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Ducati Streetfighter V4S vs KTM 1290 Super Duke R: qual è la migliore?

Sfida all'ultima curva tra due regine del segmento hyper-naked: Ducati Streetfighter V4S vs KTM 1290 Super Duke R. Ecco chi ha vinto

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Esagerate, esuberanti, estreme: il segmento delle hyper-naked è in continua evoluzione, e di novità in novità, lascia sempre meno spazio alla fantasia. Sì, perché su questi missili quello che ieri sembrava impossibile oggi è parte della scheda tecnica.

La fauna in questa categoria aumenta di anno in anno, e i confronti si sprecano: per questo ho deciso che se sfida deve essere, che lo sia per rappresentanti di filosofie diverse, praticamente opposte, ma entrambe di successo.

Oggi però metteremo l’una contro l’altra due regine: KTM 1290 Super Duke R e Ducati Streetfighter V4S

Le protagoniste

La Bestia di Mattighofen conferma il bicilindrico a V da 1.301 cc, in grado di scaricare a terra 180 CV e 140 Nm di coppia, ma cambia nei dettagli: il telaio dalle pareti più snelle e il telaietto in materiali compositi ad esempio le fanno perdere 2 kg sulla bilancia, che ora segna 189 kg a secco. Il tutto infiocchettato dall'estetica tagliente che contraddistingue l'ammiraglia austriaca.

Altrettanto affilata nel look è la Streetfighter V4 di Ducati, che non prende solo la firma ottica imbronciata dalla famiglia Panigale, ma anche il cuore pulsante, il Desmosedici Stradale: sulla hyper-naked il 4 cilindri da 1.103 cc la potenza viene rimodulata, ma non troppo. La Streetfighter infatti conta 208 CV e 123 Nm , che abbinati ad un peso a secco di 180 ne fanno la nuda da battere!

Due moto del genere hanno bisogno del loro habitat, che sicuramente non è quello della città. Per questo dalla Capitale ci siamo mossi in direzione Abruzzo, con tanto di trasferimento autostradale, che proprio piacevole su questo tipo di moto non è.

E per giudicarle dandoci un tono hollywodiano, abbiamo deciso di prendere spunto da un film con un tasso d'adrenalina che ben si accosta alle nostre protagoniste. La nostra fuga da Roma sarà "Fuori in 600 secondi", perché 60 erano troppo pochi per raccontarvele.

Come va la KTM 1290 Super Duke R

Se un soprannome non l'avesse già potremmo chiamarla Flash, perchè la rapidità è il suo tratto distintivo.

Non solo per il bicilindrico che è super reattivo, naturalmente aiutato dal numero dei cilindri rispetto alla Streetfighter, ma anche a livello ciclistico: curva in un amen, ti tira fuori con un filo di gas e ha una posizione che oserei definire motardosa che mi ha veramente rubato il cuore.

Insomma è la Bestia che ci si aspetta, ma questo non significa che non si possa andare al trotto.
Le sospensioni semi-attive non ci sono, ok, ma il feeling con l'avantreno è immediato e le WP Apex fanno un lavoro da lode, così come è da bacio accademico il comportamento dell'impianto frenante Brembo, che tra l'altro è lo stesso della Streetfighter.

E' agile in ogni situazione e da un feeling in percorrenza anche superiore a quello della V4. Il quickshifter è chirurgico, e la cosa bella è che questo ormai è diventato un tratto distintivo di tutti i modelli dai 390 fino alla Super Duke.

Ma rispetto al passato il cambio di passo c'è stato, e ora la Super Duke è meno motardosa nel feeling e nei trasferimenti di carico, diventando più canonica e rigida, ma non per questo meno divertente. Guidandola tra le curve capisci come è forse l'unica in grado di competere con l'agilità e la velocità in ingresso della Streetfighter, con il vantaggio di avere l'LC8 pronto a fiondarti fuori senza mai impaurire però.

