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Video Prova Mini John Cooper Works GP: HOT HATCH KILLER

LA PROVA –  la “piccola” dall’aplomb british rientra nel segmento B come dimensioni, ma punta dritta alle segmento C più pepate, grazie all’iniezione di testosterone ricevuto per fregiarsi del prezioso logo GP

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Mini, ormai solo di nome. Perché – di fatto – le dimensioni sono cresciute e la cura di BMW da quando ne ha preso in mano il rilancio, ha portato alla nascita di un masterpiece contemporaneo. Una vettura che si porta dietro la storia nel mondo delle competizioni e, attualizzandone il concetto, uno stuolo di appassionati che sono stati in grado di far rivivere il mito Mini anche di questa versione “moderna”. Offerta in una variante incalcolabile di combinazioni estetiche (abbiamo appena provato un Countryman - qui il nostro articolo), interne e motoristiche, ha generato un mercato che ha portato alla creazione di esemplari unici. Una e solo una però, è quella più ambita dagli appassionati duri e puri: quelli che del comfort, dell’insonorizzazione e dei mille vezzi tecnologici, poco si interessano… perché Mini non è solo immagine ma anche Motorsport, Mini Challenge e giornate in pista a divertirsi assieme alla propria “passione”. Prima nel 2006 su base R53, poi nel 2013 su base R56 (e motore N18), Mini ha deciso di proporre ai suoi fan più sportivi, l’evoluzione massima di questa vettura.

Eccoci così alla terza generazione della stirpe John Cooper Works GP che culmina con l’ultima nata su base F56: è la Mini più potente e più veloce mai costruita e stabilisce nuovi parametri di riferimento all’interno della auto piccole premium. A guardare bene i numeri, si capisce subito che è in grado di sostenere il confronto anche con le più pepate Hot Hatch del segmento C, forte dei suoi 306 cv abbinati ad un peso contenuto in soli 1255 kg: un modello interessante, sviluppato ed affinato sul tecnico circuito del Nurburgring, dove – rispetto alla GP precedente – ha fatto segnare un tempo di 30 secondi più basso, scendendo sotto il muro degli 8 minuti. In molti si chiederanno se una JCW “normale”, con i suoi 231 cv e la possibilità di scegliere una gamma di accessori praticamente infinita, sia molto lontana in termini di prestazioni da una GP. La risposta è “sì”, a prescindere dai 75 cv in più e dai 70 kg in meno… è un mezzo estremo, con telaio irrigidito, insonorizzazione ridotta e optional di bordo praticamente inesistenti.

NON PASSA INOSSERVATA

Una GP si riconosce dal primo sguardo. Eclettica e dinamica anche quando è ferma, grazie alla linea di cintura che sale in diagonale, trasmettendo un senso di velocità. Il muso è caratterizzato dalla generosa presa d’aria frontale inferiore a tre elementi, studiata per far respirare il radiatore e l’impianto frenante, mentre, la hood scoop sul cofano è – purtroppo – chiusa. Se i gruppi ottici anteriori ellittici e quelli posteriori con la Union Jack integrata sono i “soliti” elementi che distinguono questo marchio, i passaruota allargati rappresentano un’esclusiva della GP: in Bmw li chiamano “SPATS” e sono in plastica rinforzata con fibra di carbonio e vengono prodotti utilizzando uno strumento per la pressatura ad umido; su quelli anteriori viene impresso il numero di serie di questa edizione limitata a 3.000 pezzi (di cui solo 150 per il mercato italiano) tramite un processo di trasferimento della vernice di nuovissima concezione. La loro funzione è quella di incorporare i cerchi forgiati da 18” con canale 8j che – altrimenti – sporgerebbero dalla carrozzeria.

