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Moto Morini Super Scrambler - TEST

Vivace e sincera come poche, vista l’assenza dell’elettronica questa scrambler non rinuncia a tanta cattiveria su strada. Ecco come va

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Oggi quando si dice scrambler si pensa sempre più spesso a endurone col vestito buono. Ma c’è ancora chi vuole il feeling di una stradale mixato sapientemente all'estetica campagnola del segmento.

La soluzione più recente sembra proprio essere tutta italiana: Moto Morini Super Scrambler.

Come è fatta

Ma partiamo con ordine: a Trivolzio, sede del rilancio targato Morini, la base stradale su cui lavorare c'era già: la Milano.

Una maxi-naked che strizza l'occhio al vintage in chiave moderna, sincera come poche possono definirsi ad oggi e adrenalinica perché con un'elettronica ridotta al minimo.

La matita che ha disegnato la Super Scrambler è stata particolarmente leggera, aggiungendo invece di cancellare, e colorando di nero le sovrastrutture, ma anche gli steli della forcella e lo scarico , per legarla a doppio filo con la Scrambler 1200 di inizio millennio.

Cupolino alto e pronunciato opzionale, manubrio largo con il classico traversino e ghiere di protezione del doppio terminale ne esaltano l'estetica e la distinguono dalla Milano, nonostante l'elemento centrale rimanga il serbatoio, che segue linee e spigoli della Milano, seppur in diversa cromia.

E a sottolineare la sincerità delle prestazioni di questo modello e la filosofia che mette al centro l'uomo rispetto alla macchina ci sono i riferimenti aeronautici ai caccia della Seconda Guerra Mondiale, che campeggiano su fianchetti e serbatoio.

Sul ponte di comando ritroviamo il TFT a colori da 5" con multiconfiguratore, che si gestisce però dai tasti a lato del display, e non attraverso dei più pratici blocchetti al manubrio.

Se il V2 è incastonato nel telaio a traliccio in acciaio al cromomolibdeno con le preziose saldature TIG a vista, la coppia di cerchi a raggi da 17" che calzano Pirelli Scorpion Rally STR, è sorretta da un reparto sospensioni simile ma non identico a quello della Milano.

La forcella a steli rovesciati da 46 mm rimane pluriregolabile e con 120 mm di corsa, così come non cambia l'escursione del mono posteriore, di 110 mm, che però è stato tarato in maniera differente per questo modello.

Diversa è anche l'ergonomia: il manubrio rimane alto, con l'iimancabile traversino in stile cross ormai riferimento di categoria, e la sella che ora arriva a 830 mm da terra.

Il piatto forte della casa però rimane lui: il CorsaCorta 1200. Questo bicilindrico, derivato dal propulsore della Corsaro, rappresenta in pieno il concetto di artigianalità e di famiglia che da decenni distingue Moto Morini, anche ora che la capitalizzazione è cinese.

La firma sul V2 è infatti di Franco Lambertini, papà di un altro storico propulsore, quello delle Tremezzo nate oltre 50 anni fa.

Il rispetto della tradizione si unisce alla scelta di materiali pregiati e ad idee innovative per questa unità con cilindri inclinati di 87° e dalla cubatura di 1.187 cc.

Bialbero, 8 valvole e raffreddato a liquido, questo V2 vanta cilindri in blocco con il basamento, teste in lega di alluminio con il 10% di silicio e una distribuzione mista, con un albero intermedio comune che attraversa la V dei cilindri a muovere le due catene che comandano gli alberi a camme.

La scheda tecnica poi parla chiaro: 116 CV a 8.000 giri e 108 Nm 1.000 giri più in basso, che non rendono comunque l'idea della schiettezza di questo bicilindrico. Sensazione che si può comunque provare a pieno vista l'assenza di mappe motore e traction control.

Come va

Se esistono le maxi-enduro e le hyper-naked, allora il suo nome può essere usato per coniare un nuovo segmento: di scrambler così aggressive e sincere nell'aggredire l'asfalto infatti finora non c'era traccia.

La derivazione stradale del modello infatti si fa piacevolmente sentire già dopo una manciata di curve, e il merito va soprattutto al CorsaCorta: mai scorbutico, neanche ai bassissimi, trova pace dopo aver superato i 2.000 giri e appena sopra i 3.000 è già pronto a dimostrare il suo valore con riprese fulminee anche se è innestata una marcia più alta di quanto effettivamente servirebbe.

Ad amplificare queste sensazioni arriva un reparto sospensioni da riferimento: la forcella filtra bene asperità e buche senza mai perdere in stabilità, e il mono è l'arma in più per non patire un assetto stradale quando l'asfalto si fa ballerino e per raggiungere pieghe che a cui una modaiola con tanto di tassellate non dovrebbe neanche ambire.

E qui entra in gioco il comportamento lodevole delle Pirelli Scorpion Rally STR, ineccepibili in ogni contesto. A completare un quadro dinamico da lode poi ci pensa l'impianto frenante Brembo: modulabile all'attacco ma sempre preciso e puntuale nell'intervento.

L’assenza di elettronica può incutere un minimo di timore reverenziale, ma anche svegliare sensazioni ormai sopite. La risposta diretta e tutta analogica del gas è infatti un'iniezione di adrenalina pura, ma comunque precisa, che non fa rimpiangere la tecnologia Ride By Wire, soprattutto perchè l'effetto on-off è praticamente assente.

Niente Riding mode o controllo di trazione, per questo sui fondi bagnati o con scarsa aderenza c'è da fare più attenzione del solito, ma basta essere di manetta parsimoniosa e si andrà sempre sul velluto.

Piacevole anche il comportamento dell'accoppiata cambio-frizione, il primo è solo leggermente contrastato ai bassi, mentre la seconda ha un attacco deciso, ma è particolarmente morbida.

Tanto talento su asfalto deve avere un suo lato oscuro, che per la Super Scrambler è rappresentato dall’off-road, in cui molte colleghe riescono al pari o anche meglio delle maxi-enduro.

Il gommone posteriore da 180, la corsa delle sospensioni, la luce a terra di 130 mm ma anche l'inclinazione delle pedane o l'angolo ridotto di sterzo che si ferma a 25 gradi sono tutti elementi validi per capire che questa scramblerona non ha pretese fuoristradistiche da dual vera.

Questo non significa però che la strada bianca sia off-limits, anzi. Tutto sta nel non chiederle più di quanto possa promettere, sapendo che le promesse, quando si parla di divertimento e adrenalina le mantiene alla grande, ma su strada.

E se proprio bisogna trovare il pelo nell'uovo, c'è da guardare al ponte di comando: il TFT non convince in pieno, soprattutto perché su una moto così pura e estranea ai setting elettronici un bel doppio cluster analogico con un display LCD a raccordare le informazioni utili avrebbe fatto sicuramente bella figura.

Quanto costa

Con i suoi 15.300 euro di listino la Moto Morini Super Scrambler si pone praticamente al vertice del sottosegmento delle Scrambler più stradali oltre i 1.000 cc.

Una prova che conferma le volontà della casa di Trivolzio nel suo nuovo corso: piuttosto che inseguire le grandi del mercato, punta a tracciare la sua strada, che ora arriva anche dove l'asfalto finisce cercando di attirare chi in una moto cerca un'arma di distinzione dalla massa.

Abbigliamento

Casco AGV X3000 Legend
Giacca Alpinestars Warhorse
Pantalone Alpinestars Copper Denim V2
Guanti Alpinestars Crazy Eight
Scarpe Alpinestars Oscar Monty Boots

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