Se il buon giorno si vede dal mattino, Michael Ruben Rinaldi non avrebbe potuto iniziare nel modo migliore il secondo fine settimana di gare ad Aragon. È la sua, quella con i colori del team Go Eleven, la Ducati più veloce al Motorland: 1° al mattino e lo stesso nel pomeriggio, con Rea alle sue spalle.
Già nella prima tappa in Spagna Rinaldi aveva fatto vedere di essere vicino ai grandi della SBK e oggi ha fatto il passo decisivo.
“Oggi è stata una giornata perfetta, ma è solo venerdì - rimane con i piedi ben saldi al terreno - È la prima volta che corriamo sullo stesso tracciato dopo una sola settimana e penso che il mio team abbia lavorato davvero bene per capire quali fossero i punti in cui eravamo stati più in difficoltà nella scorsa gara e devo dire che già da questa mattina siamo migliorati molto. Non siamo ancora al 100% e dobbiamo continuare a guardare avanti, oggi sono contento perché è anche la mia prima volta davanti a tutti dopo le prove del venerdì”.
Nelle prove libere, però, non si danno punti.
“Sinceramente mi concentro sempre su me stesso senza guardare la classifica perché la gara è domani - sottolinea Michael - La realtà è che piloti come Rea e Redding sono sempre davanti, vedremo cosa succederà”.
Rinaldi si concentra su se stesso ma tiene anche d’occhio con attenzione i propri avversari, quelli che hanno maggiore esperienza e in particolare uno.
“Nel secondo turno di libere ho fatto 15 giri con la stessa gomma e non è andata male. Casualmente ho incrociato Rea in pista e l’ho studiato - rivela - Io ero al 10° giro mentre lui al 16°, ero più veloce di lui ma solo perché i miei pneumatici erano meno consumati”.
Questo non gli ha impedito di cercare di rubare qualche segreto al campione del mondo.
“È stata una fortuna per me vederlo da vicino perché ho provato a imparare alcune cose e credo di aver capito su cosa devo lavorare - continua Michael - Non mi sentivo fortissimo negli ultimi giri della mia simulazione di gara ma posso migliorare. Sicuramente vedere cosa fa Rea può aiutarmi, ma devo seguire la mia strada e i miei metodi”.
Logicamente la Ducati richiede un altro stile, ma Rinaldi ha comunque fatto tesoro della lezione impartita dall’inconsapevole maestro.
“Jonathan guida in un modo diverso ed una moto diversa, ma ho provato a capire dove guadagna tempo rispetto a me per migliorare in quelle aree”.
Photo courtesy Prosecco DOC