Tanto bella quanto stancante per la posizione di guida che non agevola le medio/lunghe percorrenze. Siete disposti a sacrificare la comodità sull’altare della bellezza? Noi si. Perché la MV Superveloce non è solo una moto: è un’opera d’arte. Non a caso, mentre era parcheggiata a Milano fuori da un bar in centro, la frase di un appassionato è giunta alle nostre orecchie: “ MV non fa moto, fa dei quadri” … mentre osservava assorto la fiammante Superveloce. Perché, se già le MV trasmettono sensazioni magnifiche alla vista, con la Superveloce si sono superati. Una F3 travestita, con un sex-appeal da prima della classe. In sella non raccoglie elogi per la comodità e soprattutto i polsi soffrono, ma quando si molla la frizione e la si fa scorrere sull’asfalto, si tende a dimenticare tutto quanto. E siate pronti ad essere fermati o anche semplicemente intrattenuti dai passanti che si meravigliano di continuo davanti a tanta bellezza e particolarità.
UNA BELLEZZA DA MISS ELEGANZA
Ha attirato l’attenzione ad Eicma 2018 quando ha fatto bella mostra di se nell’esclusiva Serie Oro, arrivando poi l’anno successivo – ovviamente già veste MY2020 - nelle concessionarie. Sotto le luci del salone più atteso al mondo, aveva affascinato fin da subito per quelle forme che nessuno avrebbe mai pensato di disegnare. A maggio 2019 viene esposta al famoso Concorso di Eleganza di Villa d’Este dove ottiene il primo premio nella categoria dedicata alle Concept Bike; successivamente, i 300 esemplari in serie limitata della “Serie Oro”, vengono esauriti nei sei giorni successivi l’apertura delle vendite. Un successo annunciato insomma, frutto della mano di Adrian Morton – Design Director presso il famoso centro CRC – che ha saputo attualizzare quelle forme caratteristiche delle moto da corsa degli anni ’60 dove la carena ad ogiva avvolgeva il telaio, regalando aerodinamicità a fiumi.
La Superveloce 800 è un oggetto definitivo che solo MV è stata in grado di immaginare: altre case ci hanno provato a disegnare moto in stile neo-retrò, ma nessuna ha costruito l’opera d’arte che vedete sotto i vostri occhi. Non si può fare a meno di ammirarla, sia da ferma che in movimento; se è vero che il telaio ed il motore sono gli stessi della più pistaiola F3, bisogna dire però che i telaietti anteriore e posteriore sono stati modificati di conseguenza per accogliere le forme di una carena più affusolata. Il frontale, dominato dal faro singolo poliellissoidale a LED, è proteso in avanti proprio come sulle moto da corsa del passato; il cupolino è basso e dotato di uno stabilizzatore centrale che si sviluppa sopra il plexi, unendo le estremità laterali con il fine di ridurre le vibrazioni. La vista laterale appaga i sensi grazie al design senza eguali, caratterizzato da carene sottili che si amalgamano alla vasca inferiore, lasciando scoperto il motore tre pistoni che muove – rapidamente – questa eclettica due ruote.
Il sottilissimo codino con luce stop a LED integrata, è minimalista e contiene decisamente la lunghezza ottica della Superveloce che utilizza un porta targa solidale al bellissimo forcellone, scelta obbligata per valorizzarne il look neo-retrò. Nulla è lasciato al caso e la carena non presenta viti a vista, per un senso complessivo di linearità senza pari; il serbatoio è una reinterpretazione in chiave moderna di quello della MV Disco Volante degli anni ’50, con l’aggiunta di una stupenda fascia in cuoio che strizza l’occhio al passato. La qualità attesa non delude e la percezione al tatto è da lode. Rispetto alla più prestigiosa Serie Oro, la Superveloce “base” – se così vogliamo definire un oggetto da 20.000 Euro – ha carrozzeria realizzata in fogli di plastica sottile anziché in prestigioso carbonio (per un aumento di peso di circa 1,5 kg) e adotta il più tradizionale scarico 3-1-3 “Morton organ” sovrapposto invece di quella splendida scultura firmata SC Project che prevede due uscite di scarico sul lato destro ed una su quello sinistro.
Comune ad entrambe le versioni, invece, è la modernissima strumentazione basata sul nuovo monitor TFT a colori già visto sulla nuovissima Brutale 1000. Molto interessante l’App dedicata “MV Ride” che permette di interfacciare la Superveloce con il proprio smartphone: una volta effettuato il collegamento tramite Bluetooth, sarà possibile tenere sotto controllo lo stato della batteria ed il livello del carburante, cosa per nulla scontata dato che sul monitor non vi è alcuna indicazione, fatto salvo per la spia della riserva che però risulta in una posizione davvero infausta e difficile da notare in caso di luce diretta sul display. Sono molto utili il sistema di navigazione integrato che permette di visualizzare sulla moto le istruzioni da seguire per giungere a destinazione, l’interfaccia diretta con WhatsApp e la possibilità di agire sulle mappe preimpostate (Sport, Race e Rain) così come la possibilità di creare nuove mappe Custom, totalmente personalizzabili dall’utente. Un concentrato di tecnologia e dinamismo racchiuse in un abito sartoriale confezionato su misura; tutto è al posto giusto e la qualità trasuda da ogni angolo. Un inno al made in Italy, insomma.
