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Ducati - Volkswagen, l'AD Diess conferma lo scorporo

Digitalizzazione e auto elettriche sono gli obiettivi nel futuro del gruppo tedesco che porteranno a un prossimo scorporo dei marchi.

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Quando nei corridoi corrono le voci, un fondamento di verità c'è sempre e alla fine è stata svelata da Herbert Diess, amministratore delegato del Gruppo Volkwswagen. I tedeschi hanno previsto di investire 150 miliardi in cinque anni, 73 dei quali per lo sviluppo di auto elettriche e il processo di semplificazione e digitalizzazione delle attività operative. In quest'ottica, Ducati non sarebbe più necessaria.

Auf wiedersehen

Nel periodo tra ottobre e novembre il Gruppo Volkswagen definisce budget e strategie degli anni futuri e, leggendo tra le righe, nelle dichiarazioni del management si intuiva qualcosa.

All'inizio l'amministratore delegato Herbert Diess aveva annunciato "passi importanti" relativi al futuro prima della fine dell'anno, per affermare successivamente di essere al lavoro "sulla nostra struttura legale italiana".

Che è composta dai marchi Lamborghini, Ducati nel cuore della motor valley e Italdesign, che svolge attività di progettazione a Torino.

Al momento non sono state prese decisioni definitive ma appare evidente che le strade di Ducati, come quelle degli altri marchi italiani, e del gruppo tedesco, siano destinate a separarsi.
Quello che è sicuro è che in Germania l'attenzione è rivolta verso le auto elettriche e ai servizi digitali.

Ma un gruppo con così tanti marchi non può garantire una conversione totale per sviluppare al meglio la strategia, come per esempio Bentley dal 2030 venderà solo vetture elettriche.

I tre marchi italiani invece secondo il board tedesco non sarebbero adatti alla nuova direzione e così l'intenzione di valutare la separazione di queste realtà del resto del Gruppo, ufficiosamente per renderle più indipendenti.

Quindi cosa succederà tra qualche mese? Dire che con lo scorporo i tre marchi, Ducati, Italdesign e Lamborghini avranno più indipendenza decisionale, significa che verranno messi in vendita, per essere quotati in borsa o, in alternativa, cedute a terzi.

Cambio di scenario

Sono cambiati i tempi: il 18 aprile 2012 veniva annunciata l'acquisizione di Ducati da parte di Volkswagen, un'operazione voluta da Ferdinand Piech, al tempo presidente del consiglio di controllo di Volkswagen, in parte per la sua ammirazione verso il marchio italiano e in parte per una questione legate ai valori di emissioni inquinanti.

Infatti, l'acquisto di Ducati venne eseguito da Lamborghini per farla rientrare successivamente sotto il controllo di Audi.

Ora le esigenze sono diverse, in meno di otto anni lo scenario è cambiato: la mobilità elettrica è diventata velocemente una priorità per tutte le case costruttrici, soprattutto una come Volkswagen coinvolta nello scandalo emissioni.

In mezzo c'è anche la pandemia da coronavirus che ha richiesto a tutte le case costruttrici di rivedere i propri piani di sviluppo.

Un gruppo con tanti marchi come VW se vuole essere agile e redditizio e mantenersi competitivo e ai vertici del mercato non può avere una struttura complessa, così lo sviluppo di motori potenti come quelli di Borgo Panigale e di Sant'Agata Bolognese e la progettazione di auto della Italadesign, costituirebbe più un costo invece di un investimento per i piani definiti in Germania.

Di qui l'apertura di una complessa partita a scacchi che vedrà muoversi i diversi marchi in passaggi di proprietà: per esempio si parla del passaggio di Bugatti a Rimac, il cui 15,5% di capitale è di proprietà di Porsche.

Le fasi

Ovviamente non è stato un processo imminente ma progressivo: i rumors sui marchi del gruppo Volkswagen infatti facevano presagire all'inizio di un risiko.

Come l'usicita di Stefano Domenicali da presidente e AD di Lamborghini, che è stato chiamato a ricoprire gli stessi ruoli nella Formula 1.

Un indubbio progresso di carriera per l'ex Team Principal Ferrai, ma motivato anche dalla consapevolezza da parte sua che qualcosa in pentola stesse bollendo.

A conferma di queste indiscrezioni quelle relative al ritorno di Stephan Winkelmann al comando di Lamborghini, dopo la sua gestione dal 2005 al 2016.

Le dichiarazioni di Diess alla fine hanno confermato che quelle pubblicate a fine ottobre dall'agenzia Reuters non erano solo speculazioni circa la valutazione della vendita di Ducati da parte di Volkswagen, ma voci fondate.

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