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Marini: "In MotoGP con Valentino? Mi devo ancora abituare all'idea"

ESCLUSIVA - "Questo salto con lui è ancora più bello. Mi piacciono Ducati e le sue invenzioni. Le ultimi brutte gare in Moto2? Avevo il telaio storto e ce ne siamo accorti tardi"

MotoGP: Marini:

Era fine giugno, il motomondiale era fermo per il Covid e nessuno sapeva cosa sarebbe successo. Luca Marini era sulle strade del Ciocco dietro al volante di una Hyundai da rally. Si parlava del suo futuro e delle (in verità scarse) possibilità di passare in MotoGP nel 2021. Potrebbero esserci delle sorprese da qui a Valencia” ci aveva detto e non gli avevamo creduto del tutto. Invece aveva ragione, il prossimo anno sarà nella classe regina, sulla Ducati del team Avintia. E l'annuncio è arrivato proprio a Valencia.

Dove Luca è per il Gran Premio. È sera e sta cenando dopo l'ultima riunione con il suo team. Gli ricordiamo quello scambio di battute.

Visto, avevo ragione. Io ci credevo veramente, non si può mai sapere cosa succederà” gongola.

Come hai reagito quando ti hanno detto che era fatta?

Non l’ho saputo molti giorni fa. Ero al settimo cielo quando ho ricevuto la conferma. Ringrazio la Ducati per questa opportunità, è un bel progetto e spero di fare un bel percorso in MotoGP con loro. Mi piacciono la Ducati e il suo metodo di lavoro, è il costruttore che lavora più di tutti. Portano sempre nuove invenzioni in pista e poi vengono copiati da tutti.

"Non ho ancora parlato con Valentino, con lui il sogno della MotoGP è ancora più bello"

Ne hai già parlato con Valentino?

No, perché lui era a casa in isolamento e non potevo vederlo”.

Non gli hai telefonato?

Non sono molto bravo con i telefoni (ride). Correre in MotoGP è sempre stato il mio sogno e farlo insieme a lui è ancora più bello

Ok, correre in MotoGP con tuo fratello Valentino è sempre stato un tuo sogno, ma pensavi di poterlo realizzare?

Quando ero piccolo non lo avrei neanche pensato, ma crescendo ho sempre detto che speravo che lui prolungasse i suoi contratti e io andassi il più forte possibile per riuscire a correre insieme e ci siamo riusciti entrambi. Lui correrà per almeno un’altra stagione, spero di più, io sono andato bene in Moto2 ed è successo. È bello, mi devo ancora abituare, devo interiorizzare questa cosa”.

Pensi che il vostro rapporto in qualche modo cambierà?

“Io penso che il rapporto fra i piloti cambi realmente solo se sei in lotta per vincere. Se ti giochi le posizioni più indietro sono tutti amici, i problemi arrivano quando lotti per qualcosa di più grande, lì ognuno pensa per sé ed è giusto che sia così, è lo sport”.

Hai già messo sotto torchio Bagnaia per saperne di più?

Come faccio sempre, anche prima di sapere che sarei passato in MotoGP. Sono curioso, è un mondo che mi appassiona e voglio conoscere tutti i retroscena nasconde, alla fine in tv si vede molto poco”.

"Pablo Nieto e due tecnici mi seguiranno nel team Avintia"

Con te in MotoGP ti seguiranno sia Sky che la VR46, porterai anche delle persone del tuo team?

Verranno Christian Dionigi e Gianluca Falconi, oltre a Pablo Nieto (che seguirà la gestione sportiva di Luca insieme a Ruben Xaus ndr). Io mi sono affidato a chi lavora con me nella VR46 per trovare la migliore soluzione possibile. Ho parlato con Ducati e anche la parte tecnica mi sembra buona, non mi resta che dare il 100% in Moto2 e dal lunedì dopo il GP di Portimao inizierò a pensare al prossimo anno”.

L’incertezza sul tuo futuro ti aveva destabilizzato nelle ultime gare?

No, io sono un tipo freddo, inoltre sapevo che se non fossi andato in MotoGP sarei rimasto in Moto2 nel team Sky, dove mi sono sempre trovato bene. Non ero preoccupato, semplicemente mi sentivo pronto per questo salto ed è bello riuscire a farlo già il prossimo anno e con Ducati”.

Quindi non hai nessun dubbio su questo passaggio?

