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MotoGP, Joan Mir sulle orme di Roberts jr, 20 anni dopo l'ultimo titolo Suzuki

Fra i favoriti del mondiale, lo spagnolo è il pilota che ha fatto più punti negli ultimi 4 GP. L'obiettivo, nell'anno del 60° anniversario della casa di Hamamatsu è di dare al team di Brivio l'alloro più ambito

MotoGP: Joan Mir sulle orme di Roberts jr, 20 anni dopo l'ultimo titolo Suzuki

Un mondiale può essere deciso dalle condizioni atmosferiche, se un pilota si trova particolarmente a suo agio con la pioggia, per esempio. Ma può essere deciso da nuove gomme più difficili da interpretare?

Forse sì, anche se da piloti professionisti ci si aspetterebbe una rapidità di reazione maggiore di quella alla quale, per esempio, stiamo assistendo quest’anno dove il leader del campionato, Andrea Dovizioso, ha appena 84 punti.

Una cifra che nel passato non gli avrebbe permesso di guidarlo da quando è arrivato in classe regina, nel 2008, ma con la quale sarebbe stato in terza posizione tre anni fa, nel 2018, quando Marquez fu alla testa del mondiale con 115 punti, seguito da Rossi con 88 e da Vinales con 77.

Quell’anno Dovi fece peggio di quello attuale trovandosi, dopo sette gare, con appena 66 punti, ma con tre zeri in classifica.

Quella stagione, lo sappiamo, Marquez vinse il mondiale con 76 punti di vantaggio su di lui e Andrea collezionò 4 vittorie e 9 podi.

Questo conferma che nelle restanti sette prove del mondiale tutto può accadere, anche se è bizzarro che per ritrovare questo record negativo sia necessario risalire sino al 1985, quando Freddie Spencer si ritrovò - nell’anno della doppietta - con soli 81 punti…ma c’è il trucco perché a quei tempi la prima posizione valeva solo 15 punti, quasi la metà di oggi.

Ma dimentichiamoci di questi dettagli e del fatto che il pilota della Ducati, dopo tre secondi posti, è il favorito di questo mondiale.

Il perché è ovvio: non è il solo. In appena quattro lunghezze, infatti ci sono altri tre piloti: Quartararo e Vinales appaiati ad 83 e Mir alle loro spalle con 80.

Un occhio alla classifica rende subito evidente che è proprio quest’ultimo, Joan, ad aver collezionato più punti negli ultimi quattro Gran Premi: 69 contro i 53 di Dovi.

Se continuasse con questa media sarebbe proprio Mir il favorito…anche se è l’unico dei top a non aver vinto nemmeno una gara!

“Non sono ossessionato dalla vittoria - ha spiegato Joan dopo le due gare di Misano - io penso a fare del mio meglio, e il primo gradino del podio arriverà. Quest’anno mi rendo conto di guidare con meno aggressività e di andare più forte. E’ una cosa che avevamo notato già lo scorso anno. Il mio duplice sorpasso a Misano? Mi sono sempre venute facilmente quelle manovre, ma ora la mia guida è più dolce, consumo meno le gomme e, se necessario, posso ritrovare rapidamente quella caratteristica”.

Alla Suzuki il mondiale manca dall’anno 2000, da quando cioè a vincere il titolo fu Kenny Roberts junior in un team ‘rinforzato’ dal tecnico ex Kenny senior Warren Willing. Si dice che l’ apporto di Warren, e tutti gli esperimenti del tre volte iridato nei progetti che lo videro coinvolto, furono di grande aiuto alla casa di Hamamatsu, ma quel che è certo che non fu un mondiale semplice, conquistato con 4 vittorie e 9 podi contro un emergente Valentino Rossi.

Qualora ce la facesse per la GSX-RR sarebbe come rendere onore agli illustri trascorsi agonistici di Suzuki, che debuttò nel mondo delle corse nel 1960 partecipando al Tourist Trophy all'Isola di Man, dove nel 1962 Ernst Degner vinse il primo Gran Premio, chiudendo poi la stagione con la vittoria nel primo Campionato del Mondo nella classe 50 cc.

Da allora Suzuki ha vinto 93 Gran Premi in classe regina, arrivando a 9 successi nel 1977, in un anno in cui i GP furono solo 11.

La Suzuki ha vinto i suoi primi due titoli nel 1976 e 1977, con Barry Sheene, quindi nel 1981 e 1982 con Marco Lucchinelli e Franco Uncini, è tornata al successo con Kevin Schwantz nel 1993 e quindi con Kenny Roberts jr. nel 2000.

Dovesse centrare il bersaglio grosso sarebbe un bel modo di festeggiare il 60° anniversario del team ottimamente condotto da Davide Brivio che pensa, a ragione, a raddoppiare le moto nel 2022.

 

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