TRE PISTONI PER EMOZIONI COLLAUDATE
Non è un segreto: sotto al vestitino della Superveloce, è nascosto il tre cilindri a 4 tempi e 12 valvole con albero controrotante che spinge la F3 800. Eroga 148 CV a 13.000 giri e raggiunge il picco di coppia a 10.600 giri con un valore pari a 88 Nm. Rispetto alla sorella “track-addicted”, il propulsore è stato semplicemente rivisto nell’elettronica per ottenere più coppia ai bassi regimi di rotazione, così come il rapporto di trasmissione finale che è stato accorciato, per una risposta migliore ai medi. Il sound, poi, è il marchio di fabbrica che rende la Superveloce ancora più unica nel suo genere… come se ne avesse bisogno. Il motore è docile all’apparenza e rimane tale sotto i 5.000 giri, quota dopo la quale la spinta inizia a farsi sentire: ruotando con vigore la manopola del gas, si prendono giri con una velocità che lascia senza parole e, soprattutto con la mappa Race, l’anteriore non si esime dallo staccarsi da terra con estrema facilità.
Il tre cilindri MV da 798 cc è sempre stato un gioiello con un piglio decisamente “sportivo” e, anche abbinato alle quote della Superveloce, se la cava in maniera egregia. La Superveloce è dotata di tre mappature preimpostate e modificabili e poi è possibile – sempre tramite App MV Ride – creare le mappe custom con i parametri che più si addicono al proprio stile di guida. Inutile dire che la Rain è la configurazione più conservativa, con Traction Control impostato al massimo livello, ABS in modalità road, potenza ridotta e freno motore basso, unito alla risposta del motore denominata “soft”. Un parametro interessante è quello legato alla sensibilità del gas, tarabile sulle modalità “bassa, normale ed alta”; questa funzionalità abbinata alla risposta del motore (veloce o lenta), permette di diminuire il classico effetto on/off che caratterizza da sempre i motori di Schiranna. E’ la modalità Sport a sembrare la più adatta per l’utilizzo quotidiano della Superveloce: un giusto mix tra i parametri che la rendono fruibile e meno stancante anche nell’utilizzo urbano.
Quando arriva il momento di esagerare, si seleziona la mappa Race dove troviamo i parametri impostati per il massimo piacere di guida: risposta pronta, sensibilità alta del gas e controlli impostati al minimo. Il motore ha modo di sfogarsi e la ciclistica inizia a performare al massimo regalando grandi soddisfazioni. L’800 è un motore divertente che sa allungare in maniera impressionante: non serve portarlo al limitatore perché la curva di coppia inizia a scendere. Meglio salire di marcia e godere della schiena ai medi regimi, per un’esperienza di guida davvero coinvolgente. Rimane la classica rumorosità meccanica tipica di MV, così come l’effetto sauna quando non gli si da sufficiente respiro, soprattutto dal lato sinistro.
TRIANGOLAZIONE USER FRIENDLY… MA NON TROPPO!
La ciclistica della Superveloce 800 è imparentata con quella della F3 ma, essendo una moto – sulla carta – d’impronta meno corsaiola, sono state apportate alcune modifiche con il fine ultimo di ottenere una posizione di guida meno stancante. Ecco, vi diciamo subito che se è il confort quello che cercate, questa MV non è certo quello che fa per voi. Stando alle dichiarazioni di Brian Gillen, direttore tecnico di MV, gli interventi mirati per ottenere una posizione di guida più confortevole, rispetto a quella decisamente racing della F3, hanno interessato il manubrio che è stato rialzato di 18 mm ed arretrato di 6, mentre, il piano della seduta, è stato abbassato di 15 mm per accogliere meglio il pilota sulla moto. Il tutto dovrebbe avere lo scopo di alleggerire la tensione sulle spalle e sui polsi, anche se obiettivamente non si ha questa sensazione perché la MV Superveloce è comunque una moto impegnativa quanto a posizione di guida, anche se le pedane avanzate mitigano un pochino la sensazione di carico sugli arti superiori.
POCO COMFORT, MA CHE GUSTO!
Un oggetto così bello e particolare, merita anche di essere guidato. Nel caso della Superveloce 800, va forse anche un po' capito. La sensazione che si ha appoggiando le terga sulla bellissima sella che di imbottitura ne ha ben poca, non è delle più piacevoli. Un flash-back mi ha portato alla rigidità che sentii la prima volta che ebbi il piacere di guidare una F4 1000 del 2005. La sospensione posteriore accenna un sag quasi impercepibile ed il busto si piega notevolmente in avanti per afferrare i semimanubri che comunque sono aperti e meno sacrificati di quello che ci si aspetterebbe. La prima impressione rimanda subito alla F3, anche se lo scopo degli ingegneri era proprio quello di differenziarla un pochino dalla sorella: ci si trova in posizione raccolta e con i polsi caricati a sostenere il peso del busto. Sono solo sensazioni e siamo curiosi di metterla in moto per assaporarne le caratteristiche di guida. Davanti a noi il monitor TFT risulta ben leggibile, a patto di non essere sotto la luce diretta del sole; selezioniamo la mappa Sport e partiamo.
