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MotoGP, Tardozzi: svelato il segreto sulla ‘’Mappa 8” di Sepang

"Serviva un numero fuori scala, ma il messaggio per Jorge era chiaro! Petrucci e Dovizioso? Non chiediamo ai nostri piloti di essere amici, ma di collaborare"

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Davide Tardozzi è stato l'ospite di una nostra diretta durante la quale si è parlato di tantissimi argomenti assieme al team manager Ducati. Dal futuro della squadra in MotoGP, con la scelta di puntare sui giovani per riportare il titolo piloti a Borgo Panigale, al passato recente che ha visto la fine della lunga storia d'amore con Andrea Dovizioso. Tardozzi ha anche risposto a chi ha accusato Ducati di non mettere il pilota al centro dei propri progetti, offrendo un punto di vista molto differente sulla questione.  

La presentazione del Team è andata in porto e sembra che Ducati abbia scelto la linea green per i piloti e che non abbia più voglia di fumare come prima. Lenovo ha preso il posto di Mission Winnow, come mai?

"Phillip Morris è ancora parte del progetto Ducati e questo non c’è dubbio. Con Lenovo non abbiamo solo un accordo di sponsorizzazione, ma vogliamo trasferire la tecologia dalla MotoGP alle nostre modo di produzione, una cosa che a Borgo Panigale abbiamo sempre fatto e che rappresenta un aspetto molto importante del nostro accordo con Lenovo. Per quanto riguarda i piloti, in Ducati abbiamo deciso di ringiovanire, una decisione presa assieme a Ciabatti, Dall’Igna e Domenicali. Ci abbiamo pensato a lungo, ma penso sia la scelta giusta". 

Sarà un azzardo non avere un pilota espertissimo in prima squadra, magari si è scelto di lavorare per il futuro?

"Noi vogliamo vincere il mondiale piloti già nel 2021. Abbiamo puntato sui giovani, ma siamo anche convinti che Pecco e Jack abbiano la possibilità di giocarsi il titolo già nel 2021. Miller ha un po’ di esperienza in più, ma pensiamo che entrambi possano vincere e lottare tra i protagonisti. Secondo noi puntare sui giovani era la decisione giusta, avevamo bisogno di investire sul futuro. Dovizioso è stato importantissimo e sono convinto che sia tutt'ora uno dei piloti più veloci, ma avremmo dovuto prenderci un rischio per il futuro". 

Lavorare con dei piloti giovani piuttosto che non dei veterani sarà più facile per te?

"Credo che sarà molto più facile lavorare con Pecco e Jack piuttosto che con campioni come Lorenzo piuttosto che Dovizioso. Loro hanno un carattere formato, sono superprofessionisti e credo che quest’anno credo e spero che possa essere anche più semplice. I piloti per me sono come dei figli adottivi. Ognuno ha il proprio carattere, però per me è sempre così indipendentemente dal palmares. Sia un cinque volte campione del mondo che un pilota che non ha ancora vinto in MotoGP sono la stessa cosa. Il pilota è l’ultima arma di Ducati, è quello che finalizza il lavoro di centinaia di persone che lavorano in Ducati Corse".

Tardozzi: "Ducati ha sempre messo il pilota al centro di tutto. Risponderei faccia a faccia a chi ha detto il contrario"

Ultimamente avete ricevuto molte critiche da questo punto di vista, alcuni hanno sostenuto che per voi i piloti non sono la cosa più importante. 

"Ho letto certe cose e non voglio polemizzare con nessuno, ma risponderei faccia a faccia tranquillamente a certe frasi. Per noi il pilota è la persona più importante, nonostante quello che dicono gli altri e che ho letto ultimamente sulla stampa. Non credo che abbiamo trattato male i piloti, si è creata questa nomea che non riconosco. Abbiamo fatto errori? Certo che si, ma bisognerebbe conoscere bene tutta la storia. Ducati è stato signorile a non rispondere a certe cose. Domenicali e Dall’Igna sanno benissimo che il pilota è l’elemento più importante che abbiamo".

Tardozzi: "La Mappa 8? Jorge sapeva esattamente cosa significava"

Adesso sono passati tanti anni, puoi finalmente svelarci il mistero della Mappa 8 di Lorenzo a Sepang? Era una vera mappatura oppure solo un messaggio per Jorge? 

"Ovviamente era un messaggio. Non essendoci 8 mappe sulla moto, usare un numero così grande doveva essere un chiaro messaggio per il pilota. Il messaggio per Jorge era di non ostacolare Dovizioso in rimonta, visto che era in lotta per il titolo con Marquez. Era sostanzialmente questo. Ovviamente gli era stato detto prima quindi sapeva bene di cosa si trattava". 

Nel 2020 ha vinto la Suzuki e qualcuno ha detto che l'ha fatto perché ha una moto semplice. Anche Dovizioso ha detto qualcosa del genere durante una intervista. Tu cosa ne pensi?

"Moto semplici non esistono. La Suzuki è una MotoGP, l’ho vista da vicino e non mi sembra proprio una moto semplice. Non è che sia una moto fatta in cantina, ha dietro la Suzuki. Ha corso sempre in 500 e MotoGP, tranne una breve pausa. Bravo il team e bravi i piloti, in un campionato strano hanno quasi sempre portato a casa il risultato. Ma dire che sono due moto semplici non mi sembra proprio". 