Altro elemento distintivo è il poderoso spoiler sul tetto con contorni a doppia ala rovesciata che si estende ben oltre la linea laterale, studiato per incanalare i flussi e, lavorando con il diffusore posteriore, per mantenere la vettura incollata a terra alle alte velocità. Le innovative soluzioni aerodinamiche adottate, vedono una riduzione notevole dei valori di sollevamento sugli assi rispetto alla Mini John Cooper Works. Blackband e minigonne dal design specifico e l’esclusiva colorazione disponibile Racing Grey metallizzato abbinata a tetto e specchi in Melting Silver con particolari in Chili Red lucido, contribuiscono a rendere questa Mini immediatamente riconoscibile, grazie anche ad un uso quasi “incontrollato” dei loghi GP, presenti su tutti i lati della vettura. Molto belle le maniglie delle porte nere: si sarebbe potuto fare uno sforzo ulteriore sostituendo anche la cromatura alla base delle superfici vetrate con una molto più aggressiva “black-line”, per un look più omogeneo.

MINIMAL SÌ, MA CON TUTTO QUELLO CHE SERVE

Un abitacolo decisamente sportivo, caratterizzato da due soli posti per un’esperienza di guida elevata all’ennesima potenza, grazie anche ad una posizione di guida eccellente; tutto è al posto giusto e le possibilità di regolazione di sedile e volante, mettono a proprio agio ogni tipo di guidatore. La panca posteriore è stata rimossa e sostituita con una Cross-Brace di rinforzo che contribuisce ad irrigidire la metà posteriore del telaio assolvendo anche a funzione di “fermabagagli”… sì, perché sarà anche la Mini più estrema di sempre, ma offre una capacità di carico di ben 600 lt! Non è concepita per viaggiare ma tutto quello spazio torna utile quando si decide di andare ad un track-day portandosi dietro un bel treno di semi-slick ed accessori vari per il paddock. L’equipaggiamento di serie prevede sedili esclusivi JCW in alcantara con combinazione pelle dinamica e bordature argentate, cuciture rosse come le cinture di sicurezza e l’immancabile logo GP sotto i poggiatesta integrati. Logo che troviamo anche sui tappetini pilota e passeggero mentre, il numero dell’esemplare è riportato sulla plastica situata davanti al passeggero e realizzata mediante stampa 3D. Questa tecnologia è stata utilizzata anche per le palette del cambio al volante – realizzate in alluminio – che richiamano la trama esagonale del design delle prese d’aria esterne; trama che è stata ripresa anche sul volante dove troviamo la tacca che indica la posizione centrale dell’asse.

Anche quest’ultimo è specifico ed è realizzato in morbida nappa con impunture rosse a contrasto. La strumentazione prevede un quadro digitale abbinato ad una consolle centrale con display specifici per il modello. Non bisogna farsi trarre in inganno però, perché solo la parte centrale dello schermo da 5 pollici è completamente digitale: quelle laterali sono analogiche ma perfettamente integrate. Come abbiamo detto in precedenza, la dotazione e la disponibilità di optional per la GP è ridotta all’osso, proprio per volontà di Mini di non “appesantire” questa vettura dall’indole corsaiola. Troviamo il clima automatico bizona, il pacchetto Connected Navigation Plus, la ricarica wireless e l’antifurto; il classico schermo tondo centrale da 6,5 pollici mostra chiaramente tutte le informazioni alle quali si può accedere mediante la consolle di comando posta sul tunnel centrale. Se è vero che per l’impianto audio non si possono scegliere varianti più performanti proprio per una questione di pesi (non che se ne senta la mancanza) troviamo in contrasto con questa filosofia, il fatto che la GP abbia i sedili riscaldati: anima racing e comfort sono due aspetti che non possono certo andare a braccetto.

