Franco Morbidelli è carico in vista del round di Le Mans. Al Montmelò, nel GP di Barcellona, non è riuscito a concretizzare un potenziale che sembrava elevatissimo, che come minimo l'avrebbe potuto far sul podio assieme al suo compagno Fabio Quartararo. Un errore l'ha tenuto lontano da quel podio ed ha anche permesso al francese di tentare una fuga in classifica iridata.
Morbidelli è però più che fiducioso, si sente bene in sella alla M1 e non vede l'ora di poter dimostrare di essere in grado di correre tutte le gare con la stessa consistenza che ha messo in pista a Misano nella tappa che l'ha visto dominare il Gran Premio. Il presente è questo, ma c'è anche del futuro nelle dichiarazioni che Morbidelli ha rilasciato ai giornalisti prima dell'inizio delle ostilità in pista a Le Mans. La sua M1 non era veloce in rettilineo quanto quelle di Rossi, Quartararo e Vinales a Barcellona e vista la stagione da protagonista che Franco sta vivendo, è chiaro che stia premendo per avere in futuro una M1 identica a quelle ufficiali. Una cosa che però al momento non è affatto certa.
"Stiamo cercando di definire questo aspetto - ha confermato Morbidelli - Io ho detto alla mia squadra quello che vorrei, ovvero una Yamaha ufficiale nel 2021. Però sono cose che vanno definite ancora tra la squadra e la Yamaha. Vedremo, non ho una risposta. Io ho espresso il mio desiderio".
Ci sono delle voci nel Paddock che riguardano il futuro di Petronas, avvicinata al nome di Suzuki. Come vedresti un cambiaento del genere?
"Non mi preoccupo molto degli accordi, dei contratti. Mi basta avere una squadra ed una moto con cui correre. Sento questa cosa per la prima volta, non chiedo mai cose sulla situazione tecnica se non per quello che riguarda strettamente me e la mia moto. I rumors sono solo rumors. Non mi fido troppo delle voci che girano. Magari in alcune di queste voci ci può essere una parte di verità, ma non puoi fidarti".
Parlando di presente, pensi che Le Mans sia una sorta di ultima spiaggia per la tua corsa al titolo?
"Fino a che la matematica non ci condanna, la speranza c’è sempre ed anche se Fabio dovesse vincere due volte e io dovessi fare zero punti, ancora non sarei condannato. Per me fino a che l’aritmetica non ti taglia fuori, la speranza resta viva".
Nel caso in cui tu fossi fuori dai giochi, saresti disposto ad aiutare Fabio a vincere il mondiale nelle ultime gare dela stagione?
"Onestamente non ci penso per tre motivi precisi. Il primo è che sono ancora in gioco per il mondiale. Il secondo è che la squadra non mi ha chiesto niente del genere. Terzo, perché penso che sia una cosa che va contro la natura del nostro sport. Per queste tre ragioni, non ci ho mai pensato. Non ho aspettative a lungo termine, mai. Le mie aspettative riguardano sempre il passo successivo ed ora tutto quello che voglio è andare forte in Francia. Poi sarà così per Aragon e così via".
Come sono andati i test di Portimao?
"I test di Portiamo sono andati molto bene, la pista è fantastica. Tanti saliscendi, ma è dolce. E’ una pista su cui penso che ci divertiremo tanto con la MotoGP. Di solito quando giri su una pista nuova, tutto è nuovo. A volte è difficile adattarsi, specialmente se si parla di una pista particolare come Portiamo. Fare qualche giro, anche con una moto stradale, è stato molto utile perché ti dà il senso di ciò che vivrai durante un fine settimana di gara. Ti mostra letteralmente cosa vedrai dalla sella durante la gara. Anche se la velocità è diversa e magari le sensazioni in sella sono diverse, ma girare su una moto stradale come la R1, che è abbastanza veloce e bella da guidare, è un’ottima cosa. Ti permette di farti un’idea precisa di cosa troverai. Puoi guardare tutti i video che vuoi, gli onboard dalle altre categorie, ma essere materialmente in pista è un’altra cosa".
Tu, Pecco e Valentino eravate sulle moto stradali. Vi siete ingarellati come fate a Misano?
"A Portiamo non ci siamo ingarrellati, perché sembrava un normale turno di prove di MotoGP. C’erano anche le MotoGP in pista, c’erano tutti. Ognuno entrava e faceva la sua strada. Magari quando siamo in pista in relax a Misano, ci spingiamo di più e proviamo a fare qualcosa in più tra di noi. Però a Portimao non si poteva giocare troppo, c’erano tante moto in pista e bisognava stare attenti".
Aleix Espargarò ha detto che l'ultima curva di Portimao è pericolosa per la MotoGP. Tu cosa ne pensi?
"Non ho fatto quella curva su una MotoGP, ma già su una R1 è bella tosta. C’è una grande decompressione che ti fa perdere per un momento fiducia con l’anteriore quando sei molto piegato. Però abbiamo visto che in SBK non ci sono stati troppi incidenti lì, è una curva che sembra sicura per una SBK. Per la MotoGP bisognerà vedere. Se Aleix Espargarlò ha detto così, è da prendere in considerazione perché è molto esperto. Ma la pista è in calendario e si dovrà correre, quindi c’è poco da fare".