Quel che si capisce in un attimo, è che gradisce strade guidate, curvoni lunghi ed in percorrenza, dove l’avantreno granitico rende al meglio delle sue capacità. Sembra di avere l’asfalto tra le mani con la Marzocchi da 43 mm che copia l’asfalto, comunicando al pilota ciò che sente. Altro discorso per il mono Sachs al posteriore che – nono stante sia stato rivisto nei leveraggi per risultare più adatto ad un uso stradale - risulta esageratamente rigido anche dopo averci lavorato per ammorbidirlo; è la scelta della durezza della molla a risultare forse eccessiva per un uso stradale. Fino a quando l’asfalto è liscio e senza asperità, la Superveloce disegna linee perfette risultando affilata come un rasoio: non appena le condizioni cambiano però, il mono restituisce colpi che si ripercuotono senza remore sulla schiena, rendendo anche meno appagante la guida. Ci vorrebbe l’asfalto liscio di un circuito per godersela appieno, anche se a quel punto sarebbe cosa buona e giusta scegliere la F3. Le cambiate di marcia avvengono grazie al cambio elettronico assistito MV EAS che – sulla versione in prova – non brillava per morbidezza degli innesti, soprattutto a basse velocità.
Salendo di giri invece, la musica cambia così come le cambiate che si fanno fulminee, quasi a voler chiedere una andatura sostenuta per poter rendere al meglio. Quando arriva il momento di frenare, vengono chiamate a rapporto le pinze radiali Brembo monoblocco a 4 pistoncini che mordono i generosi dischi da 320mm che regalano decelerazioni impressionanti, anche se bisogna fare l’abitudine con una iniziale corsa a vuoto della leva del freno. Ci vuole un pochino a capire come dosare la pressione della mano sulla leva ma, una volta capito il funzionamento, non si rischiano quelle frenate improvvise che vi accompagneranno durante i primi giri in sella alla vostra bellissima Superveloce. Possiamo affermare che questo splendido oggetto, non è semplicissimo da portare in giro; ad andature basse, in coda o in città, la posizione di guida è affaticante dai polsi al collo, soprattutto per le persone sopra il metro e ottanta. Quando si esce dalla città e la si porta su strade guidate, invece, i carichi si alleggeriscono e il piacere di guida la fa da padrona. Il motore è elastico e consente di riprendere dai bassi senza troppi cambi di marcia, sempre accompagnati da una colonna sonora che solo le MV sanno regalare.
IL PREZZO ED I CONSUMI
Non giriamoci attorno: la MV Superveloce 800 è un oggetto costoso, ed il listino parla chiaro. Servono 20.000 Euro per la classica colorazione MV denominata “Rosso Ago e Argento Ago” e bisogna aggiungerne altri 500 per la versione “Nero Carbon Met. e Grigio Scuro Met.” che, ci permettiamo di dirlo, è bella da togliere il fiato. Soprattutto in questa livrea legata ai circuiti di Formula 1 degli anni ’70, il magnifico forcellone monoblocco, anch’esso nero, e gli stupendi cerchi in lega di alluminio dal design unico verniciati in oro, spiccano – assieme al telaio a traliccio – sul colore opaco della carrozzeria.
Aggressiva, bella e personale, può essere arricchita con ulteriori elementi di stile che spaziano dal parafango posteriore in carbonio allo scarico aperto a 3 vie, passando per cerchi a raggi e copertura del sellino destinato al passeggero. Il consumo dichiarato dal produttore nel ciclo combinato è di 6.4l/100km, dato al quale dobbiamo affidarci perché - tra le molteplici funzioni visualizzabili sullo splendido display TFT - non vi è la possibilità di monitorare il consumo medio e tantomeno quello in tempo reale. La sensazione è comunque che, guidando la Superveloce con il giusto piglio, il dato appaia ottimistico; vero è che quando si mettono sul piatto i ventimila Euro richiesti per un’opera d’arte di tale bellezza, il consumo di carburante è senza dubbio l’ultimo dato del quale ci si deve preoccupare.
PIACE - Linee e personalità, finiture, efficace nell’uso sportivo
NON PIACE - Sospensione posteriore rigidissima, modulabilità freno anteriore, vibrazioni su manubrio e pedane
Ha collaborato Matteo Pozzi, foto di Roberto Cassago
ABBIGLIAMENTO UTILIZZATO
Casco: X-Lite X-803 Ultra Carbon
Giacca: Alpinestars Crazy Eight
Guanti: Alpinestars Rayburn V2
Jeans: Alpinestars Copper V2
Scarpe: Alpinestars J-6 Waterproof