KTM ha fatto un bel balzo in avanti usando il traliccio. Voi avete mai pensato di fare un passo indietro?

"KTM ha fatto un salto incredibile, chapeau. Il loro telaio a traliccio si è evoluto negli anni e ormai non è solo un semplice telaio in traliccio. Non abbiamo mai pensato di tornare indietro, il nostro telaio è questo e lavoriamo su questo. Si deve acquisire esperienza per migliorare e adesso ne abbiamo. Tornare per noi al traliccio, sarebbe un salto indietro tecnologico troppo grosso per poter pensare di essere subito competitivi rispetto al nostro attuale livello". 

Pensate di aver risolto il problema con le Michelin 2020?

"I nostri ingegneri hanno focalizzato il problema con le Michelin 2020. Non sappiamo se l’hanno anche risolto, lo scopriremo nei test. Sappiamo che è stato un limite per noi nella scorsa stagione, ma aspettiamo i commenti di Pirro al riguardo. Chiaro che siamo molto concentrati su questo problema e non vediamo l'ora di sapere se abbiamo risolto". 

Secondo te Marquez ci sarà in Qatar?

"Marc è un campione e nn si discute. Non so se possa essere in Qatar, personalmente non credo per quello che si dice e si legge. Ma l’hanno tenuto molto riservato, quindi non so come stanno le cose. "

Tardozzi: "L'amicizia tra Petrucci e Dovi? Gli abbiamo chiesto di collaborare, non di essere amici"

All'inizio del 2019 sembrava che tra Petrucci e Dovizioso ci fosse una vera amicizia, una collaborazione mai vista prima tra compagni di squadra. Danilo ci ha detto che al Mugello aveva capito che sarebbe stato impossibile portarla avanti (LEGGI QUI). Tu cosa ne pensi?

"Ducati ha proposto e continua a proporre una collaborazione tra piloti nei box, poi la pista è un’altra cosa. La relazione tra Andrea e Danilo forse era andata un po’ oltre, ma avevano condiviso sinceramente un’amicizia che poi purtroppo il loro lavoro ha rotto, ma la verità sta nel mezzo. Secondo noi è molto importante che i nostri piloti collaborino tra loro, poi quando c’è la gara ognuno va per se. Danilo al Mugello ha fatto quello che doveva, se non l’avesse fatto magari avremmo pure perso la gara con Marquez. Noi non volevamo i fratellini che vanno d’amore e d’accordo, ma due professionisti che collaborano e portano a casa risultati di prestigio per l’azienda. Quando sono in pista non gli chiediamo mai di non lottare. Il compagno di squadra è un avversario come gli altri in pista, ma quando sei nei box può essere un aiuto".

Quindi ottimi colleghi si, ma troppo amici no.

"Questo è lo spirito che Ducati ha trasmesso ai propri piloti. Forse Danilo si era spinto oltre, ma di cuore perché ha capito quanto Andrea lo abbia aiutato ed ha capito anche di aver avuto quella opportunità per merito di Andrea. Poi quando sei a giocarti una gara certe cose possono succedere. Mi sento di imputare a Danilo solo di poter pensare un po’ di più ad Aragon. Lì avrebbe potuto gestire meglio e magari non infastidire Andrea. Danilo sapeva che Dove era molto concentrato e non si aspettava una cosa del genere e questo l’ha un po’ destabilizzato, Ma non l’ha fatto apposta, non ci ha pensato. Magari avremmo dovuto ricordarglielo noi. Io sono convinto che noi stiamo facendo cose giuste con i piloti e ne è la prova il clima che Paolo Ciabatti mi ha descritto che c’è tra di loro a Jerez. Crediamo nel nostro approccio, poi è chiaro che anche noi abbiamo fatto degli errori". 

Tardozzi: "Avrei un aneddoto su Dovi...poco edificante, meglio non raccontarlo"

Hai avuto Dovizioso in squadra per tanti anni. Raccontaci un aneddoto, una cosa mai raccontata prima.

"Dovizioso è talmente schematico che aneddoti faccio fatica a tirarne fuori. Ce ne sarebbe uno, ma è poco edificante, meglio non parlarne. Lasciamo stare, lui è talmente nelle regole votato alla perfezione che fai fatica a trovare delle cose strane. Lui fa tutto in modo talmente professionale che fai fatica a trovare cose fuori dagli schemi da raccontare. Ho anche discusso con lui più di una volta, anche pesantemente. Nel box io ero quello focoso tra i due".

Davide Brivio si è lanciato in questa sfida della Alpine F1. Può essere una nuova opportunità anche per altri manager della MotoGP come te?

"Io non mi sentirei in grado di fare un passaggio del genere, sono appassionato di moto e non avrei voglia di fare altre carriere. Mi piacciono MotoGP, la SBK e sto benissimo in Ducati. Faccio i miei complimenti a Davide Brivio che secondo me può fare bene, ma so che sarà difficile. Deve avere la fortuna di trovare persone che vogliono aiutarlo. La F1 è un ambiente difficile e competitivo, se non hai i giusti collaboratori diventa un problema. Davide ha la capacità di essere un buon negoziatore, un buon politico. Credo che Luca De Meo, la persona che l’ha chiamato in Alpine F1, abbia voluto trovare un elemento di rottura prendendo Brivio. Bravi, ci sta ed è una operazione che a me è piaciuta. Tra tutti i manager della MotoGP, Davide penso sia la persona che può essere meglio inserita in una storia del genere". 

 


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