Tu sei qui

MotoGP, VIDEO - Marc Marquez: "Alex non è un mio nemico, ma il più grande rivale"

"Quest'anno l'ho aiutato da casa, ma solo quando mi chiamava". Alex: "auguro a Marc di potere tornare in moto e divertirsi, a prescindere dai risultati"

Iscriviti al nostro canale YouTube

Share


Marc e Alex Marquez si sono confrontati parlando della loro stagione e del loro futuro, un appuntamento organizzato dallo sponsor Estrella Galicia. Per i due fratelli è stato un anno particolare: Marc è stato costretto a guardare le gare da casa dopo l’infortunio, Alex ha affrontato il suo debutto in MotoGP.

È stato Alex a fare i primi bilanci.

Ci sono sempre cose da migliorare, ma il mio sogno era fare un podio quando ci sarebbe stata opportunità, come a Le Mans, ma quello di Aragon, sull’asciutto, è stato più speciale - ha spiegato - Non me lo sarei aspettato se qualcuno me lo avessero detto a inizio anno, gli avrei risposto che era un pazzo. È stato un anno in cui ho affrontato gara per gara, tenendo piedi per terra e ponendomi obiettivi realistici. ero un debuttante, era tutto nuovo e diverso per me, ma alla fine ho raggiunto più di quanto mi aspettassi”.

Marc ha invece vissuto la stagione da casa.

Guardare le gare in TV è diverso, all’inizio è stato molto difficile - ha ammesso - Poi lo si capisce, si cerca di collaborare con la squadra. Parlavo soprattutto con Alex, cercavo di dargli qualche consiglio, quando me lo chiedeva. Gli ho detto che avrebbe dovuto lui chiamarmi. Poi parlavo con Santi di quello che provavano con Stefan Bradl. È stato un non per disconnettermi completamente dal mondo, ma c'è stato un momento in cui guardavo semplicemente le corse, seguivo mio fratello”.

Dopo Aragon aveva pubblicato un tweet: ciao sono il fratello di Alex, aveva scritto.

Quando ha firmato con HRC tante persone dicevano che lo avevano preso perché è ‘il fratello di’. Alex è lì perché è un due volte campione del mondo, in Moto3, in Moto2. Poi c'è stata una situazione particolare, cui Jorge Lorenzo si è ritirato, quindi Honda è andata a cercare il campione del mondo. Se mi chiedi se è mio fratello o il mio peggior nemico, dico che non ci sono nemici, ma lui è il mio peggior rivale. Honda crede in lui e se l'è sempre meritato, ma lui è Alex Márquez e io sono Marc Márquez. Siamo diversi, è chiaro che siamo fratelli, ci alleniamo insieme, ci aiutiamo a vicenda, ma in pista ognuno si occupa dei propri interessi, ognuno lavora con la sua squadra e ognuno nel suo box”.

I due fratelli si sono poi scambiati un augurio per il 2021.

Quello che desidero di più per Marc è che torni in moto, che si diverta di nuovo e che l'agonia a casa sia finita, quella che ha dentro di lui di non poter divertirsi -le parole di Alex - Non solo con in MotoGP, ma facendo motocross, flat track, quello che voglio di più è che torni a godersi la sua passione. I risultati saranno quelli che saranno, ma vorrei che almeno che possa stare in moto e divertirsi”.

Marc ha ricambiato l’augurio.

"Per Alex vorrei che continuasse con la sua crescita - le sue parole - Soprattutto, che non non si faccia male, questa è la cosa più importante per progredire. In MotoGP ci sono sempre grandi cadute, come quella di Valencia in qualifica, se hai un infortunio e sei fuori una gara, due, tre o più. Se lui può salire sul podio e io sarò con lui, tanto meglio. Sarà nella squadra giusta per avere quella progressione”.

Alex ha poi parlato delle proprie aspettative per il prossimo anno.

"Se il 2020 mi ha insegnato qualcosa è che niente è impossibile - ha spiegato - Si sono visti molti cambiamenti, molte nuove persone sul podio. I piloti con cui ho gareggiato in Moto2, e con i quali sono stato allo stesso livello, stanno ottenendo grandi risultati in MotoGP e questo ti dà motivazione, niente è impossibile, che con il lavoro tutto può arrivare.”

Lavoro iniziato quest’anno.

Avevo la P di principiante - ha scherzato Alex - Era tutto nuovo per me, soprattutto le cose cambiano molto: da come affrontare un gran premio a come affrontare la stagione, perché quando hai la pressione o l'esperienza io avere lottare per il titolo in Moto2 e poi sei un debuttante è tutto diverso. Devi essere molto più preparato mentalmente quando un weekend è più difficile per te, quando le cose non vanno bene. Porti obiettivi realistici ti aiuta  a non distruggerti, perché è così che funziona. Ci sono momenti in cui è davvero difficile e pensi: non so cosa sto facendo, sembra che non sappia andare in moto. Ma fa parte del processo di adattamento e delle fasi che devi attraversare quando sei nuovo in una categoria.

"È stato un anno molto speciale, è stato il mio primo anno ma mi sono mancate le persone in circuito - ha continuato - La MotoGP è un vero prototipo, tutto cambia molto. Alla fine è una moto: ha un freno, ha l'acceleratore, ma anche molte altre cose che possono influenzare la tua guida. C’è un'elettronica molto avanzata ma quello che cambia di più dalla Moto2 è il lavoro nel box, fuori dalla pista: tutto il lavoro che c’è, tutte le cose che si possono guardare e confrontare, ci sono mille cose che possono sfuggirti, perché ci sono mille dettagli da guardare.

Articoli che potrebbero interessarti