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Guy Martin: "Bevo un tè e vado ai 480 all'ora, morirei per riuscirci"

Il pilota sta cercando di superare la barriera delle 300 miglia orarie su una Suzuki Hayabusa da 830 CV: "quando raggiungo certe velocità poi non dormo per due giorni"

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Trecento miglia orarie, se preferite 482,803 chilometri all’ora, è la velocità che Guy Martin vuole raggiungere, naturalmente su due ruote.  Tre anni fa aveva comprato da un’amico una Suzuki Hayabusa non in perfetto stato, ma era economica (meno di 6.000 euro) e già veloce in versione standard.

Ora però quella moto è praticamente irriconoscibile, fra le tante modifche, il motore è stato sovralimentato e raggiunge ora gli 830 CV, è stata studiata una carena speciale e ha toccato già le 282 mph (quasi 454 km/h) con partenza da fermo. Non è abbastanza, ne mancano 18 e Guy non ha per nulla voglia di arrendersi, anzi non ha paura di rischiare il tutto per tutto.

Sono giunto alla conclusione che, quando fai una cosa del genere, se non sei disposto a morire per riuscirci allora non la vuoi veramente” ha dichiarato il pilota in un’intervista pubblicata dal suo sponsor Morris Lubrificants, mai famoso per le mezze misure.

Nella sua carriera nelle corse stradali ha collezionato tantissimi infortuni e sa di quello che parla.

Quando ho iniziato a correre mi piaceva così tanto che sarei morto per farlo - ha continuato - Dopo quattro o cinque anni, lo facevo perché ero competitivo, ma non valeva più la pena morire. Anche se il TT è molto estremo, era sempre lo stesso circuito, la stessa routine ogni anno”.

Così Martin a pensato alla prossima sfida e ha pensato di sfidare quel numero, le 300 miglia orarie. Non che per riuscire nell’impresa non debba correre rischi, perché a quasi 500 Km/h tutto può succedere. Al momento però, Guy è concentrato soprattutto a trovare quelle 18 miglia che ancora gli mancano. Sta aspettando una nuova ruota dall’America, lavorando su molti particolari.

Ho fatto cose stupide per molto tempo e sono ancora qui perché so quando la situazione è giusta per spingere. Se non sono pronto non salgo in moto - ha assicurato - Sento la pressione unicamente in quei due secondi prima di partire perché non so cosa succederà. Ci sono un sacco di parti prototipali sulla moto e non so come andrà. Nessuno lo sa perché nessuno lo ha mai fatto”.

La sensazione della velocità, però, lo ripaga di tutti gli sforzi.

Non posso esprimere a parole cosa di prova, l’unico modo per spiegarlo è dire che non non riesco a dormire per due giorni - ha confessato Guy - Fino a 250 miglia orarie va bene, ma a 260 o a 280… non dormo per due giorni”.

Tutto si gioca in un manciata di secondi e in un miglio di distanza.

“Sono solo 16 secondi, si tratta  solo di stringere i denti e cercare di gestire questo mostro su una pista lunga un miglio. Non è come nient'altro che io abbia mai provato. È semplicemente una follia, è un incontro di wrestling in ogni area, fisicamente, mentalmente, in tutto” la sua descrizione.

Quando sarà pronto Martin tenterà l’assalto al record e accanto avrà suo padre.

“Abbiamo una routine, sappiamo cosa stiamo facendo. Lui ama la mia passione. Saltiamo sul furgone, guidiamo lungo la pista, mettiamo tutto a posto, prendiamo una tazza di tè, io tiro fuori la banderuola, do un'occhiata, dico 'sì, il tempo è buono', e partiamo. Solo io, mio padre, il computer, la moto e i dati. Tutto qui".

E quelle 300 miglia orarie da battere.

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