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SBK, Le lacrime di Scott Redding sul Mondiale (quasi) scappato via

Un pianto a dirotto ha accompagnato Scott nel retrobox Ducati dopo la caduta, mostrando però il suo lato umano e rivelandosi uomo ancor prima che pilota

SBK: Le lacrime di Scott Redding sul Mondiale (quasi) scappato via

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Ci piace Scott Redding! Già, perché Scott è uno di quei personaggi  veri, trasparenti, non politically correct. Uno di quelli che dice le cose come stanno, senza girarci troppo attorno e senza che il suo ufficio stampa gli dica quale atteggiamento avere davanti ai microfoni e alle telecamere. Un pilota di cui la SBK aveva bisogno, che ci riporta con la mente agli anni 70, come lui stesso si definì durante un’intervista rilasciata in inverno prima dell’inizio del Mondiale.

Scott è così: o lo ami o lo odi, non sembrano infatti esserci vie di mezzo. È arrivato in Superbike con un obiettivo dichiarato, ovvero vincere il titolo iridato per mettere fine al dominio di Johnny Rea. E per questo dobbiamo essergli grati, perché fino ad oggi è stato l’unico in grado di tenere testa a un killer come Rea. Un compito non certo semplice per il portacolori Aruba, il quale è arrivato alla seconda gara consecutiva di Aragon con sole 10 lunghezze di distacco dal Cannibale. Molti altri, come Razgatlioglu, Davies e Bautista, si sono arresi da tempo. Invece lui è stato lì a soffiare sulla coda del Cannibale fino alle ore 14:20 di oggi.

Peccato per quella scivolata nel corso di Gara 1, che lo ha visto sprofondare a 30 punti dal nordirlandese in Campionato. Fino ad oggi il britannico era stato infatti l’unico pilota a non commettere cadute tra i primi dieci, invece la scivolata rischia di pesare come un macigno nella corsa iridata. Per uno come lui deve essere un qualcosa di altamente devastante dopo un inizio di Campionato improntato all’insegna della costanza.

Il sabato gli lascia infatti un sapore amaro, amarissimo in bocca, e nel retrobox Ducati, ripreso per un breve istante dalle telecamere, eccolo piangere a dirotto piegato su un container. Ha mostrato il proprio lato umano Scott, lasciandosi andare alle lacrime e mostrandosi ancora una volta per quello che è. Tante volte è capitato ai piloti di sbagliare e finire a terra quando si è in lotta per il titolo, ma raramente li abbiamo visti lasciarsi andare, quasi a significare un senso di debolezza.

Scott se n’è invece fregato delle telecamere e del giudizio degli altri, sfogando in quel pianto tutta la sua delusione. Già, perché questi 30 punti da recuperare nei confronti di Rea sembrano essere una punizione che manda in fumo tutti gli sforzi portati avanti fino ad ora. Ovvio che l’aritmetica è ancora dalla sue parte, dal momento che ci sono ancora 11 gare da disputare. Il problema è che il rivale da battere è un pilota che fa della costanza il proprio cavallo di battaglia e che non sbaglia mai un colpo.

Questo Redding lo sa bene e forse ha già realizzato che l’obiettivo con il titolo iridato da stasera è rinviato al 2021. Per certi versi potrebbe anche accontentarsi, dal momento che la sua sfida in Ducati già l’ha vinta, oscurando in poche gare il proprio compagno di squadra e facendo breccia nel cuore dei tifosi. Peccato che lui sia uno di quelli che non voglia accontentarsi e cercare scuse.

Da domani sarà nuovamente in sella alla Ducati, rilanciando la lotta Mondiale: “Voglio vincere il titolo, non me ne frega niente che questa sia la mia prima stagione nel Mondiale SBK”. Così ci ha detto nel post gara senza troppi giri di parole. Lo attende un esame di quelli ad altissimo coefficiente di difficoltà, ma come più volte lui ci ha ribadito: “Sono nato per combattere e sono qua per quello”. Ci stupirebbe se proprio ora mollasse la presa.

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