abitua quasi subito”. 

"Impossibile sapere i problemi di Rossi. Rins può vincere il mondiale ma gli manca qualcosa"

Hai nominato le Suzuki. Come vedi Alex Rins?
“Lui può giocarsi il mondiale ma gli mancano dei piccoli dettagli. Per esempio, in gara 1 non era più lento di Mir ma ha chiuso dietro di lui semplicemente perché non è riuscito a crearsi la situazione per i sorpassi. Per una Suzuki passare una Ducati è difficile ma Mir ce l’ha fatta. Rins poteva vincere gara 1 perché era davanti a Vinales ed era anche più veloce”.

Invece il Qatar è stato disastroso per Rossi e Morbidelli. C’è qualcosa che non funziona nel team Petronas?
“Non è un team di Serie B e non si possono sapere, soprattutto per Rossi, i problemi che hanno avuto. Per quanto riguarda Morbidelli, invece, non riesco a capire ed è strano. È stato il più veloce in tutti i turni in gara 1 e poi non ha avuto le sensazioni giuste”. 

Come hai visto, invece, la KTM? In sella alla moto austriaca c’è anche il tuo ex compagno di squadra Petrucci. Sono sembrati tutti in difficoltà.
“Sicuramente c’è sotto una motivazione tecnica perché hanno faticato tutti e 4 i piloti. Oliveira mi sembra il pilota più metodico e con la mentalità giusta per essere un leader ed in gara 2 ha avuto un problema se no sarebbe stato abbastanza avanti. Danilo viene dalla Ducati ed è il pilota giusto per capire i dettagli”. 

Honda, invece, si è dimostrata ancora una volta una moto Marquez-dipendente? 
“È impossibile conoscere i motivi del perché fanno così fatica. Il Qatar è sempre stata una pista particolare per loro. Io credo che abbiano faticato non perché hanno fatto un passo indietro ma per gli avversari. Dal punto di vista della moto, vedendo da fuori c’è comunque qualcosa di strano, non negativamente, è proprio particolare ma può vincere con un certo tipo di guida ed un fenomeno come Marc anche se con fatica e tante cadute. C’è qualcosa che non funziona in certe situazioni, i piloti non sentono il limite e faticano”. 

"Stupido fare pronostici da quando ci sono le nuove gomme"

Qual è il tuo pronostico per Portimao?
“Fare pronostici è stupido per me da quando sono arrivate le nuove gomme. Non vedo perché Oliveira non possa vincere ancora a Portimao, io non so quali sono state le evoluzioni in KTM ma sicuramente hanno lavorato e anche se gli avversari hanno migliorato molto lui aveva dominato nel 2020. Miller e Morbidelli lo scorso anno hanno fatto paura ma adesso arrivano in una condizione mentale totalmente diversa e con un’altra pressione. Sono curioso di vedere Bastianini”

La sfida tra Enea a Martin potrà essere una di quelle da tenere d’occhio quest’anno?
“Si, Enea se la può giocare ed ha il potenziale e lo stile di guida per stare davanti ma il suo tallone d’Achille saranno le qualifiche che invece saranno il punto di forza di Martin". 

 

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