Il mio è stato un percorso un po’ particolare perché sono entrato nel Mondiale direttamente in Moto2 e sono stato un po’ svantaggiato, perché la Moto3 è una categoria che forma molto il pilota e ti fa capire molte cose del motomondiale. Invece io sono arrivato dal campionato Europeo Moto2, che era a un livello purtroppo molto basso, e mi è servito qualche anno per adattarmi. Nel 2016 nel Mondiale c’erano Morbidelli, Zarco, Lowes, Rins, è stato l’anno con i nomi più grandi e il livello era pazzesco, facevano paura. Mi è servito un po’ di tempo, poi quando a fine 2018 ero pronto e avevo capito la moto, hanno cambiato motore e gomme e sono dovuto ripartire da zero, come tutti gli altri piloti. Ora sono tornato al 100% e sento di avere appreso tutto quello che potevo imparare da questa categoria e sono pronto per il salto. So che la MotoGP è un altro pianeta, ci sarà da lavorare e voglio prendere le cose con calma”.

"Chiederò a Bagnaia di spiegarmi più cose possibile, ma anche a Valentino e Morbidelli"

Gli altri piloti dell’Academy potranno aiutarti?

In primis voglio farmi fare spiegare più cose possibili da Pecco, perché guida la Ducati, poi da Valentino, da Franco e naturalmente da Dall’Igna e da tutti gli ingegneri che lavoreranno con me”.

Purtroppo prima di salire sulla Desmosedici dovrai aspettare fino a febbraio, perché non ci saranno i test di novembre.

Passerò l’inverno aspettando quel momento, spero di avere degli altri pensieri positivi che arriveranno dalla Moto2”.

Qual è la cosa o il pilota che ti incuriosisce vedere di più in MotoGP?

Sono molto concentrato sulla Moto2, avrò tutto l’inverno per pensare a queste cose. Ho questo spirito”.

"Non mi ero rincoglionito, il telaio era danneggiato e non ce ne siamo accorti"

Allora parliamo della Moto2, come vedi questo finale di stagione?

Purtroppo nella caduta di Le Mans, oltre a essermi fatto male, avevo anche danneggiato il telaio e di questo ci siamo accorti solo nel secondo Gran Premio di Aragon, al sabato. Quindi ho corso con il telaio un po’ storto due gare, infatti non avevo fiducia sulla ruota posteriore. Avevamo modificato tutta la moto ma i problemi rimanevano uguali, finché ho detto: è impossibile che io faccia così fatica e non riusciamo più a mettere a posto la moto. Quindi abbiamo cambiato tutto e la moto ha ricominciato a funzionare, però eravamo in ritardo col lavoro e nella seconda gara di Aragon ho fatto fatica. Qui a Valencia non ci hanno aiutato le condizioni meteo e adesso sto cercando di recuperare quelle sensazioni che avevo in moto in tutta la stagione, sono sicuro che torneranno presto”.

Fisicamente come stai?

Ho ancora un po’ di fastidio alla caviglia, quella che mi ero infortunato a Le Mans. Sono caduto in allenamento e ho battuto di nuovo sullo stesso posto ma adesso va meglio”.

"Lowes è in una bolla magica, io e Bastianini dobbiamo farla scoppiare"

Parliamo degli avversari.

Lowes è come fosse in una bolla magica, dobbiamo essere bravi io, Enea e Bezzecchi a fargli scoppiare questa bolla per cui tutto gli va bene. È molto difficile da battere perché ha uno stile di guida molto particolare e una moto altrettanto particolare che però funziona con lui. Non puoi copiargli le traiettorie, lui sfrutta molto l’inserimento in curva, anche Enea ha quello stile, ma Lowes lo estremizza”.

Poi c’è Bastianini.

Fa paura, in gara è sempre tonico, non si riesce mai a capire come lavori nel fine settimana, sembra che si nasconda, anche se non credo che sia così. Mi aspettavo che andasse forte, è in un bel team e Giovanni Sandi ha tanta esperienza. È una lotta fra piloti ma anche fra squadre. Peccato per le ultime gare, per fortuna abbiamo scoperto il problema, sembrava mi fossi riconglionito (ride). Rimangono ancora tre gare per tornare a guidare come facevo”.

Sei contento di avere Enea come compagno di squadra in MotoGP?

Lo sono molto. Quando sei un debuttante ci sono due buone possibilità: avere un compagno di squadra esperto da cui imparare, ma in MotoGP si possono guardare i dati anche degli altri piloti, oppure un altro debuttante per spronarsi a vicenda e alzare il proprio livello. Ho un bel rapporto con Enea e poi è bello essere due italiani”.

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