POTENZA ESTREMA, SEMPRE SOTTO CONTROLLO

La nuova Mini John Cooper Works GP garantisce una sportività senza pari ed un’agilità travolgente. Le migliorie apportate al telaio con la finalità di irrigidirlo, permettono di gestire al meglio l’esuberanza del propulsore sottoposto ad una iniezione di testosterone. Se la GP su base R56 infatti, aveva solo 7 cv in più della meno estrema Cooper S, con la F56 i tecnici Mini hanno davvero esagerato. Qui, infatti, il gap rispetto alla sorella JCW è di ben 75 cv: il 4 cilindri dotato della tecnologia Mini TwinPower Turbo di ultima generazione, raggiunge quota 306 cv tra i 5 ed i 6.250 giri/min con un valore di coppia pari a 450 Nm in prima e seconda marcia già a 1.750 giri/min, mantenendolo fino ai 4500 giri. Quando il cambio Aisin innesta la terza, il valore massimo arriva addirittura a 480 Nm, fiondando la GP in avanti con una irruenza sconosciuta alla JCW da 231 cv. Le modifiche specifiche di questo modello includono un albero motore rinforzato con diametro del cuscinetto principale allargato, pistoni specifici, bielle senza boccola ed un nuovo smorzatore di vibrazioni torsionale dal raffreddamento ottimizzato. Il motore vanta un turbocompressore nuovo, integrato nel collettore di scarico e dotato di una valvola di deviazione dell’aria che aiuta a rendere più pronta la risposta del motore: il rapporto di compressione è stato ridotto da 10,2 a 9,5 in linea con l’aumento della pressione di sovralimentazione fornita dal sistema.

Anche il condotto di aspirazione è stato debitamente modificato con sezioni di ingresso e flusso ampliate. I nuovi iniettori multi-foro disposti centralmente tra le valvole riescono a far fronte ad una maggiore portata, immettendo il carburante nelle camere di combustione con una pressione fino a 350 bar. La tecnologia Mini TwinPower Turbo include un controllo della valvola variabile basato sul VALVETRONIC di Bmw e un controllo variabile dell’albero a camme sui lati di aspirazione e di scarico. La GP è studiata per una guida al limite e dunque i tecnici hanno studiato una coppa olio motore specifica con volume maggiorato ed una geometria ricalcolata che garantisce una fornitura di olio affidabile anche quando si generano valori estremi di accelerazione laterale e longitudinale. Rivisto anche il sistema di raffreddamento studiato sfruttando l’esperienza nel Motorsport tramite l’adozione di un serbatoio di espansione specifico per il modello con volume aumentato, ed una ventola elettrica con maggiore potenza; inoltre, la trasmissione, ha un circuito di raffreddamento separato. Il motore anteriore trasversale utilizza un cambio Steptronic ad 8 rapporti completo di differenziale autobloccante meccanico Torsen studiato per gestire gli alti valori di coppia generati dalla GP: quest’ultimo è collegato in rete con il sistema DSC e si occupa di gestire la differenza di velocità di rotazione delle ruote anteriori, generando un effetto di blocco che arriva fino al 31% sotto carico. In soldoni, alla guida si ha la sensazione di non perdere mai aderenza, anche nelle accelerazioni più brusche in uscita di curva.

GUIDA EMOZIONANTE E GO-KART FEELING, IMMANCABILE!

Iniziamo subito dicendo che la GP non tradisce le aspettative, anzi, le conferma. E’ rigida, anzi, rigidissima per la normale circolazione stradale, complici le copertura con impronta 225 e spalla 35 montate sugli inediti cerchi in lega forgiati dal peso inferiore ai 9 kg ciascuno, per un alleggerimento delle masse sospese totale. Il propulsore della GP comprende un supporto motore dedicato; la trasmissione e le sospensioni – che adottano un schema MacPherson rinforzato all’anteriore abbinato ad un classico multilink al posteriore – hanno beneficiato di migliorie per una reattività di guida di livello superiore. La direzionalità è al top della categoria e si sente: il corpo vettura è stato abbassato di 10 mm e le molle sospensione – così come quelle ausiliarie – sono state ricalibrate e dotate di stabilizzatori appositi. I cuscinetti orientabili consentono di aumentare i gradi di campanatura sulle ruote anteriori. Alla guida si apprezzano da subito i collaudi effettuati al Nurburgring: precisa, incollata al suolo, rigida ma prevedibile, regala una sensazione appagante: si muove tra le curve con agilità sorprendente tale da essere nettamente superiore d una JCW “normale”. Il motore è progressivo e lineare e – soprattutto in questa stagione – il differenziale Torsen deve lavorare alacremente per ridistribuire la coppia alle ruote anteriori in uscita di curva. Il lavoro viene svolto in maniera sorprendente e la Mini scarica a terra tutti i suoi 306 cv, prendendo velocità in modo entusiasmante.

