Tu sei qui

Kawasaki brevetta un cambio elettronico ‘multi-piattaforma’

La Casa di Akashi ha presentato, all’ufficio brevetti giapponese, la sua idea di cambio assistito elettricamente. Nell’articolo la descrizione, i disegni del brevetto ed il perché sia adatto a diverse tipologie di moto.

Moto - News: Kawasaki brevetta un cambio elettronico ‘multi-piattaforma’

Share


Il nuovo brevetto presentato da Kawasaki, mostra lo sviluppo di un cambio elettronico, andando a pareggiare l’offerta proposta dalla maggioranza della concorrenza. Un esempio su tutti, il cambio doppia frizione DCT di Honda molto apprezzato dal pubblico anche in termini di vendite. Il prodotto della Casa Alata, nel corso del suo primo decennio di vita, ha saputo sanare qualche piccolo difetto di gioventù raggiungendo un grado di utilizzo veramente appagante da parte del motociclista. I progettisti Kawasaki, hanno scelto la strada della semplicità e razionalità utilizzando come base del progetto un tradizionale cambio meccanico a cui è accoppiato un attuatore elettro-assistito in grado di azionare il selettore del cambio per passare da un rapporto all’altro.

In questo modo si può fare a meno del rinvio (asta) meccanico a favore di un filo elettrico in grado di trasmettere all’attuatore l’impulso ricevuto dal sensore. Osservando i disegni, si scorge la sagoma di una Ninja 1000 SX ma proprio la semplicità e la trasversalità di approccio ingegneristico, fa presupporre che tale tipologia di cambio sia idonea ad essere adattata a diversi segmenti e piattaforme di moto. Pertanto non bisogna soffermarsi sulla sport-tourer utilizzata come ‘contenitore’ del cambio, bensì solamente sull’oggetto del brevetto. La rappresentazione della Ninja nella sua interezza è utile, però, per scorgere alcune peculiarità del prodotto. Ponendo l’attenzione sui dettagli, si può scorgere l’assenza della leva sinistra della frizione al manubrio, mentre, è presente il comando alla pedana sinistra, nella sua consueta collocazione, richiedendo l’intervento del pilota per azionare l’attuatore collegato al tamburo del cambio.

La filosofia progettuale, ricorda quella adottata da Aprilia con la Mana 850. L’assenza di un collegamento meccanico, permette di spostare a piacimento la posizione delle pedane senza doversi preoccupare della corretta lunghezza ed angolazione del rinvio. Analogamente a quanto già visto sulla proposta di Noale, una simile soluzione tecnica ben si presta all’utilizzo di un comando a bilanciere al manubrio per un più comodo e veloce innesto sequenziale delle marce. La flessibilità del sistema permette di essere utilizzato in modalità manuale, per un utilizzo più dinamico ed idoneo a moto dal carattere più sportivo, sia in modalità automatica in cui i cambi marcia sono gestiti completamente dalla centralina per una guida più rilassata e confortevole.

Aprilia Mana 850

Su quale modello specifico di moto il brevetto verrà utilizzato non si hanno indiscrezioni, ma una applicazione nel segmento adventure o tourer sembra quello maggiormente centrato per tale applicazione. Una sua declinazione in ambito più sportivo sarebbe comunque possibile ma in quel caso si andrebbe a scontrare con la tipologia di trasmissione attualmente più in voga il ‘quick shifter’ che, nel corso della loro evoluzione, sono diventati sempre più fruibili, anche a bassi regime motore, e che hanno implementato l’assistenza bidirezionale con la funzione di blipper in scalata.

Fonte: cycleworld.com

__

Articoli che potrebbero interessarti