Ed è proprio il propulsore che la rende impavida nello stretto, dove l'accelerazione immediata e la coppia tutt'altro che timida danno la paga alla Ducati, che si prende la rivincita sui tratti più aperti. E l'elettronica deve sudare le proverbiali 7 camicie per tenere a bada la voglia della naked austriaca di fare metri su metri con una ruota sola: sforzi che riescono alla perfezione al pacchetto tecnologico, visto che non se ne percepisce praticamente mai l'entrata in azione.

Come va la Ducati Streetfighter V4S

Salire su una moto strettamente derivata dalle superbike di Borgo Panigale porta ad avere il timore reverenziale, sapendo quando possa essere "sincero" e perché no scorbutico il Desmosedici Stradale.

E invece no, in Ducati hanno fatto un miracolo meccanico, perché il motore riesce ad essere trattabile in basso per poi tirare fuori il suo carattere appena si inizia a smanare sul gas. Anche quando le si tira il collo però non c'è traccia di quella aggressività che può mettere in soggezione tipica delle maxi naked di Ducati fino a qualche anno fa.

Una vera sorpresa, anche perché non sono solo i 208 CV a fare di questa naked un riferimento. Qui tutto è curato per essere perfettamente integrato. Il Quickshifter si fa usare che è un piacere, tanto nelle passeggiate quanto nelle uscite con il coltello tra i denti, e poi ha un'agilità e un equilibrio generale che veramente non mi sarei aspettato.

In autostrada nonostante la protezione aerodinamica sia pari a zero riesce a essere stabilissima, e qui lo zampino delle ali c'è sicuramente, e poi anche quando l'asfalto è tutt'altro che perfetto l'avantreno con le sospensioni semi-attive della versione S restituisce un comfort quasi da turistica.
Streetfighter fa rima con qualità, che si percepisce in ogni riding mode, anche quando si sorpassa la metà dell'arco d'erogazione e il 4 cilindri bolognese diventa un portento.

Più si sale e più si capisce quanto l'elettronica faccia un lavoro encomiabile e mai invasivo per tenere a bada il killer instinct della Streetfighter. Il feeling con il gas è dolce e fluido, e solo con la mappa Race, giustamente verrebbe da dire, salta fuori il tratto più burbero e deciso del motore.

A tenerlo a bada ci pensa una ciclistica plasmata perfettamente sull'esageratissima nuda di Bologna, che poi, quando ci sali sopra, scopri che può essere facilmente domabile: permette infatti di alzare il ritmo senza troppo sforzo fisico, oppure se proprio si vuole guidarla con l'animosità che merita, si può farlo sapendo che la precisione diventerà estrema.

Una caratteristica che forse le altre ammiraglie Ducati non possono vantare. Il merito va sicuramente al pacchetto sospensioni Ohlins, ma non solo: perché Ducati è stata brava anche in altre scelte ciclistiche, come quella della gomma posteriore 200/60, che restituisce un appoggio in percorrenza senza pari.

Quanto costano

In rigoroso ordine di prezzo crescente partiamo dalla KTM 1290 Super Duke R, che costa 18.720 euro a cui si possono aggiungere circa 1.000 euro di accessori per renderla come l'esemplare della nostra sfida.

La Ducati Streetfighter V4 invece ha invece un listino di 20.190 euro, che salgano fino a 23.590 euro per la versione S, con cerchi Marchesini forgiati e sospensioni semi-attive.

Il verdetto

Difficile spuntare una sentenza dal confronto tra KTM 1290 Super Duke R e Ducati Streetifighter V4S. Nel video naturalmente ci siamo “persi in chiacchiere”, sempre piacevoli quando le protagoniste sono di questo calibro, ma qui cercheremo di sintetizzare i nostri giudizi.

  DUCATI KTM
Ergonomia ★★★★☆ ★★★★☆
Guida ★★★★★ ★★★★☆
Elettronica ★★★★☆ ★★★★★
Strumentazione ★★★★☆ ★★★★★
Design e dettagli ★★★★★ ★★★★☆
Prezzo ★★★★☆ ★★★★★

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