Una nota di demerito, se così la vogliamo definire, va al volante che – nella parte centrale – rimane un po' pastoso e non comunica quell’immediatezza che ci si aspetterebbe da una macchina del genere. In realtà è un modo per mitigare le reazioni del differenziale, facendo sì che al pilota non arrivino scossoni. Il motore spinge forte e lo 0-100 si brucia in 5,2 secondi, per poi diventare protagonisti di una progressione che porta la GP a raggiungere i 265 km/h. Il cambio Aisin funziona bene sia in D che in S ma, il massimo, lo raggiunge quando si entra in GP mode semplicemente intervenendo sul pulsante di disattivazione del DSC: un messaggio comunica il ritardo nell’intervento dei sistemi di sicurezza, lasciando intendere al driver di essere entrati in “beast mode on”! Il cambio può essere usato anche con le palette al volante ma in questo caso, si percepisce un lieve ritardo tra il tocco sul paddle e l’effettivo cambio di marcia. Nulla di preoccupante, soprattutto quando si è impegnati a divertirsi come matti nel misto guidato, terreno dove la GP da il meglio di sé dando l’impressione di viaggiare sui binari. Quando si cerca il massimo piacere di guida, è consigliabile mettere in posizione verticale il bracciolo perché rischia di diventare fastidioso, soprattutto per chi ha le braccia lunghe. Non deludono per nulla i freni che sono comandati da un pedale che richiede un minimo di confidenza prima di essere ben dosato: ad ogni pressione, la pinza Brembo a 4 pompanti, morde dischi da 360 mm (gli stessi della JCW) con un’incisività che soddisfa sempre;, anche quando le pinzate si fanno continue e ci si aspetterebbe un pochino di fading, l’impianto reagisce benissimo e non mostra cali. La riduzione dell’insonorizzazione fa in modo che il suono del bellissimo terminale di scarico a due uscite, pervada anche l’abitacolo, facendo godere appieno delle sensazioni che questa eccezionale Mini sa regalare.

QUANTO SI PAGA L’ECCELLENZA?

La Mini John Cooper Works GP piace, in tutti i sensi. Qualcuno potrebbe ritenerla eccessiva nelle linee ma lo spirito della GP è questo e va di pari passo con le prestazioni. Lo stesso motore lo potete trovare sulla Clubman e sulla Countryman, abbinato alla trazione integrale; se Reputate questa Mini eccessiva, semplicemente non fa per voi. Se invece cercate il massimo che Mini possa offrirvi in termini di prestazioni ed emozioni al volante, lei vi attende. 3.000 esemplari al mondo, 150 per il mercato italiano che – sulla carta – sono già esauriti. In realtà, al momento della stesura di questo articolo, BMW Italia fornisce una disponibilità di 4 veicoli nuovi a cifre che si aggirano attorno ai 48.000 Euro. Il prezzo di partenza è di 45.900 Euro ma, ad oggi, siete già fortunati se riuscite a portare a casa un esemplare nuovo di pacca.

I consumi rilevati parlano di circa 13,2 km/l per un uso misto… certo è che se le si richiede di viaggiare, lo farà volentieri, innalzando non poco quel valore. Se vi chiedete cosa le manca, la risposta è una sola: un bel cambio manuale che permetta di sfruttarne appieno l’indole racing che la caratterizza.

PIACE - Estetica estrema, posizione di guida, prestazioni esaltanti, frenata incisiva

NON PIACE - Sterzo poco comunicativo nella zona centrale, cambio lento se usato con i paddle

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