Kawasaki non molla anzi, rilancia il progetto della moto ibrida sulla quale sta investendo da circa un decennio. Il veicolo è dotato di un motore tradizionale a benzina e uno elettrico, ma l'ingombro è quello di una sola unità, e di due mappe per ogni modalità di alimentazione, con un bottone in più per dare una ulteriore spinta ai bassi.
Tra ibrido e elettrico
Kawasaki starebbe pensando di combinare le due tecnologie, endotermica ed elettrica, che nel settore auto ormai non stupisce più, mentre tra le due ruote dire che ha trovato qualche difficoltà è una ironico eufemismo.
La casa di Akashi sta lavorando a una moto elettrica da circa un decennio e l'anno scorso aveva depositato i brevetti di una moto ibrida, mentre qualche mese dopo aveva reso noto il suo progetto riguardo una moto elettrica.
Ora dal web arrivano i disegni di un brevetto di un nuovo modello ibrido, cioè alimentato da un tradizionale motore termico (nr 21) e uno elettrico (nr 30 nella foto), posizionati uno di fronte all'altro.
Quest'ultimo che funge anche da generatore ricaricando la batteria quando non è in funzione.
L'aiutino
Sia il motore termico che quello elettrico hanno circa le stesse dimensioni e l'ingombro è quello di un unico propulsore.
Originariamente, la moto ibrida di Kawasaki non eccelleva per avere una potenza impressionante, nonostante la doppia alimentazione: solo 27 CV di picco e 13,5 CV continua.
Forse proprio per ovviare a questo aspetto, il dipartimento ricerca e sviluppo di Kawasaki ha pensato di dare all moto una spintarella: un boost che scatta premendo un pulsante (nr 36) posizionato sul blocchetto del manubrio, per dare una spinta ulteriore al motore.
È posizionato sotto quello a quattro direzioni (nr 37) che dovrebbe regolare le modalità di funzionamento dei motori, con due mappe per ciascuna alimentazione a seconda delle preferenze e priorità del pilota.
Per esempio, il motore a benzina può contare sulla mappa 'economy' e una 'sport', impostabili rispettivamente se si cerca di contenere i consumi o se si preferiscono e prestazioni.
Sotto la ghiera si trova il tasto boost, che va a incrementare la coppia ai bassi e dando un po' di spinta ulteriore, erogata per pochi secondi, effetto che si elimina con la leva del freno.
Il brevetto spiega anche che l'acceleratore controlla sia il motore a benzina che quello elettrico ed è collegato a una centralina che decide come distribuire l'uscita di potenza tra le due unità.
Vedremo se Kawasaki perseguirà questa strada, ormai diffusa tra le auto, mentre tra le moto non ha mai preso piede.