Zitti tutti, parla Petrucci. Lo fa in pista, cosa che gli riesce maledettamente bene, soprattutto quando lo accompagna la pioggia. Una vittoria per trovare la gioia del silenzio, lontano da chi lo voleva finito, bollito, pronto per il viale del tramonto. Un raggio di sole fra le nuvole in cui è rimasto incastrato Dovizioso, contento a metà (forse anche meno) per una manciata di punti recuperata, sapendo che avrebbero potuto essere di più.
Una giornata da ricordare per Alex Marquez, libero dal confronto con il fratello, felice per un podio bagnato ma per nulla fortunato. Semmai meritato, come quello di Pol Espargarò, che quando non cade può dire la sua. Cosa non riuscita a Valentino e Rins, entrambi a terra, non solo nel morale.
Che è alle stelle per Celestino Vietti, vincente e contento, come Sam Lowes, che quasi si era dimenticato di quelle emozioni. Infine Jordi Torres, arrivato a Le Mans con poche speranze e partito da campione del mondo, MotoE.
IL BELLO – Mago della pioggia di nome, di fatto Danilo Petrucci non aveva mai vinto fra i flutti. Fino a ieri, quando ha tenuto la barra a dritta, in mezzo agli scogli, ai tritoni della MotoGP e ai cattivi pensieri. La fine della storia con Ducati sembrava perdersi tra lacrime, rimpianti e anonimato. La vittoria li ha allontanati, il Petrux si è preso la sua rivincita, zittito le malelingue e le proprie paure. Bentornato Danilo.
IL BRUTTO – A meno di non pensare a una diabolica strategia per non mettere chilometri sui motori rimasti, sdraiarsi a qualche decina di metri dal via non è mai una buona idea. Soprattutto quando ti chiami Valentino Rossi e di cose di gare potresti scriverne un’enciclopedia. Per ora si allunga solo la lista degli errori, o della sfortuna. Chiamatele come volete, tanto il risultato non cambia.
IL CATTIVO – La Direzione Gara ha introdotto la partenza lanciata dietro alla Safety Car. L’esperimento, con (inconsapevole) protagonista Joe Roberts non sembra essere particolarmente riuscito. Ci sarebbe da ridere, non venisse da piangere.
LA DELUSIONE – È quasi arrivato sul podio, ha recuperato qualche punto, è un po’ più vicino a Quartararo. Tutto così, grigio opaco, senza luce, fantasia, un pizzico di cattiveria. Andrea Dovizioso lascia Le Mans in una posizione migliore da quella in cui era arrivato, ma dov’è finito quel pilota che dava filo da torcere a Marquez? Da qualche parte deve esserci, in qualche piega della mente, della tuta, della Ducati. Sarebbe bello tornasse in tempo per le ultime 5 gare.
LA CONFERMA – Una gara in meno, qualche punto in più. Per Fabio Quartararo non sarà una gara da ricordare, ma il Mondiale si vince anche con i piazzamenti. Nelle condizioni più difficile (per lui) ha vinto la volata sui diretti inseguitori. È stato un sporco lavoro, Fabio lo ha fatto.
L’ERRORE – In attesa di capire se la staccata che ha scombinato i piani a Dovizioso sia stata un capolavoro o miracolo, possiamo sostenere che la caduta sia stata un disastro. Alex Rins aveva dimostrato che la sua Suzuki non era allergica all’acqua come quella di Mir, ma fare surf sdraiato sull’asfalto non dà punti per il Mondiale.
LA SORPRESA – Sorprendersi per Marquez sul podio? Sì, se è Alex, se è al suo debutto in MotoGP con la moto più antipatica di tutte, se è la sua prima gara sotto la pioggia. Non vi aspettiate che ora diciamo che ha guidato come il fratello, ha guidato come Alex, un pilota che ha vinto due Mondiali e che non ha bisogno di entrature particolare per stare nella classe regina. Con buona pace per il suo cognome.
IL SORPASSO – Uno solo, ma al momento giusto e al posto giusto. Il tempismo è una qualità per Celestino Vietti, che ha sfruttato gli errori altrui e non ne ha commesso neanche uno. Una vittoria da stratega, come se fosse facile tenere i nervi saldi in quel caos della Moto3. Lui ci è riuscito, ha vinto e il pensiero del titolo non è così peregrino.
LA CURIOSITA’ – Quattro anni senza vincere, tanto a lungo è durato il digiuno di Sam Lowes. Che non ha perso l’appetito.
IO L’AVEVO DETTO – “Le condizioni miglioreranno la domenica”. Chi ha detto che il meteo è una scienza esatta?