E' un addio importante quello della famiglia Sportster di Harley-Davidson al mercato europeo, ma purtroppo inesorabile: i bicilindrici a V da 750, 883 e 1.202 cc che equipaggiano la gamma Street e Sportster non verranno aggiornati alle normative Euro 5.
La decisione rientra nella razionalizzazione dei modelli (leggi taglio del 30%), inclusa nell'ennesimo piano industriale, Hardwire del CEO Jochen Zeitz, per sistemare il bilancio di Harley-Davidson e ripristinare il vecchio smalto del marchio delle custom più famose del mondo.
Addio doloroso
A Milwaukee le forbici stanno lavorando duramente. Il taglio dei dipendenti e dei maggiori dirigenti e ora il taglio dei modelli, già previsto per altro proprio dal piano Hardwire.
Ma non ci si aspettava che la riduzione del 30% della gamma passasse per il mancato aggiornamento alla normativa Euro 5 dei motori V-Twin delle iconiche Sportster.
Così in Europa (la decisione riguarda esclusivamente il mercato europeo, gli Sportsters continuano a essere disponibili in Nord America) non vedremo più la gamma Sportster di Harley-Davidson, composta da Iron 883, Superlow, Iron 1200, Forty Eight/Special, Roadster, 1200 Custom e Superlow 1200T e dalle Street 750 e Street Rod, per un totale di 10 modelli, corrispondenti a quel 30% di razionalizzazione del punto numero 1 del piano quinquennale Hardwire.
Un duro colpo per gli amanti delle moto di Milwaukee, considerando anche il fatto che si tratta della gamma entry level di Harley.
Ma la preoccupazione principale di Zeitz è quella di risparmiare più denaro possibile, iniziando con il mancato l'aggiornamento dei modelli già commercializzati allo standard Euro 5.
Cosa farà ora Zeitz? Manterrà una produzione premium o cercherà di introdurre nuovi modelli per ampliare la clientela?
Secondo HD France, contattata dalla rivista MotoStatio, si sta pensando a una loro sostituzione con i nuovi motori Revolution Max raffreddati ad acqua.
Non è da dimenticare il brevetto di motore a fasatura variabile che H-D ha depositato a luglio, presumibilmente proprio per sostituire il V-Twin, destinato ad essere obsoleto in Europa.
Dimmi dell'India
Zeitz quindi sta iniziando a spuntare i cinque punti del suo piano quinquennale Hardwire, svelato alla fine dello scorso luglio in occasione della presentazione della seconda trimestrale 2020 agli azionisti.
Ma questi punti fanno parte di un obiettivo più grande che è quello di ridurre i costi. Un obiettivo da raggiungere anche tagliando una parte della produzione, realizzabile anche abbandonando mercati meno redditizi.
L'India è uno di questi, dove una moto da 350 cc viene considerata come un modello di cilindrata maggiore, è immaginabile la difficoltà di vendere un 1200 cc, dalle dimensioni tipiche di una Harley.
Infatti, l'azienda americana ha venduto in India circa 2.500 esemplari durante l'anno fiscale 2019-2020 e anche le esportazioni non sono state esaltanti, appena 2.100 unità circa spedite dall'India ad altre nazioni.
Per questo Zeitz sta cercando una soluzione per il mercato indiano e ha aperto delle trattative con alcune case automobilistiche del Paese, per cercare una join venture per la produzione di moto di bassa cilindrata.
Una mossa già adottata da BMW, che collabora con TVS, KTM con Bajaj Auto (che anzi detiene una quota del Gruppo di Perier) e che presto inizierà a sviluppare anche modelli Triumph.
Secondo alcune voci, sembra che Harley-Davidson sia in trattativa con Mahindra e Hero Motocorp come possibile partner, andando ad alimentare le voci sul futuro del marchio americano in India, con l'impianto produttivo di Bawal che verrebbe venduto o rilevato da un altro produttore.